Orbital Games è una delle quattro software house accelerate nella Bologna Game Farm
«Basket party – ci hanno spiegato – è un titolo pensato per piattaforme mobile, sia iOS sia Android, con modalità di gioco unicamente in multiplayer». Le regole sono quelle del basket, ma non proprio. Ci sono sì i canestri e i vari ruoli che i giocatori devono ricoprire. «Abbiamo aggiunto però meccaniche MOBA (Multiplayer Online Battle Arena, ndr). Dunque si tira a canestro e nel frattempo si combatte». Se già siete curiosi vi anticipiamo che Basket Party non dovrebbe arrivare negli store prima dell’estate 2023. Nel frattempo eccovi alcuni elementi per immaginarvi all’interno di arene che non assomigliano per nulla a un campetto da basket.
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«Ci sono sempre piaciuti i giochi mobile con tempistiche veloci. E poi siamo appassionati di pallacanestro. I titoli MOBA si concentrano sul combattimento. Noi vogliamo creare un MOBA che si basi su uno sport. L’obiettivo finale è portare Basket Party nel mondo esport». Sarà un free to play, dunque la monetizzazione deriverà dalle micro-transazioni con le quali i giocatori (il target va dai 7 anni in su) potranno customizzare il personaggio. «Dal punto di vista artistico ci ispiriamo a Brawl Stars. I personaggi hanno colori sgargianti, ciascuno con i propri stili e abilità».
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«Al momento della release puntiamo ad avere un roster di 20 giocatori». Ci saranno gli umani, i mostri, gli alieni. E una volta dato il via al match making il software predisporrà due squadre equilibrate per dare il via a partite velocissime in cui conteranno sia i canestri, sia le uccisioni. L’altro elemento che aggiungerà strategia alle partite è determinato dai campi da gioco. «Ci sarà l’arena della foresta, del mago, del messicano e pure quella a tema giapponese».
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Nello spiegarci come hanno strutturato queste arene, i ragazzi di Orbital Games ci hanno lasciato con la suggestione dei cassetti. Vi ricordate quelli delle nostre camerette, pieni zeppi di roba che magicamente si perdeva in uno spazio decisamente limitato? «Abbiamo creato i campi da basket ispirandoci proprio ai cassetti, luoghi mitologici, dove lasciavamo cose, oggetti, creando un ambiente in miniatura».