Un titolo indie per catalogare vermi e mostri acquatici
Quello apocalittico è un genere in voga anche nel campo videoludico. La Terra è spacciata e, a volte, l’umanità deve farsi forza e trovare nuovi pianeti dove non ripetere gli errori passati. C’è senz’altro la spinta ecologica del nostro tempo a ispirare tutto questo. Cellular Harvest, titolo indie sviluppato dalla realtà di Bristol aPriori Digital, è stato appena rilasciato su Nintendo Switch con un walking simulator in prima persona dalla fortissima impronta retro – vi sembrerà di tornare indietro di qualche decennio grafico – in cui il protagonista è chiamato a fotografare la natura di un altro pianeta per raccogliere informazioni e garantire il destino degli uomini.
Il gameplay di Cellular Harvest è semplice: si cammina o si corre, ci si guarda intorno in un mondo colorato e decisamente innocuo, dove non abbiamo armi e non dobbiamo adottare tecniche stealth per sorprendere creature aliene impegnate a bere da un laghetto. Qualsiasi essere – vegetale o animale – deve essere fotografato per consentire all’intelligenza artificiale in dotazione alla fotocamera di informarci sul cosa abbiamo di fronte. Basta cliccare L, attivare la visuale e scattare con R. Non è il primo videogioco le cui meccaniche si riducono al fotografare cose in giro, ma è bene avvisarvi: il rischio ripetitività è forte, soprattutto perché l’interazione con il mondo esterno è inesistente.
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Il prezzo sullo store non rema certo contro a un titolo indie che ha comunque ricreato mostri e alieni di ogni tipo: dai più piccoli vermiciattoli ai mostri acquatici. Non si cammina seguendo un ordine, per quanto non ci sia il rischio di perdersi: l’esplorazione domina l’esperienza e, a dire il vero, non è tanto la grafica retro a limitare il gameplay, anzi. In un mondo così diverso dal nostro, con meduse volanti e altri esseri bizzarri, ci sarebbe davvero piaciuto vivere un’interazione credibile tra noi e animali così strani.