Gameplay ridotto all’osso. Ma l’esperienza merita le ore spese a indagare
Non si contano più gli omaggi che il settore videoludico ha rivolto allo scrittore Howard Phillips Lovecraft, capace di legare il proprio nome a un genere dove thriller e horror si mescolano creando atmosfere di costante tensione. Nel recensire Desolatium, titolo sviluppato da Superlumen e Soedesco, ci siamo immersi in un mondo che richiama quel clima. Il titolo è un punta e clicca dall’interessante approccio narrativo. Non appena si inizia a giocare le domande sorgono spontanee e in questa recensione di certo non saremo noi ad aiutarvi nell’orientamento. Godetevi il percorso di follia che vi attende.
Grazie al fotorealismo, le schermate statiche che attraverseremo riescono comunque a calarci nella parte delle quattro figure che andremo a impersonare. Disponibile su PC e console, Desolatium è un’esperienza da godersi anche in VR dal momento che tutti gli scenari sono esplorabili a 360 gradi.
Una misteriosa scomparsa ci obbliga a fare luce su inquietanti misteri e nei panni di quattro persone dovremo camminare e risolvere enigmi. Il gameplay è ridotto all’osso, ma non è certamente quello l’elemento più critico. Manca purtroppo una mappa del mondo di gioco, e a nostro avviso il ricorso al punta e clicca in schermate fisse finisce con il fiaccare la tensione.
Non ha neppure il mordente giusto l’audio design, che ci saremmo aspettati tutt’altro che residuale. Desolatium è un titolo in cui ci si ferma spesso e si legge molto, conoscendo le tante storie che vi indurranno ad avanzare ipotesi. In una manciata di ore arriverete ai titoli di coda, forse non del tutto appagati dall’aspetto ludico, ma sicuramente ingaggiati da una trama che ha il pregio di non riproporre cose già viste.