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Da dove partire per allacciare quei fili sottili che sono utili a connettere tra loro le generazioni, anche in azienda, rispettandone le peculiarità? E come costruire, insieme, un linguaggio comune nonostante le differenze? Sono le domande che hanno stimolato le conversazioni dellevento Futuro, le generazioni si incontrano, organizzato dal Gruppo Mediobanca in collaborazione con State Street. Il palco del Teatro Nazionale CheBanca! di Milano è stato abitato da professioniste e professionisti, esperte ed esperti di più generazioni, in una serata molto partecipata e accesa da una coppia speciale, lo scrittore Gianrico Carofiglio e la figlia Giorgia, autori del libro – Lora del caffè. Manuale di conversazione per generazioni incompatibili (Einaudi) – che entra con lesattezza di un bisturi nei temi più divisivi per le generazioni – la crisi climatica, il politicamente corretto, il lavoro e la sua vacillante promessa meritocratica – con lintento di ricercare la possibilità di ricomporli in un linguaggio comune. La coppia padre-figlia racconta, infatti, di essersi interrogata sui frequenti episodi di frizione. « Come era possibile che interpretassimo le cose in modo così diverso, nonostante avessimo valori politici ed etici simili? Bisognava aprire una finestra luno nelluniverso dellaltra, e viceversa. Ci abbiamo provato, argomento per argomento».

Trovare un rito condiviso 

Per farlo, disegnano così un rituale tutto loro, la pausa del caffè – che darà il titolo al libro -, ovvero il ritrovarsi in cucina, seduti al tavolo davanti a una tazza di caffè americano, a raccogliere e rielaborare i temi che in passato li avevano divisi, a montare e rimontare le conversazioni che in passato si erano sempre complicate virando spesso al peggio. E sì, questa volta riescono a costruire un modo di conversare che, invece, in qualche modo le scioglie e ne arrotonda gli spigoli, in un movimento dialettico di continuo avvicinamento. In quel ring che è diventato il confronto intergenerazionale, il rito, insomma, diviene la dimensione in cui padre e figlia trovano protezione nellaffrontare insieme le incomprensioni generate dalla differenza detà. « L’insegnamento ci viene da Confucio, che ha elaborato una riflessione secondo la quale ci sono complessità che si risolvono se le si inserisce in un rituale. I codici e le regole del rituale aiutano, infatti, a ridurre lansia per il conflitto e la preoccupazione per lignoto e, dunque, nel nostro caso ad assecondare una soluzione condivisa», ha spiegato Gianrico Carofiglio. 

Superare lutopia del passato 

Il punto è che ciascuno porta nel confronto con chi è più giovane o più adulto il proprio universo soggettivo, prendendolo per la verità, quasi fosse unentità oggettiva. Siamo così avviluppati – e ingannati – nella nostra prospettiva da non accorgerci di ridurre il contenuto del mondo alle nostre idee precostituite, estromettendo il punto di vista degli altri. « Così facendo, nel decorso del tempo, le persone come le comunità finiscono persino per fare racconti infondati di un passato che in realtà non c’è mai stato», ha commentato Gianrico Carofiglio, riprendendo il concetto di retrotopia di Bauman, unutopia rivolta allindietro, perché il passato è percepito sempre meglio di tutto quel che c’è oggi e dunque viene meccanicamente sovrastimato. «La retrotopia è esattamente il contrario dellutopia, ma né il mondo dell’utopia né quello della retrotopia esistono, in quanto presuppongono lincapacità di guardare al futuro». 

Discutere il futuro che divide le generazioni 

E futuro è la parola che sottende ogni commento di Giorgia Carofiglio. Parla della preoccupazione per la crisi ambientale e per le promesse mancate del lavoro – dunque del futuro di chi oggi ha ventanni – come forte ragione di incomprensione con chi di anni ne ha di più: «Discutendo del cambiamento climatico, io e mio padre abbiamo litigato moltissimo: è dai nostri duri confronti su questo tema che è nata la voglia di scrivere il libro», ha detto Giorgia Carofiglio. «Si tratta di un tema in cui siamo ancora un po’ distanti, e ciò perché abbiamo prospettive diverse, prima di tutto di natura emotiva, perché noi ci sentiamo molto più coinvolti in prima persona». Anche nel libro chiarisce che sarà la generazione dei ventenni ad affrontare gli effetti più drammatici di questa emergenza, non i genitori, che saranno loro, i ventenni di oggi, i primi a convivere nella concretezza di tutti i giorni con il futuro di un pianeta non più facilmente abitabile.

Ascoltare attivamente

Per superare i varchi tra le generazioni, c’è anche bisogno di regole, ha detto lo scrittore ed ex magistrato. « Una di queste è ascoltare in maniera attiva quello che dice linterlocutore, per prendere sul serio il suo punto di vista. La regola a cui mi riferisco prevede, dunque, che si possa parlare solo dopo che si è riassunto il pensiero dellaltro e dopo che laltro ha detto che lo si è compreso correttamente». 

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Giorgia Carofiglio ha approfondito la premessa del padre: «Possiamo applicare il principio di carità interpretativa che ci offre la filosofia analitica: mentre ci si scontra con una persona che non la pensa come noi, si tratta di considerare le sue opinioni assumendo intenzionalmente la versione migliore della sua tesi». Secondo i due autori, «dobbiamo partire dal presupposto che la prospettiva della nostra controparte abbia una coerenza interna, invece di liquidarla come irragionevole. E dobbiamo dare per scontato che sia concepita in buona fede». 

Aprirsi con sincerità ai giovani 

Dal canto suo, con molta lucidità, l’Amministratore Delegato di CheBanca! – Gian Luca Sichel – ha messo in luce il rischio della sindrome del Siamo tutti daccordo”: «Ognuno di noi, in buona fede, si ritiene una persona inclusiva e ognuno di noi in buona fede lo è. Sentiamo che parlare bene dei giovani, essere aperti ai giovani, ci appartiene. Sentiamo, insomma, di essere a posto nelle relazioni con loro», ha detto. « Ma questa nostra sicurezza può nascondere una certa sovrastima di noi stessi, che può indurci a non sprigionare una sincera apertura: il sistema non è in equilibrio, e se il sistema non è in equilibrio ciò significa che ciascuno di noi deve fare di più. 

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Il confronto tra generazioni è importantissimo: nelle organizzazioni oggi convivono quattro generazioni, che significano quattro sguardi diversi. E la compresenza di queste diversità è unopportunità che va colta», ha concluso. Non a caso nel Gruppo Mediobanca è nato un progetto che nel tempo ha fatto leva sulle sinergie per costruire nelle persone consapevolezza, conoscenza, collaborazione in ambiti sempre più ampi: partito con un forte focus sull’equità di genere, oggi punta a generare dialogo tra le generazioni. 

Conoscere da vicino le priorità 

Le sfide spalancate da sette generazioni di persone, mai così tante a convivere sul pianeta, sono state poi argomento dellintervento di Isabella Pierantoni, sociologa, futurista e fondatrice di Generation Mover, mentre le sfide aperte dal linguaggio, che può separare o avvicinare le generazioni, sono state sintetizzate da Alexa Pantanella, esperta di linguaggio e fondatrice di Diversity&Inclusion Speaking. Clara Morelli, autrice e content creator per Will Media, ha messo in rilievo limportanza di comprendere le priorità dei ventenni sul piano del lavoro, al primo posto lessere adeguatamente retribuiti, al secondo ricevere mentoring, feedback costanti, soprattutto ascolto, in modo da costruire fiducia reciproca con i colleghi più adulti. Infine, il giovane imprenditore Daniele Francescon ha voluto condividere uno snodo biografico molto intimo, quando lui, professionista in carriera dal futuro garantito, si licenzia per godersi tutto il tempo della sua neo-paternità; una svolta, la sua, che racconta di giovani che puntano a rivoluzionare le priorità e segnano una rottura rispetto alle generazioni venute prima.

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Oggi è neo-startupper e fondatore di Serenis, piattaforma dedicata alla salute mentale, un altro tema molto sensibile per i ventenni, a cui si stanno approcciando in modo tutto nuovo, dimostrando di avere molto da dire, quando li si ascolta.