“La via non è far finta che non sia successo niente, ma lavorare. Continuare nella direzione in cui fin qui si è lavorato”. Con queste parole il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha aperto ufficialmente l’inaugurazione dello SmartCityLab Milano, nuovo spazio urbano dedicato all’innovazione sostenibile, in via Ripamonti 88. Sempre Sala: “Non ho mai visto una città trasformata solo per volontà politica. Serve ascoltare quello che la città vuole davvero”. Una dichiarazione che suona come un manifesto: per Milano, città simbolo di trasformazione continua, l’innovazione non può essere solo tecnologica, ma deve essere prima di tutto sociale, partecipativa e radicata nei bisogni reali.
E il luogo scelto per questa sfida è emblematico: una ex area industriale dismessa, rigenerata dopo 10 anni di lavoro, restituita alla collettività con oltre 2.000 metri quadrati dedicati a startup, ricerca applicata, formazione e tecnologie urbane. Lo SmartCityLab è il frutto di un accordo di programma sottoscritto nel 2015 tra Comune di Milano, Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT, che all’epoca dell’accordo era MISE) e Invitalia.
Ed è proprio in questa lunga gestazione, segnata da bonifiche e progettazioni, che Sala ha voluto leggere il senso più profondo del progetto: “Abbiamo rigenerato Milano in molti quartieri, e questo luogo ne è la dimostrazione concreta. L’idea è semplice ma potente: fare in modo che Milano sia un posto dove la gente voglia vivere e trovare occasioni di lavoro”. Nel suo intervento, il sindaco ha toccato anche i temi più controversi che in questi giorni sono al centro del dibattito politico: “Milano, come tutte le grandi città, affronta il rischio di esclusione. Ma è un rischio che non possiamo correre: non solo perché non è giusto, ma perché non è saggio. Chi gode della qualità della vita qui, deve sapere che quella qualità è possibile solo perché c’è una comunità che contribuisce”. E ancora: “Accogliamo chi arriva, ma chiediamo anche di partecipare. Non basta parlare di diritti: serve anche un senso del dovere condiviso”.

Dalla rigenerazione degli spazi a quella delle responsabilità civiche, lo SmartCityLab diverrebbe quindi un simbolo concreto di come pubblico e privato possano collaborare per generare impatto reale. Un punto ribadito anche dall’assessora Alessia Cappello, che ha sottolineato il valore strategico del progetto per lo sviluppo urbano milanese: “Questo spazio nasce da un’idea condivisa. Sarà un luogo aperto, dinamico, in cui far crescere startup capaci di portare innovazione nelle nostre città, renderle più intelligenti, sostenibili e inclusive.”
A chiudere la triade istituzionale è stato Giovanni Andrea Toselli, presidente e AD di PwC Italia e capofila dell’RTI che gestirà il Lab. Nel suo discorso, Toselli ha offerto una riflessione sul valore della sperimentazione e sulla necessità di creare luoghi dove si possa anche “sbagliare” senza fallire: “In Italia abbiamo poche grandi imprese capaci di investire senza ritorni immediati. Serve creare ambienti dove le idee possano essere testate, dove il fallimento non sia un ostacolo ma parte del processo per innovare”.
Chi c’è dietro lo SmartCityLab
La gestione dello SmartCityLab è affidata a un RTI formato da PwC Italia, LifeGate, LifeGateWay, Lhub / Underdogs, Webgenesys e Designtech . Un ecosistema che integra competenze trasversali. PwC, nel ruolo di capofila del progetto, guiderà le attività del Lab, che si articolano lungo tre assi principali:
- Incubatore e acceleratore certificato per startup nel settore smart city: verranno selezionati, accompagnati e connessi team imprenditoriali e giovani imprese con amministrazioni, corporate e investitori, adottando logiche di venture clienting per facilitare l’adozione rapida di soluzioni ad alto impatto. L’obiettivo: trasformare idee in servizi reali e scalabili per la città.
- Laboratorio di ricerca e sperimentazione con tecnologie all’avanguardia. Il Tech Aggregator è il cuore operativo di questo processo: un ambiente attrezzato per prototipazione, testing e dimostrazioni pubbliche. Qui l’uso strategico della Generative AI e di piattaforme digitali integrate (abilitate da Webgenesys come system integrator) consente di validare casi d’uso per PA e imprese, dalla citizen experience alla gestione dei dati urbani.
- Centro di promozione dell’innovazione urbana, con eventi, talk, showcase tecnologici e attività aperte alla cittadinanza. Auditorium, sale formazione, rooftop e coworking diventano palcoscenico per talk, press day, workshop, percorsi educativi e mostre tecnologiche. La logica è quella della contaminazione: diffondere buone pratiche, attrarre investimenti, costruire cultura dell’innovazione e rafforzare il legame tra territorio, istituzioni e comunità.

In sostanza, l’RTI è un organismo a rete: PwC fa da regista, ma il valore nasce dall’interdipendenza tra competenze diverse che lavorano in parallelo su progetti concreti. Ogni partner porta un pezzo di filiera: dalla strategia di innovazione al design degli spazi, dalla sostenibilità alla citizen experience fino all’integrazione tecnologica, messi “a fattor comune” dentro processi modulabili e replicabili. L’RTI lavorerà su call, programmi pilota, e analisi di specifici casi d’uso: servizi digitali, urban tech, social innovation, saranno vagliati con cicli rapidi di sperimentazione. Un approccio decentrato, che punta a ridurre i costi dell’errore, accelerare l’adozione di soluzioni utili alla città e mantenere aperto il canale tra pubblico, privato e cittadinanza.
Una call per costruire (davvero) la città di domani
Durante l’inaugurazione è stata lanciata ufficialmente “Human + AI”, la call4startup di SmartCityLab Milano: un programma di accelerazione gratuito ed equity-free pensato per chi vuole portare sul mercato soluzioni digitali, sostenibili e scalabili per l’ambiente urbano. L’obiettivo è semplice: trasformare le smart city da slogan a infrastruttura concreta, favorendo progetti capaci di incidere su energia, mobilità, housing, dati e servizi pubblici, inclusione sociale ed economia circolare.
Possono candidarsi alla call team imprenditoriali già costituiti o in via di costituzione, con idee legate all’innovazione urbana, startup in early stage o in fase di validazione, operative nei verticali Smart City (mobilità, energia, edilizia, dati, servizi pubblici, economia circolare). Il programma prevede formazione, mentorship, accesso alla rete di stakeholder (investor, aziende, PA) che orbitano attorno a SmartCityLab e, infine, un supporto per definire e validare il modello di business così da spingere l’iniziativa verso il mercato.
Oggi, 22 luglio, si aprono le candidature: c’è tempo fino al 18 settembre per fare application, mentre per il 2 ottobre è fissato il primo appuntamento di selezione durante gli “Smart Days”. Il 20 ottobre 2025 partirà invece il programma di accelerazione vero e proprio per 5 startup selezionate, che si concluderà il 29 gennaio 2026 con un Demo Day. La griglia di valutazione, attraverso cui saranno scelti i 5 finalisti, tocca i seguenti temi: impatto urbano misurabile, scalabilità, sostenibilità economica/ambientale, fattibilità tecnica e potenziale di integrazione con PA e corporate.
La città intelligente e le ambizioni di Milano
Lo SmartCityLab è, dunque, nelle intenzioni del Comune di Milano molto più che un centro per l’innovazione: è una dichiarazione d’intenti sul futuro della città. Un tentativo di costruire una città che non sia solo smart, ma anche inclusiva, giusta e partecipata. Un laboratorio civico dove testare la collaborazione tra pubblico e privato non solo per creare valore economico, ma per affrontare insieme le sfide del nostro tempo che in questi giorni a Milano in particolare sono finite al centro del dibattito locale (e nazionale): la transizione ecologica, l’inclusione sociale, la rigenerazione urbana.

Le conclusioni del sindaco Sala indicano esattamente qual è la direzione che la sua giunta intende seguire: “Bisognerà pensare con responsabilità a ciò che verrà dopo. Milano, da sempre, ha saputo mettere attorno al tavolo pubblico e privato, con regole chiare e visione comune. Questo luogo, dove si trova, è il senso del nostro lavoro. Questa è la dimostrazione della nostra politica e della direzione in cui vogliamo andare a Milano”.
Le 19 startup che hanno animato l’inaugurazione
Nel giorno dell’apertura, il Tech Aggregator ha ospitato diciannove realtà che raccontano, ognuna a modo suo, come si costruisce una città più intelligente, sostenibile e inclusiva. Eccole, con che cosa fanno davvero e perché c’entrano con la smart city.

Ganiga.ai, gestione rifiuti smart. Ha sviluppato Hoooly, un cestino intelligente dotato di visione artificiale e AI generativa: riconosce ciò che butti, misura il riempimento in tempo reale, produce analytics per ottimizzare la raccolta differenziata. Meno costi, più riciclo, decisioni data-driven per i servizi urbani.
Billd, fintech. Trasforma lo scontrino fiscale in un file digitale legale, via smartphone. Un device IoT si collega al registratore di cassa, l’app fa il resto: addio carta, benvenuti dati aggregati sui consumi. Digitalizzazione del retail urbano e sostenibilità quotidiana. ,
Radoff, qualità dell’aria indoor. Dispositivi IoT che monitorano radon,CO2 e particolato, attivando purificatori automatici. Dashboard cloud, notifiche e integrazione con i BMS degli edifici: scuole, uffici, case più sane.
Re-Cig, economia circolare dei mozziconi. Posacenere intelligenti e un processo autorizzato per riciclare i filtri in acetato di cellulosa riutilizzabile (anche per stampa 3D). Riduce una delle microplastiche più diffuse in città e chiude il cerchio dei rifiuti urbani.
Dilium, AR/VR e spatial computing. Progetta esperienze immersive per cultura, turismo, educazione, industria. App su Apple Vision Pro e simili, integrate con AI e IoT. Nuovi modi di vivere (e comprendere) gli spazi urbani, tra engagement e servizi pubblici aumentati.
Latitudo 40, osservazione satellitare potenziata dall’AI. Dashboard e algoritmi per leggere la città dall’alto: temperature superficiali, consumo di suolo, vegetazione, rischi idrogeologici. Pianificazione urbana basata sui dati, in tempo (quasi) reale.
KHero, tele-riabilitazione motoria. Suite digitale (senza sensori indossabili) che usa computer vision per seguire gli esercizi del paziente da casa; fisioterapisti connessi via dashboard. Salute digitale che abbatte barriere logistiche nei contesti urbani.
Math Biology, diagnostica predittiva dal respiro. Analizza i composti organici volatili nell’alito con modelli matematici e AI: diagnosi precoce, non invasiva. Prevenzione diffusa e meno pressione sugli ospedali cittadini.
Accessibit, accessibilità digitale. Piattaforma SaaS per portare siti e servizi web agli standard WCAG: scanner automatici, plugin correttivi, formazione. La smart city è accessibile solo se tutti possono usarne i servizi.
PowandGo, per lo sharing di colonnine EV. Marketplace che connette chi possiede una stazione di ricarica con chi ha bisogno di ricaricare. Prenotazione e pagamento via app: mobilità elettrica diffusa senza nuove infrastrutture invasive.

Glauk, superfici sonore invisibili. Tecnologia brevettata che trasforma vetri, legno o marmo in altoparlanti attraverso vibrazioni. Audio immersivo, integrato e non invasivo in musei, spazi pubblici e info point urbani.
Krill Design, materiali circolari. Recupera scarti alimentari e li converte in REKRILL, biopolimero compostabile per oggetti e arredi stampati in 3D. L’economia circolare diventa arredo urbano.
Flowy, AI per i flussi pedonali. Analizza videocamere esistenti per capire come si muovono le persone in tempo reale: mappe di calore, alert su assembramenti, ottimizzazione di layout e sicurezza.
Maxi Mobility, smart mobility per flotte professionali. Accompagna taxi e flotte professionali nel passaggio all’elettrico: subscription, gestione digitale dei mezzi, partnership con OEM e pilot a Roma/Milano. Meno emissioni, più efficienza.
Tomato +, agricoltura urbana connessa. Serre indoor compatte (“Horto”), controllabili da app, con IoT per gestire luce e acqua. Autosufficienza alimentare e riqualificazione green degli spazi.
SWITCH, AI per ottimizzare le flotte urbane. Offre soluzioni come Urban CoPilot e Urbiverse: analisi di milioni di viaggi, previsioni domanda, routing intelligente, riduzione dei “viaggi a vuoto”.
GenoGra, genomica democratica. Piattaforma per analizzare dati genomici grezzi con grafi del genoma e visualizzazioni avanzate. Obiettivo: rendere la genomica accessibile, rapida e personalizzabile. Sanità predittiva e resilienza urbana, ma anche biodiversità.
Flaskk, acqua smart per il benessere. Dispenser connessi di acqua microfiltrata, aromatizzata e gasata: app per gli utenti, report ESG per le aziende. Meno plastica monouso, più idratazione consapevole negli spazi di lavoro e pubblici.
Rosso, donazione sangue digitale. App collegata a oltre 4.000 centri trasfusionali: prenotazioni, notifiche, certificati digitali. Coinvolge cittadini, imprese e atenei, rendendo “smart” un servizio sanitario essenziale.
Tra le tecnologie in esposizione anche Linda, avatar olografico fotorealistico di Media Engineering, alimentato da AI generativa (motore GPT-4), capace di rispondere dal vivo via voce o tastiera e di essere “incastonato” in diverse configurazioni fisiche (ad esempio schermi e smart TV già presenti in vari tipi di ambienti).
