Un titolo che brilla per la direzione artistica
Il canto della Quercia si è silenziato e il mondo rischia di cadere in disgrazia. L’incipit di Oaken, titolo indie sviluppato da Laki Studios, prende il via in un mondo fatato e magico, dove la natura è debordante e ricca. Purtroppo qualcosa è andato storto e il nostro compito sarà quello di curare il male, sconfiggendo i nemici usando strategia, invece che forza bruta. Disponibile su tutte le console, è un roguelike con meccaniche da deckbuilder. Gli appassionati di carte collezionabili scopriranno un prodotto ricco di specifiche, con una storia gradevole e un gameplay vario grazie a livelli procedurali.
Oaken si struttura in schermate di gioco fisse e non è localizzato in italiano. Il gamer prosegue l’avventura cercando di avere la meglio su piccole scacchiere, dove posizionare creature magiche nel punto più efficace, tenendo conto degli imprevisti che potrebbero potenziare o indebolire la nostra causa. A livello grafico il risultato finale è davvero intrigante: si apprezza davvero la cura artistica adoperata dal team di sviluppo.
A disposizione per ogni match ci sono quattro carte da sfruttare (potenziate di volta in volta). Non sono ovviamente tante, ma questo è un elemento che in realtà alza il livello della sfida. Ci sono punti massimi che possiamo spendere a ogni turno, dopo di che bisogna attendere le mosse dell’avversario. Oaken non è un videogioco adatto a tutti, soprattutto a chi preferisce titoli dove l’azione è più pronunciata. In questo caso si apprezzano al più animazioni in scala ridotta a ogni attacco o magia comandati.
L’audio design accompagna l’azione con melodie standard che non distraggono, nè coprono il gameplay. La rigiocabilità di Oaken è favorita dal fatto che i livelli sono sempre diversi. Ma incidono anche i due gradi di difficoltà selezionabili. Per i gamer che desidereranno migliorarsi c’è un’AI un pelo più abile nel contrastare l’avanzata pronta ad attenderli.