Netflix e YouTube riducono il flusso streaming per contenere il traffico su Internet. A fare traffico ora sono soprattutto i videogiochi. Un picco è seguito dopo il rilascio dell’ultima modalità di Call of Duty
Per un mese, Netflix e YouTube faranno a meno dell’alta definizione. Lo hanno deciso i due colossi, venendo incontro a una richiesta precisa della Commissione europea di ridurre i flussi dei servizi in streaming per non far collassare l’infrastruttura del Vecchio continente, messa a dura prova da questo periodo in cui la quasi totalità dei cittadini europei vive in quarantena e, quindi, perennemente connessa. Un Internet in affanno così non si era mai visto. Ora il mirino potrebbe spostarsi sull’altro fenomeno che spopola in Rete: i videogame. Ma andiamo con ordine.
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Le iniziative di Netflix e YouTube
YouTube ha dichiarato che passerà per i prossimi 30 giorni tutto il traffico in Europa alla definizione standard per impostazione predefinita. «Continueremo a lavorare con i governi degli Stati membri e gli operatori di rete per ridurre al minimo lo stress sul sistema, offrendo al contempo una buona esperienza utente», ha affermato il colosso statunitense in una nota, aggiungendo che finora sono stati comunque riscontrati solo alcuni picchi di utilizzo.
Netflix inizierà a ridurre il bit rate in tutti i suoi flussi in Europa per un mese, ha dichiarato la società con sede nella Silicon Valley nella serata di ieri. «Stimiamo che ciò ridurrà il traffico Netflix sulle reti europee di circa il 25%, garantendo al contempo un servizio di buona qualità per i nostri membri».
I warmly ?? the initiative that #Google takes to preserve the smooth functioning of the Internet during the #COVID19 crisis by having #YouTube switch all ?? traffic to SD by default. @sundarpichai and @SusanWojcicki demonstrate strong responsibility.https://t.co/jMNhFFpsxa
— Thierry Breton (@ThierryBreton) March 20, 2020
Entrambi hanno dunque risposto prontamente all’invito del commissario europeo dell’industria Thierry Breton di ridurre i flussi. Lo stesso Breton ha detto di aver accolto con favore l’azione intrapresa da Netflix e YouTube «per preservare il regolare funzionamento di Internet durante la crisi dovuta al Covid-19».
We crossed 15 million players earlier today, thank you #Warzone fans. #FreeCallofDuty pic.twitter.com/6Xw7MyFk2C
— Call of Duty (@CallofDuty) March 14, 2020
Secondo i gestori delle reti, il tempo trascorso dalle persone in streaming è aumentato di oltre il 20% in tutto il mondo lo scorso fine settimana, con picchi del 40% in Austria e Spagna. Bloomberg, sostiene che “la quantità di dati che passa attraverso la rete telefonica nazionale è aumentata di oltre i due terzi nelle ultime due settimane”.
What a day! 24 hours in and over 6 million of you have dropped into #Warzone.
Thank you – we’re just getting started.#FreeCallofDuty pic.twitter.com/GpDKJw5QD4
— Call of Duty (@CallofDuty) March 11, 2020
Internet in affanno: colpa dei videogames?
A mettere Internet in affanno, però, non è solo la proiezione di filmati, ma anche e soprattutto le partite multiplayer online a titoli come Fortnite e Call of Duty: Modern Warfare (che ha da poco rilasciato un aggiornamento, la modalità battle royale Warzone, arena free-to-play, cui è seguito un picco del traffico online che ha messo a dura prova i server). La stressa software house di CoD ha dichiarato di aver registrato 6 milioni di giocatori in 24 ore. Cifra più che raddoppiata solo dopo pochi giorni.
E se questi numeri vi sembrano mostruosi, sappiate che Fortnite a metà 2019 aveva oltre 250 milioni di giocatori registrati. Non giocano tutti contemporaneamente nemmeno durante la quarantena, è ovvio, ma la cifra parla da sola. Troppi, in tempi difficili come questi, perciò anche se ufficialmente nulla è stato ancora detto, i prossimi a dover effettuare tagli ai propri servizi online potrebbero essere proprio i videogiochi. Del resto, è giusto che tutti facciano la propria parte.