Divertente, senza troppe pretese. Non mancano terroristi, bunker e zombie
Chiariamolo subito. Call of Duty sta in una galassia, Counter Recon: The First Mission in un’altra, molto lontana. Se il primo è uno dei titoli più immersivi e più amati dagli appassionati di FPS, con ricostruzioni belliche fedeli, certo non si può dire lo stesso del secondo, che abbiamo testato su Nintendo Switch. Sviluppato da Trooze, il videogioco è uno sparatutto in prima persona nel quale impersoniamo un veterano dell’esercito USA alle prese con una lunga serie di missioni per eliminare terroristi che, dal 2030, tengono in pugno la maggior parte delle città nel mondo. Come trama nulla di sensazionale, ma vediamo come se la cava in azione.
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Counter Recon: The First Mission, il gameplay
Le missioni di Counter Recon: The First Mission sono brevi, all’interno in quartieri all’inizio facili, dove una manciata di nemici ci dà la scusa per allenare il nostro occhio da sniper. Le cose si complicano mano a mano: ecco perché occorre investire il danaro raccolto dopo ogni uscita in nuove bocche di fuoco. Inoltre ogni volta che uccideremo un terrorista dovremo stare attenti a raccogliere eventuali cartucce per non rimanere a secco sul più bello. Le operazioni si concludono in pochi minuti, ma gli sviluppatori hanno saggiamente inserito un conto alla rovescia: se il tempo scade dobbiamo ripetere la missione.
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Qualche limite
In modalità arcade, questo FPS è senz’altro divertente per sessioni di gioco mordi e fuggi. Purtroppo abbiamo riscontrato limiti in alcune situazioni quando, pur crivellando i nemici, questi non reagiscono affatto mentre la barra della loro vita si azzera. Un vero peccato poi non poter sparare mentre si corre. Fortunatamente i terroristi dell’ISS, non meglio specificata organizzazione che ha preso il sopravvento sul mondo civile, non sono così inermi e rendono i combattimenti piuttosto movimentati. Al primo nostro colpo, i gruppi inizieranno a correre di qua e di là per rispondere al fuoco.
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Ma ci sono gli zombie
Oltre alle armi – una quindicina in tutto – va tenuto in considerazione anche l’ambiente di gioco. Ogni capitolo è composto da 20 missioni che ci impegnano in contesti differenti: all’inizio si combatte in Big City of Asia, per poi spostarsi in Central Town Center e alla fine dei giochi tutto si decide nella Invaded City. L’aspetto sfidante che aiuta a non rendere il videogioco un titolo da bersi come un bicchiere d’acqua è rappresentato dalle sezioni bloccate. Queste infatti si attivano al raggiungimento di determinati obiettivi. C’è Infinity, modalità in cui dovremo prendere d’assalto bunker nemici e, per chi ama il genere, non mancano gli scontri con gli zombie.