Da Velan Studios una videogioco spumeggiante in salsa cyberpunk
Se un titolo prende il nome dal mondo in cui è ambientato, allora le aspettative salgono. Knockout City, disponibile da poco per gli abbonati al Game Pass, è un videogioco sul quale vi suggeriamo di buttarvi a capofitto. Gli sviluppatori USA di Velan Studios hanno pubblicato con EA un prodotto che promette lunghe sessioni in multiplayer a svolazzare tra un palazzo e l’altro, scagliando proiettili (palle, ma volano come proiettili) contro la squadra avversaria. In uno scenario arcade dai colori sgargianti, la mente corre subito alla killer app di Fortnite, di cui Knockout City riprende senz’altro alcuni elementi della grafica, oltre al gameplay frenetico in un’arena di gioco affollata di nemici armati fino ai denti. Ma questo IP svetta per un’originalità di fondo che conquista fin dal tutorial, approfondito e ingaggiante. Se avete una connessione stabile a casa – è necessario collegarsi al server di EA per giocare – scaldatevi e preparatevi a scendere in campo, o meglio, in città. Ecco la recensione di Knockout City.
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La recensione di Knockout City
Knockout City è un piacevole ibrido tra un titolo sportivo arcade e uno sparatutto in terza persona. Il nostro personaggio è quello che si potrebbe definire un vero ganzo di città. Una volta registrati con il nostro account si atterra subito in quello che viene definito il nascondiglio, il menu principale in cui è possibile girovagare, tirare qualche palla contro pupazzi inermi e accedere ad allenamenti o partite. Nonostante a prima vista lo sport in questione sia una brillante versione cyberpunk della tanto nota palla avvelenata, il nostro suggerimento è quello di prendervi tutto il tempo per impratichirvi con comandi e tattiche di gioco. Non sarà una passeggiata di salute e giocando in multiplayer con altri gamer magari già più navigati di voi (oltre 2 milioni di giocatori si sono già registrati al titolo) potrebbe capitarvi una rissa – questo il nome tecnico – parecchio dolorosa.
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Il gameplay
Non basta lanciare e parare. Il titolo non è affatto sviluppato per essere respingente, anzi. Dai primi secondi di gioco ci rendiamo subito conto di quanto possa salire vertiginosamente la nostra parabola di apprendimento. Ma non bisogna mettere il carro davanti ai buoi. In queste recensione di Knockout City vi anticipiamo che per agganciare un avversario contro cui far fuoco – ci sono diversi tipi di palla – ci vuole un amen. E caricato il colpo con RT basterà soltanto rilasciarlo. A quel punto, però, nulla è detto: attendendo troppo nel fase di lancio corriamo il rischio di dare nell’occhio e la vittima designata avrà così secondi preziosi per prendere posizione per la parata.
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Appunto, la parata. Con LT schiacciato al momento giusto, è possibile parare senza alcun danno e restituire pan per focaccia. Oltre a questa logica di attacco e difesa ci sono poi altre tecniche come il farsi palla. Avete capito bene: il nostro protagonista, in assenza di una sfera a disposizione – sono sparse in tutta la mappa di gioco – può iniziare a rotolare e farsi prendere da un compagno per essere scagliato contro la squadra nemica. Questo è uno degli attacchi più scenografici, soprattutto perché è possibile anche farsi lanciare per aria tipo razzo SpaceX per poi atterrare al suolo, sopra la testa dei nemici, con un risultato esplosivo.
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Gioco di squadra
Nella recensione di Knockout City non potremmo però trascurare la protagonista indiscussa delle nostre risse. La città è stata sviluppata in una maniera brillante, labirintica, con un sacco di angoli da scoprire per sfruttarli a proprio vantaggio. Il nostro eroe, per quanto abile con la palla, non ha la possibilità di fare salti troppo pronunciati. Così, quando saremo in aria tra un palazzo e l’altro sarà necessario tirare fuori una sorta di Paravela (gli appassionati di Zelda la riconosceranno subito) per planare delicatamente su un tetto. Studiate il campo di battaglia, non fermatevi mai e, soprattutto, imparate a collaborare con i vostri compagni di squadra senza andare in solitaria. Tenetelo a mente: c’è già qualcuno che vi sta prendendo di mira.