Intanto il settore automotive fa i conti con la crisi dei semiconduttori
Si chiama Factorial Energy la startup che ha appena aggiornato la lista dei propri investitori. Tra i nuovi arrivati ci sono il gruppo Stellantis e Mercedes–Benz. Le due case automobilistiche hanno siglato partnership separate, entrambe focalizzate sul co-sviluppo di batterie allo stato solido da installare sulle proprie auto elettriche. Con sede a Woburn, in Massachusetts, Factorial Energy ha l’obiettivo di diffondere su vasta scala la mobilità elettrica, facendo leva proprio sulle batterie. «Il nostro investimento in Factorial – ha commentato il CEO di Stellantis, Carlos Tavares – aumenta la velocità e l’agilità necessarie per fornire una tecnologia all’avanguardia per il nostro portafoglio di veicoli elettrici. Iniziative come queste produrranno un time to market più veloce e una transizione più conveniente alla tecnologia a stato solido».
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Sia Stellantis sia Mercedes–Benz hanno intenzione di lavorare in rapidità con le batterie allo stato solido di Factorial Energy. Entro cinque anni la tecnologia dovrebbe infatti essere introdotta nella produzione in scala. Come riporta TechCrunch, un’innovazione simile è considerata come la nuova frontiera della mobilità elettrica e non soltanto per questioni di efficienza. C’è anche il tema sicurezza: diminuirebbero i rischi di incendio delle batterie. E, stando alle cifre diffuse dalla startup USA, una volta su strada i veicoli green avrebbero un’autonomia maggiore del 50%.
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Nel frattempo l’industria automobilistica continua la transizione verso l’elettrico. Nissan ha da poco annunciato un piano da oltre 17 miliardi di dollari con Ambition 2030 e anche le grandi aziende sono impegnate con ordini di furgoni e camion più attenti alle emissioni (da Amazon a Volvo). Sullo sfondo, però, c’è la crisi dei semiconduttori e dei chip, scoppiata a seguito della pandemia che ha frenato i commerci mondiali, colpendo anche il settore automotive. La situazione potrebbe risolversi soltanto nel 2023.