Ogni utente con 600 o più follower potrà lanciare conversazioni solo voce, con gli autori che potranno guadagnare decidendo il costo dei ticket d’ingresso, programmare gli appuntamenti audio e gestirli a quattro mani
In attesa dei pezzi forti sganciati da Facebook, la corsa all’audio dei social media vede sfrecciare Twitter. Tra innovazioni e repliche più affinate di funzionalità lanciate da Clubhouse, il social dei cinguettii continua a spingere il piede sull’acceleratore per conquistare la pole-position del comparto vocale che, guardando il traffico digitale, le mosse delle big del tech e le attese degli appassionati, si propone, anche grazie all’effetto podcast, come nuovo trend con l’ambizione di infilarsi nella leadership guadagnata da immagini e video.
Spaces audio per quasi tutti
La più attiva del lotto è proprio Twitter, che ha annunciato novità su Spaces, il servizio di conversazioni audio in diretta lanciato lo scorso dicembre e testato finora da pochi account con ampio seguito. D’ora in poi la possibilità si democratizza e diventa fruibile per tutti gli account che contano 600 o più follower, con un passo avanti rilevante che resta, tuttavia, ancora sperimentale, proprio perché non disponibile per tutti. L’obiettivo del social guidato da Jack Dorsey è, infatti, raccogliere molte più opinioni circa pregi, limiti e mancanze di Spaces, che a differenza di Clubhouse è accessibile agli utenti iOS e Android.
L’apertura consentirà a un gran numero di utenti di iniziare a prendere confidenza con il mezzo, che si presta a diverse tipologie d’uso. Proprio Twitter nella nota di lancio specifica che l’essenza degli Spazi sposta l’attenzione dalla parola alla voce e dal leggere all’ascoltare, con la possibilità di cogliere “l’autenticità e le sfumature, la profondità e il potere che solo la voce umana può generare”. E che si tratti di dialoghi intimi con pochi seguaci o dibattiti a più voci seguiti da un’ampia fetta di ascoltatori, la differenza sostanziale non c’è, se non nel modo di creare contenuti più o meno interessanti.
Spaces a pagamento per far guadagnare host e speaker
Legata a tale concetto è la seconda novità prevista da Twitter, cioè i Ticketed Spaces, ovvero i biglietti per accedere alle discussioni pianificate dagli host (con al massimo dieci speaker per ogni chat). Il punto è semplice quanto determinante, poiché gli Spaces a pagamento nascono per permettere a chi investe tempo e creatività nello sviluppo di un contenuto audio – che, per chi punta sul servizio, significa sviluppare un appuntamento più o meno fisso nei tempi decisi a piacimento ma necessari a far diventare la chiacchierata Twitter una rubrica in grado di fidelizzare il pubblico – di fissare un ticket d’ingresso e il numero massimo di ascoltatori per ripagare tali sforzi.
Gli introiti ottenuti finiranno nelle tasche di host e speaker, con la piattaforma di San Francisco che tratterrà una piccola parte, la cui percentuale non è stata ancora specificata. Il biglietto per l’ascolto degli Spaces sarà testato nei prossimi mesi da una cerchia ristretta di account, con un probabile futuro allargamento a una seconda fascia, più ampia, di utenti. La ricompensa degli host, inoltre, potrebbe essere uno degli elementi più importanti nel favorire il successo di un servizio audio rispetto ai competitor, perché tutte le piattaforme stanno cercando idee per accaparrarsi i migliori speaker che, al netto di funzionalità e vantaggi tecnici, è probabile siano più sensibili alle entrate che possono ottenere.
Le novità per gestire Spazi, speaker e ascoltatori
Nell’ottica di migliorare l’esperienza d’uso, Twitter si appresta a introdurre diverse opzioni che consentiranno agli host di gestire meglio i propri spazi. Chi apre la conversazione ha il controllo su ogni aspetto e può invitare le persone a partecipare e parlare tramite un tweet o un messaggio diretto; per mantenere sotto controllo la sicurezza degli spazi, poi, su richiesta degli stessi host è arrivata la possibilità di silenziare gli speaker, toglierli il microfono oppure rimuoverli direttamente dal dibattito, mentre nelle discussione più accese può imporre il silenzio in simultanea a tutti i partecipanti, con una singola mossa.
Le persone che sono state bloccate, inoltre, non potranno accedere alle future conversazioni lanciate dallo stesso host, con un avviso che segnalerà un utente fermato in precedenza mentre parlando in uno Spazio altrui. Chiunque può segnalare e bloccare gli altri all’interno di uno Spaces, o segnalare quest’ultimo. Da ascoltatore, invece, sempre su esplicita richiesta arrivata dopo la prima fase di test, si potrà reagire con un emoji a quanto ascoltato, così da dimostrare l’apprezzamento per l’intervento.
Programmare gli appuntamenti e il co-hosting
Tornando a chi pianifica gli Spaces, sono da considerare altre due opportunità: la prima concerne la programmazione delle conversazioni, così da favorire i seguaci a non perdere l’appuntamento, la seconda riguarda, invece, l’organizzazione a quattro braccia, cioè il co-hosting, che semplifica la gestione degli Spazi, inclusa la possibilità di passare la palla a un collega, qualora si debba lasciare la conversazione senza volerla chiudere anzitempo.