Dalla Sicilia arriva su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e PC un videogioco horror che non spaventa quanto e come dovrebbe, ecco perché
Contrariamente a quello che si crede, non è mai divertente per un giornalista cassare completamente un videogame recensito. Soprattutto se il titolo in questione appartiene a una serie che era partita molto bene (avevamo recensito qui il primo capitolo, Remothered: Tormented Fathers) e se, fatto non di minor importanza, è italiano. Perché il mercato tricolore è ancora giovane e fragile, avrebbe bisogno di tutto il supporto possibile della stampa (invece siamo in quattro gatti a parlare dei videogame fatti in Italia) e non di recensioni negative. Ma Remothered: Broken Porcelain è davvero una porcellana scheggiata…
Quelle fessure in Remothered: Broken Porcelain
I più attenti tra voi avranno notato che abbiamo atteso parecchio, circa due settimane, prima di esprimere un giudizio su Remothered: Broken Porcelain e questo perché, quando ha debuttato, il titolo di Darril Arts (cui appartiene l’IP), Stormind Games (che ha materialmente sviluppato il gioco) e Modus Games (produttore) era a dir poco ingiocabile. Spettacolare sul fronte grafico, curato nei minimi dettagli a livello artistico (l’albergo in cui è ambientato è incredibilmente zeppo di particolari e pure di rimandi a cult cinematografici horror, tra cui Shining), dalla trama piuttosto valida, ma comunque inaffrontabile per colpa di quanto abbiamo registrato sul fronte ludico.
Ma solo noi notiamo una vaga assomiglianza con la Greta dei Friday4Future?
Giocare a Remothered: Broken Porcelain nelle ore immediatamente successive al lancio è stato piacevole come calpestare a piedi nudi cocci di vetro. Per farvi un esempio, siamo morti più volte perché, mentre eravamo inseguiti da un nemico, anziché nasconderci in un armadio ci veniva offerta solo l’opportunità di ispezionarne i cassetti… Potete immaginare gli insulti da stadio che partivano all’indirizzo di chi avesse permesso bug simili…
Quando si è inseguiti dalla tizia col lampadario sulla testa non resta che darsela a gambe
Da parte loro, in realtà, gli sviluppatori siciliani ce l’hanno messa davvero tutta per sanare le magagne, rilasciando corposissime patch che, anche abbastanza velocemente, stanno quasi riscrivendo il gioco. Quindi questa recensione (che alla fine abbiamo dovuto pubblicare, non potendola tenere per sempre in ghiacciaia) potrebbe invecchiare in fretta. Anzi, speriamo sia così: confidiamo che chi giocherà a Remothered: Broken Porcelain sotto Natale possa provare una esperienza totalmente diversa dalla nostra per merito degli aggiornamenti rilasciati nel frattempo. Lo auguriamo ai videogiocatori e al team di sviluppo: tutti ragazzi in gamba che meritano il meglio e non cattive recensioni.
Strano: lanciare degli scatoloni vuoti contro i nemici non ne ferma l’avanzata…
Ma anche le nostre partite a loro modo sono state memorabili. In modo tragicomico, però. Molto è dovuto all’intelligenza artificiale che muove i sinistri figuri che si aggirano per l’Ashmann Inn. Talvolta sono praticamente ciechi: potremo accoccolarci sui loro piedi e non se ne accorgeranno. Altre volte riusciranno a stanarci anche dai nascondigli più riusciti. Una schizofrenia che fa il paio con le volte in cui restano bloccati con gli elementi dello scenario e quindi non possono inseguirci. E poi ci sono i controlli, che andrebbero rimappati, perché sembrano studiati per riesumare quelli, orribili, dei primi Resident Evil per renderli ancora più ostici. In un’occasione, il nostro inseguitore era rimasto bloccato per via di un corrimano, mentre noi non riuscivamo a voltare l’angolo, pareva una competizione tra due tartarughe rimbambite, con buona pace della resa horror dell’inseguimento…
Una decina di giorni dopo il debutto, su tutte le console (noi abbiamo provato il titolo sia su PC sia su PlayStation 4) è uscita una patch piuttosto corposa che ha migliorato un po’ di difetti, ma nel buio e tetro hotel degli Ashmann c’è ancora qualcosa che cigola e non certo per creare atmosfera. Peccato, anche perché l’atmosfera, quella vera, trasuda da tanti, piccoli dettagli e viene sorretta dalla sinossi (noi avremmo diminuito i salti temporali, che affaticano un po’ la comprensione). Ma l’IA fa ancora fatica ad adattarsi alle esigenze di un giocatore del 2020.
Insomma, al momento è difficile consigliare Remothered: Broken Porchelain dati gli errori e le mancanze. Anche dopo tutte le patch, arriverebbe alla sufficienza stiracchiata. C’è da considerare che mentre i ragazzi di Stormind Games sviluppavano il gioco, è scoppiata l’epidemia di Covid-19 che deve aver sottratto loro molto tempo utile: sarebbe stato meglio rimandare ma probabilmente volevano uscire in contemporanea con un altro horror indie: Amnesia Rebirth, che peraltro si è rivelato un capolavoro, come raccontiamo nella nostra recensione. Insomma, come vuole la legge di Murphy, tutto quello che poteva andare storto si è accavallato e il risultato non è dei più soddisfacenti. Ma restate in attesa di patch, perché presto o tardi dovrete avventurarvi nell’albergo maledetto.