Da 100mila a 300mila utenti nel giro di pochissimi giorni (31 maggio – 2 giugno). Il social Cara – ancora in versione beta – si sta facendo conoscere soprattutto nel panorama online degli artisti. La piattaforma è infatti rivolta principalmente ai creativi, in cerca di un ambiente in cui pubblicare i propri contenuti e condividerli, con maggiori garanzie rispetto al fatto che non verranno dati in pasto agli algoritmi per allenare le intelligenze artificiali generative. Come è emerso, Meta – la Big Tech che controlla Facebook e Instagram – avrebbe cominciato a utilizzare immagini, post e video pubblicate sui social per perfezionare la propria AI. Circostanza che ha infastidito artisti e gruppi in giro per il mondo, come sottolinea la BBC.
Gli obiettivi di Cara
«Cara vuole essere una piattaforma di social media orientata ai creator che mette in contatto gli artisti con clienti, fan e colleghi del settore», si legge sul sito ufficiale. Come riporta Fast Company, l’app nei giorni scorsi ha scalato la classifica sugli store online. Come raccontiamo spesso su StartupItalia, giganti come Facebook, TikTok e la stessa X di Elon Musk restano piazze digitali di riferimento, anche se negli ultimi anni diverse piattaforme – pensiamo a Mastodon – hanno sgomitato per guadagnare iscritti, cercando di differenziarsi.
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La particolarità di Cara è che ha posto una barriera all’ingresso, cercando di filtrare tutti quei contenuti generati attraverso l’AI. Immagini di questo tipo non sono ben accette sull’app. Si tratta di una presa di posizione che accomuna moltissimi creativi in giro per il mondo – dall’arte alla musica, passando per il cinema. In molti sono preoccupati del fatto che il loro lavoro venga minacciato (e spesso saccheggiato) dalle AI in grado di prendere spunto da una mole immensa di contenuti online.
Perché Cara è diventata virale tra gli artisti?
A livello di interfaccia, Cara è molto simile a Instagram. Si tratta di una piattaforma verticale sull’arte, meno adatta a chi scrolla distrattamente i social nei tempi morti, a caccia di meme o video buffi. Sull’app gli artisti possono anche proporsi a potenziali clienti, mostrando il proprio lavoro.
Al netto di questo impegno anti AI, l’app non ha ancora la tecnologia adeguata per bloccare i malintenzionati, ma ha iniziato comunque una campagna di sensibilizzazione. Fino a poche settimane fa Cara era una delle moltissime app utilizzate da una ristretta nicchia di utenti. La fama improvvisa è arrivata grazie a un post dell’artista Aaron Blaise (nome noto nel panorama Disney per aver lavorato al Re Leone, ad Aladdin e ad altri film d’animazione): con oltre mezzo milione di follower, ha spiegato che Cara sembra destinato a diventare un bel posto per gli artisti.