Da Moovenda a Foodracers, Deliveroo, Foodinho, Foodora. E molti altri. Perché i pony express della gastronomia sono in continuo aumento, da nord a sud. Ecco la mappa (italiana) del food delivery
Gli italiani amano mangiare bene, e non c’è da stupirsi se chi ha poco tempo cerchi lo stesso la qualità. Buongustai sì, però anche amanti della comodità. Ecco perché, dopo il successo dilagante della danese JustEat, pioniera sul mercato dal 2001 e in Italia dal 2011, le startup delle consegne a domicilio stanno trovando sempre più terreno fertile. Il Food Delivery in Italia muove oggi un mercato da 400 milioni di euro (Fonte: Il Sole 24 ORE). Un business che soddisfa clienti e ristoratori, i quali riescono a intercettare un target che da soli non sarebbero in grado di cogliere.
Food racers nel tempo libero
Il Nord-Est Italia è il regno di Foodracers. La nuova startup del food delivery nasce a Treviso dall’idea di Andrea Carturan, già fondatore di “Te-le-trasporto”, ed è operativa anche a Mestre, Rovigo, Trieste, Udine, Ferrara, Bologna, Pavia, Padova, Parma, Reggio Emilia, Vicenza. Il punto forte del servizio è la semplicità: nessun quantitativo minimo negli ordini e un network spontaneo di corrieri disponibili in zona. Dal momento della comanda, parte subito uno dei fattorini nelle vicinanze, ritira il manicaretto dal ristorante e lo consegna. Questo sistema funziona proprio perché non ha obbligo di turni, il servizio si modella sul tempo libero dei suoi pony express.
A Milano consegne su due ruote in 30 minuti
Sempre più in crescita anche a Milano le piattaforme di consegne gastronomiche. Come Deliveroo, fondata a Londra nel 2013, e appena entrata sul mercato italiano con 20 risorse dedicate. Una vera e propria tech company della logistica: grazie alla geolocalizzazione, dalla piattaforma integrata o dall’app, si sceglie il ristorante preferito della zona e si monitora lo stato della consegna. Con l’aggiunta di 2,50 euro, in una media di 32 minuti il pranzo è servito. Foodora, invece, in poco più di un anno copre già 24 città in tutto il mondo grazie ai suoi fattorini in bicicletta. Oggi è al 100% proprietà di DeliveryHero, il network berlinese da 100mila ristoranti che supera il miliardo e mezzo di capitale (ne abbiamo parlato qui). E poi c’è Foodinho che punta a espandersi in tutta Europa ed è la prima startup di diritto estero iscritta come impresa innovativa in Italia. «Siamo una piattaforma delivery di corto raggio che lavora tramite bike messenger o persone dotate di veicoli elettrici. A costi bassi perché un rider può fare fino a 8/10 consegne l’ora» spiega Matteo Pichi, founder di Foodinho.
70 fattorini al servizio della capitale
E anche Roma non poteva mancare all’appello. A farla da padrona qui è Moovenda, la cosiddetta “Amazon del Food”. 70 fattorini armati di tablet, e un’app di e-commerce, per servire la capitale a tempo di record. Forti del motto “dont’worry eat happy” la startup romana, fondata da Simone Ridolfi, Simone Terranova e Filippo Chiricozzi, in collaborazione con Luiss Enlab, offre un servizio impeccabile (a 3,50 euro di consegna) con una scelta che supera i 100 locali convenzionati. Soddisfatti soprattutti i giovani fra i 25 e i 45 anni. E Moovenda adesso guarda lontano: dagli iniziali 60 mila euro ha già raggiunto un aumento di capitale da 535mila, e vuole raddoppiare i moovers entro il 2016.
E così si creano opportunità di lavoro
Le nuove realtà del food delivery permettono oggi ai giovani di aprirsi nuove opportunità di lavoro, anche temporaneo (JustEat conta già da sola 1500 dipendenti!). Bicicletta, smartphone e tempo libero, queste le caratteristiche richieste. «Ogni driver segnala giorni e orari disponibili per effettuare le consegne nella sua zona. Tra di loro molti studenti e lavoratori che vogliono arrotondare, anche solo nel weekend» spiega Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo. «I nostri moovers – aggiunge Simone Ridolfi di Moovenda – sono prevalentemente studenti o disoccupati che ricevono un compenso a titolo di prestazione occasionale per ogni consegna effettuata».