Da Art Game Studio un videogioco criptico e divertente. Che ci riporta al gaming di un tempo
Nome impronunciabile – O—O – per un videogioco difficile da spiegare in un amen. Il titolo che andiamo a recensire per Nintendo Switch è una delle più recenti produzioni della software house Art Games Studio, che già ci ha fatto intendere quanto le piaccia sviluppare videogiochi ambientati in atmosfere che l’occhio umano potrebbe apprezzare soltanto al microscopio. A differenza di Invirium, dove virus, cellule e minuscole entità che popolano il corpo umano si confrontano (e scontrano), O—O scende a un livello di profondità ancora più accentuato. Per quanto chiuso fosse l’ambiente nel primo titolo, in quest’ultimo ci troviamo in un’altra dimensione, claustrofobica, dove non ci sono nè bene, nè male. Soltanto sopravvivenza.
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Il gameplay di O—O
O—O non ha alcun tipo di trama, se non qualche pseudo spiegazione filosofica sul cosa dovrebbe o meno rappresentare questo segmento con due cerchi alle estremità. L’unico obiettivo del videogioco è superare situazioni di gioco sempre più complesse in cui dovremo far muovere il nostro protagonista che, a prescindere dal nostro libero arbitrio, continuerà a girare ad alta velocità su se stesso ancorato a uno dei due pallini. Una volta stabilita in che direzione andare – o come evitare un ostacolo mortale – basterà dare l’input e spostarci sull’altro cerchio che diventerà così il nuovo punto di ancoraggio.
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Più difficile da spiegare che da eseguire. Ogni situazione di gioco ha un numero limitato di vite, comunque sufficiente e fare pratica di volta in volta senza per forza lasciarsi prendere dalla frustrazione. Da un certo punto di vista O—O ci ha ricordato il divertente titolo di Freddy Spaghetti, con quel suo magnetico gameplay che spinge il giocatore a trovare la traiettoria migliore per far camminare uno spaghetto. Come già vi abbiamo detto, in un momento dell’anno non particolarmente generoso dal punto di vista dell’offerta, titoli simili (a prezzi stracciati) tengono compagnia più che egregiamente.