I ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory hanno scoperto una mutazione di un ricettore che permette di far crescere il granturco del 50% in più. Ecco perché
Una soluzione alla crescita della popolazione mondiale e al cambiamento climatico con attenzione alla sicurezza alimentare. Ha provato a trovarla un team di biologi del Cold Spring Harbor Laboratory che potrebbero sfruttare una mutazione genetica naturale per aumentare la produzione del granturco del 50%.
Un ricettore che regola la crescita delle pannocchie
La scoperta riguarda il gene che blocca la crescita delle pannocchie una volta raggiunta una certa dimensione. E l’individuazione della mutazione che permette di superare questo limite interno. La chiave è in un ricettore che si chiama Fea3 che processa i segnali delle foglie e li trasmette alle pannocchie per fermarne la crescita. In alcuni casi, i ricettori Fea3 non funzionano a causa di una mutazione genetica che consentono alle cellule di crescere fuori controllo. Questa potrebbe sembrare una cosa positiva perché permetterebbe di ottenere delle pannocchie di grandi dimensioni. In realtà, la mutazione produce l’effetto opposto perché il risultato sono pannocchie piccole e deformi. Il motivo sta nelle cellule staminali che la pianta produce e che poi non è in grado di gestire: «La pianta non ha a disposizione sufficienti risorse per sopravvivere», ha spiegato il ricercatore David Jackson a Gizmodo.
Produzione aumentata del 50%
La ricerca ha permesso di scoprire che, se mescolati con granturco normali, questi ricettori riescono a incidere in maniera positiva sulla crescita della pianta. E alla fine le pannocchie sono più grandi e con un numero di chicchi superiore del 50%. Questa novità potrebbe essere applicata anche ad altre produzioni agricole come grano e riso con raccolti più consistenti: «Questo potrebbe significare un aumento significativo della produzione e un miglioramento della sostenibilità agricola perché richiede meno terra da destinare alle piantagioni», ha spiegato Jackson. Per il momento, però, tutto rimane in laboratorio in attesa di ulteriori studi.