La città da oltre 8,5 milioni di abitanti ha un nemico: i grattacieli, responsabili di 2/3 delle emissioni. La nuova legge mira a una rivoluzione verde. Proprietari immobiliari e inquilini, però, sono già sul piede di guerra per i costi
La città che non dorme mai dimostra, ancora una volta, di essere in netta antitesi rispetto alle politiche di Donald Trump. Se l’attuale inquilino della Casa Bianca, che nella Grande Mela ha il suo quartier generale, la Trump Tower, ha infatti più volte minacciato di fare coriandoli degli accordi sul clima di Parigi, New York è intenzionata non solo a rispettarli, ma anche ad accelerare la propria corsa verso la sostenibilità ambientale.
Cos’è il Climate Mobilization Act
Come? Attraverso il Climate Mobilization Act, una legge quadro di 10 proposte che il Consiglio comunale di New York ha approvato quasi all’unanimità, tra gli applausi degli ambientalisti e non solo. La città, ormai al di sopra degli 8,5 milioni di abitanti (anche se, secondo l’ultimo censimento, per la prima volta dal 2010 ha iniziato a diminuire perdendo 40mila unità) è infatti consapevole che occorra cambiare rotta quanto prima.
I giganti di New York: oltre a grattare il cielo, bucano l’ozono
L’iniziativa, appoggiata con diverse riserve dal sindaco democratico della città, Bill de Blasio, mette nel mirino i veri protagonisti dello skyline di New York: i grattacieli. In una città che, per mancanza di terreni, storicamente si è dovuta sviluppare in verticale, i grattacieli sono infatti oggi fonte di 2/3 delle emissioni nocive.
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Per questo, il Climate Mobilization Act impone a molti palazzi di ridurre le loro emissioni a partire al 2024, fino ad arrivare a tagli del 40% entro il 2030. Tutti i nuovi edifici dovranno essere edificati secondo le più moderne tecniche a disposizione, i vecchi, se vorranno restare in piedi, dovranno sottoporsi a profondi interventi di ristrutturazione.
Ciascun grattacielo dovrà alimentarsi da solo
Dato che le nuove norme prevedono la chiusura di 24 centrali elettriche a gas e petrolio, i nuovi grattacieli dovranno obbligatoriamente contribuire al proprio fabbisogno di corrente elettrica tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Inoltre, i tetti dovranno ospitare orti e giardini utili a “respirare” parte dell’inquinamento urbano, restituendo alla comunità parte del terreno sottratto.
Fonte: Google Earth, veduta del Central Park
Chi paga le ristrutturazioni? Scoppia la polemica
Secondo i primi calcoli, i proprietari immobiliari, che dovranno sobbarcarsi quasi per intero gli adeguamenti richiesti dal Climate Mobilization Act, dovranno sborsare oltre 4 miliardi di dollari. E dovranno farlo quanto prima, perché la legge prevede una road map stringente. Pena multe salatissime. Tra i palazzinari costretti a mettere mano al portafogli anche Donald Trump che in città ha, appunto, la sua Trump Tower.
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Ma a preoccupare maggiormente sono gli esborsi che riguarderanno il ceto medio. Per questo, prima della firma, la nuova norma era stata considerata “troppo aggressiva” dallo stesso Bill de Blasio e, sempre per questo, è stata accolta con preoccupazione anche dalle associazioni degli inquilini, che ora temono impennate degli affitti in una città già insostenibile per costo della vita. I soli esentati, al momento, sono i palazzi dell’edilizia popolare, quelli in mano a enti no profit e religiosi e gli ospedali.
Il soccorso dei green jobs
Da parte sua, l’amministrazione della Grande Mela risponde citando diversi studi sulle ricadute occupazionali della riforma intrapresa da New York. Entro il 2030, gli impieghi ecologici in più dovrebbero essere almeno 23.627 solo nell’edilizia, per adattare i palazzi e grattacieli ai nuovi criteri. Mentre quelli indiretti circa 17mila all’anno per la manutenzione e i servizi.
Addio al traffico
Ma New York si prepara a rivoluzionare un altro protagonista delle sue strade: il traffico urbano. Le nuove norme mirano infatti a ridurre di un milione le auto in strada. Ripulire l’aria – fanno sapere dal Comune – permetterebbe di ridurre considerevolmente i casi di asma e di prevenire una 50ina di decessi l’anno dovuti più o meno direttamente alle emissioni nocive dei gas di scarico. Se New York riuscirà davvero a rispettare il percorso che si è imposta potrebbe diventare la prima megalopoli “green” della storia.