In centinaia di ristoranti Usa della famosa catena di caffetterie gli appassionati di Pokémon Go possono ritrovarsi per cacciare i mostriciattoli
Quando eravamo piccoli avevamo il gelato al sapore di “puffo”. Lo scorso weekend, invece, abbiamo scoperto che sapore hanno i Pokémon. La catena Starbucks ha stretto un accordo con Niantic Labs, l’azienda madre del videogioco, per trasformare centinaia di ristoranti in “Pokéstop”, cioè punti di raccolta dei piccoli mostriciattoli. Non solo: Startbucks ha lanciato l’8 dicembre 2016 il Frappuccino al sapore di Pokémon che, stando alla descrizione sul sito, dovrebbe esser composto da una base di vaniglia, mischiata con sciroppo di lamponi e more ghiacciate con una spruzzata di crema in cima. Insomma, i draghetti e le tartarughe che si acchiappano per strada, hanno il sapore dei frutti di bosco.
Per ora l’iniziativa è stata avviata solo negli Stati Uniti, in circa 7.800 location che sono diventate “palestre” per allenatori di Pokémon Go. Il gioco è il primo che la Nintendo ha sviluppato per dispositivi mobili, in collaborazione con Niantic, azienda che si occupa specificatamente di realtà aumentata (di proprietà Google). La possibilità di prendere i Pokémon con la realtà aumentata è stato l’elemento che ha fatto sì che quest’app diventasse virale: i piccoli mostri si “cacciano” per le strade, nei negozi, perfino nei musei. Tant’è che ci sono state non poche polemiche sul fatto di permettere l’attivazione del gioco anche in luoghi delicati, come scuole, luoghi di memoria, cimiteri.
Gli Startbucks, invece, diventeranno un punto di incontro per gli appassionati, che potranno ordinare per qualche tempo il frappuccino al sapore di Pokémon. Non è la prima volta che la Niantic stringe accordi di questo tipo. Lo aveva già fatto con McDonald’s: in Giappone già da qualche tempo tra hamburger e patatine si trovano anche Pokémon.