Da Digital Dreams Entertainment un videogioco FPS davvero esagerato
Sono quasi vent’anni che i gamer vanno a caccia di dinosauri. Dal lancio di Turok a inizio millennio questo sotto-genere di FPS ha raccolto i suoi adepti, tra i quali non per forza si ritrovano appassionati di Jurassic Park. Il divertimento di questi titoli sta proprio nella libertà totale di imbracciare un fucile e iniziare una caccia che è sempre stata squisitamente videoludica. Vent’anni dopo, su Nintendo Switch, il genere accoglie un nuovo esemplare con Carnivores: Dinosaur Hunt. Lo abbiamo testato su console portatile e ci siamo divertiti un mondo a rincorrere erbivori in mezzo ad ambientazioni improbabili, o ad essere inseguiti da mostri ben più minacciosi.
Leggi anche: Going Under, la startup salvata da una stagista. Eroina della Silicon Valley
Carnivores: Dinosaur Hunt: cacciatori ed esploratori
Sviluppato da Digital Dreams Entertainment, Carnivores: Dinosaur Hunt è un videogioco in cui il nostro compito è equipaggiarci per missioni, brevi o lunghe (dipende molto dal fiuto da cacciatore), in cui dovremo letteralmente collezionare dinosauri quasi fossero Pokémon. Naturalmente l’adrenalina e la bellezza della scoperta sono garantite grazie a una atmosfera che, per quanto non eccezionale, riesce a farci sentire un pò cacciatori e un pò esploratori.
Leggi anche: Aluna: Sentinel of the Shards, la quota latina che mancava al gaming
Dal pad abbiamo infatti la possibilità di mettere da parte il fucile e impugnare un tablet altamente tecnologico, che riuscirà a darci non soltanto la posizione di un dinosauro sulla mappa, ma anche la direzione del vento. In questo Carnivores: Dinosaur Hunt diventa un pelo più simulativo dal momento che il giocatore è costretto a fare attenzione a diversi tipi di fattori. Ogni dinosauro ha una vista e una capacità di percepire presenze ostili differenti: se è un erbivoro potreste avvicinarvi e poi sparargli in un batter d’occhio. Ma per altre categorie di mostri la faccenda si complica.
Leggi anche: Recensione di Mutazione, la versione tranquilla di Biomutant?
Quel tocco di simulativo
Il vento fa la differenza dal momento che il nostro odore può essere più o meno facilmente percepito dai dinosauri. Insomma, le campagne non sono tutte facili come bere un bicchiere d’acqua. A volte, lo ammettiamo, potreste anche trovarle un pelo noiose quando ci sono gli stessi dinosauri da catturare e l’unica fatica sta nel dover camminare e camminare fino a raggiungerli. Una volta abbattuto una di queste bestie, il giocatore deve chiamare il drone per catturarlo . A questo punto va in scena un siparietto da B–Movie con un trasferimento stile UFO in cui, ad esempio, un brontosauro stecchito si solleva da terra e viene inghiottito dalla macchina volante per poi scomparire.
A livello grafico il progetto non fa gridare certo al miracolo. I pop up sono numerosi e il realismo eccessivo del vento fa a pugni col fatto che certi alberelli siano del tutto inconsistenti se ci passiamo attraverso. L’esperienza da shooter, infine, fa il suo dovere senza lode e senza infami. Detto questo, se amate il genere e avete collezionato i titoli di questa saga non saremo certo noi a sconsigliarvi un videogioco che promette divertimento e grasse risate all’aria aperta. Ma attenzione a non fare troppo rumore: i dinosauri vi sentiranno…