Lanciato nel 1998 in Inghilterra, era stato acquisito nel 2007 dalla Big Tech di Seattle. Ora si teme che il portale venga cancellato del tutto
Amazon è tornata a licenziare nei giorni scorsi. A farne le spese c’è anche DPReview, che chiuderà il 10 aprile dopo anni di informazione qualificata sul settore tecnologico. Stiamo parlando del sito di recensioni fondato in Inghilterra nel 1998 e che Amazon aveva acquisito nel 2007, quando la pagina vantava 7 milioni di utenti unici al mese e 120 milioni di pagine viste. Nel 2010 la redazione si era spostata a Seattle, per stare vicino al quartier generale della Big Tech come si legge su TechCrunch. «Dopo quasi 25 anni di attività – spiega il magazine in un comunicato – DPReview chiuderà. Questa difficile decisione fa parte della revisione del piano operativo annuale che la nostra società madre ha condiviso all’inizio di quest’anno». Secondo le informazioni, sembrerebbe che la redazione di DPReview sia composta da 11 dipendenti colpiti dai licenziamenti. Nella foto d’apertura uno scatto ripreso dagli ironici e ben informati video con Chris Niccolls, docente di fotografia, e Jordan Drake di DPReview.
Nato come hobby, DPReview si è specializzata nelle recensioni di telecamere digitali e accessori per professionisti e appassionati. «Dpreview.com – diceva l’allora Ceo di Amazon, Jeff Bezos, poco dopo l’acquisizione – è di gran lunga la fonte più autorevole per quanto riguarda le nuove fotocamere digitali. Noi di Amazon.com siamo loro fan da molto tempo». La notizia di DPReview che chiude nelle prossime settimane come decisione di Amazon nell’ultimo round di licenziamenti si va ad aggiungere a una lista di siti e testate che hanno cessato le attività. Protocol, ad esempio, è un altro sito di news tech lanciato nel 2020 e che all’inizio di quest’anno ha salutato i lettori. A peggiorare la situazione per i lettori di DPReview è il fatto che il sito, una volta che non sarà più aggiornato, potrebbe essere tolto pure dalla modalità di sola lettura. Se così dovesse accadere, avverte The Verge, si andrebbe a perdere un patrimonio giornalistico enorme.