Il pomodoro utilizzato sulle pizze Buitoni, marchio del Gruppo Nestlé, proviene da campi in cui il fabbisogno idrico delle piante viene monitorato costantemente attraverso sonde nel terreno. Abbiamo seguito il viaggio del pomodoro, dal campo alla tavola
I consumatori chiedono con sempre maggiore forza che il cibo acquistato sia prodotto in maniera sostenibile. E molte aziende agroalimentari si stanno facendo promotrici di questa svolta lungo tutta la filiera. Un esempio è Nestlé che sta promuovendo a livello globale un modello di agricoltura rigenerativa e che in Italia ha avviato un progetto per la gestione smart dell’irrigazione nei campi di pomodoro da cui si ottiene la polpa per le pizze Buitoni (marchio Nestlé).
L’irrigazione diventa intelligente
Per toccare con mano che cosa significa sostenibilità in agricoltura siamo stati a Piacenza, presso l’azienda di Cesare Malvicini, una delle 4 scelte da Nestlé e Steriltom, azienda di trasformazione del pomodoro, per implementare un sistema di irrigazione smart.
“Quando abbiamo trapiantato le piantine di pomodoro sono state installate nel terreno 4 sonde per ognuno dei miei due campi. Le sonde misurano la quantità di acqua disponibile nel terreno a diverse profondità e inviano i dati ad una centralina dotata di pannello solare che a sua volta li carica in cloud”, ci racconta Cesare Malvicini, che guida una azienda agricola di 65 ettari (di cui 10 a pomodoro) a Grossolengo, alle porte di Piacenza.
In questo modo l’agricoltore può monitorare costantemente i suoi campi e attivare il sistema di irrigazione quando c’è carenza di acqua. Se prima si irrigava ad occhio, adesso è possibile farlo con cognizione di causa. I risultati? Un risparmio di acqua di circa il 40%, piante più sane e pomodori più buoni.
D’altronde come rivelano i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood (Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia) la priorità principale per le aziende agricole che abbracciano il paradigma di agricoltura 4.0 è rendere più sostenibili da un punto di vista ambientale le proprie coltivazioni. Al secondo la consapevolezza delle dinamiche interne all’azienda, mentre al terzo c’è la riduzione dei costi, possibile utilizzando meno acqua. “Il sollevamento dell’acqua e la distribuzione in manichetta rappresentano un costo energetico rilevante. Ridurlo del 40% è un bel risparmio”.
E ancora, secondo l’Osservatorio Smart AgriFood al quarto posto tra le priorità delle aziende 4.0 c’è rendere più semplice il lavoro intellettuale. E infatti Malvicini conferma: “Dallo smartphone vedo in un attimo i numeri che mi interessano e decido se accendere o meno l’impianto. È tutto più semplice e anche se sono lontano dai campi posso sapere se le colture hanno acqua a disposizione o meno”.
Tra le priorità delle aziende c’è poi il miglioramento della qualità del prodotto, che sicuramente si può ottenere dosando in maniera corretta la risorsa idrica. “Poca acqua provoca problemi alla produzione, ma troppa può causare la marcescenza di frutti e piante. L’ottimo, come spesso accade, sta nel mezzo”.
La sostenibilità, dal campo alla fabbrica
Dopo essere stato raccolto meccanicamente il pomodoro di Malvicini lascia i campi su un camion e raggiunge la Steriltom, azienda nata nel 1934 e specializzata nella produzione di polpa di pomodoro per l’industria alimentare e il canale HoReCa. Qui i pomodori vengono selezionati, lavati, tagliati e cotti per poi essere impacchettati e spediti in tutto il mondo, compresa la fabbrica della Buitoni a Benevento.
Fiore all’occhiello di Steriltom, che ha acquisito insieme ad Emiliana Conserve la fallita Ferrara Food, è il sistema di pastorizzazione del pomodoro e di recupero dell’acqua. La polpa viene infatti portata per alcuni minuti sopra a 100° C per poi essere raffreddata e impacchettata. In questo modo può durare anni senza perdere le sue proprietà nutritive ed organolettiche.
“In azienda abbiamo una gestione accorta dell’acqua che ci permette di ridurne l’uso”, ci spiega Alessandro Squeri, quarta generazione a capo dell’azienda di famiglia. “Nel nuovissimo impianto di Ferrara c’è un sistema chiuso che recupera l’acqua utilizzata nella lavorazione del pomodoro e la riutilizza in modo da essere 100% autosufficiente”.
Ogni anno dai magazzini di Steriltom partono circa 2.700 tonnellate di polpa di pomodoro verso la fabbrica di Buitoni. Ma il gruppo, che ogni anno fattura circa 100 milioni di euro, esporta in tutto il mondo. “Per noi la qualità è un aspetto prioritario del lavoro. Per questo lavoriamo a stretto contatto con gli agricoltori supportandoli anche nel percorso dell’innovazione. Innovare significa avere pomodori più buoni e sostenibili”, conclude Squeri.
La sostenibilità secondo Nestlé
Nestlé è stata tra le prime multinazionali al mondo a mettere nero su bianco il suo impegno nei confronti della sostenibilità dell’agricoltura. Sostenibilità che è prima di tutto ambientale, se si vuole fermare il surriscaldamento globale, tutelare la biodiversità e l’ambiente in cui viviamo. Ma anche sociale, visto che moltissimi agricoltori, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, vivono in povertà.
Grazie alla sua rete fatta di 150 mila fornitori e 500 mila agricoltori Nestlé vuole mettere in campo delle azioni per proteggere e risanare l’ambiente, migliorare i mezzi di sussistenza degli agricoltori e il benessere delle comunità agricole. Sostenibilità che passa dal promuovere le tecnologie innovative, offrire assistenza tecnica, sostenere gli investimenti in innovazione e garantire un prezzo maggiore a quelle derrate che vengono prodotte in maniera sostenibile. Inoltre l’azienda sta adottando misure per dimezzare le proprie emissioni entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050.
Per aiutare i giovani che sono appassionati di agricoltura, Nestlé a novembre lancerà una nuova piattaforma di formazione, che si focalizzerà sulle pratiche di agricoltura rigenerativa e su come migliorare la resilienza delle aziende agricole al cambiamento climatico. Il progetto sarà rivolto agli oltre 40.000 agricoltori che partecipano ai programmi del Gruppo per supportare l’imprenditoria nel settore agricolo.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che rappresenta un primo, ma importante passo nel cammino che stiamo intraprendendo in Italia per supportare l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa nella nostra filiera”, dichiara Marco Travaglia, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Nestlé Italia e Malta. “Le aziende che operano nel settore agroalimentare hanno il dovere e l’opportunità di contribuire a un cambio di rotta, positivo per l’ambiente, le comunità, per noi stessi e per le generazioni future”.