La saga di Bandai Namco continua con un nuovo capitolo
In poche ore hanno distrutto tre secoli di storia, la loro. Gli abitanti di Dahna non ricordano nemmeno più che sapore abbia la libertà dopo che i renani, popolazione del vicino pianeta Rena tecnologicamente più avanzata, li hanno resi schiavi. Il mondo è stato diviso in cinque regni, dove i lord fanno il bello e il cattivo tempo per appropriarsi di più energia astrale possibile, estratta col sudore della fronte dei poveri abitanti, carne da macello e semplici strumenti per raggiungere un fine più alto. Tales of Arise, il nuovo tanto atteso titolo di Bandai Namco, è finalmente arrivato col capitolo di una delle saghe JRPG più amate degli ultimi tempi. Lo abbiamo provato su Xbox Series X/S, per conoscerne la fitta storia, piena di missioni secondarie, e per capire quanto gli sviluppatori hanno innovato il gameplay. Vi lasciamo alla nostra recensione di Tales of Arise.
Recensione di Tales of Arise
Nella prima ora di gioco di Tales of Arise possiamo apprezzare lo sforzo creativo di Bandai Namco, che ha scelto di inserire brevi intermezzi anime per dare un assaggio al gamer del tipo di trama che andrà a svelarsi nelle 40/50 ore necessarie a concludere il titolo. I due protagonisti, Alphen e Shionne, appaiono subito come estremamente diversi tra loro, ma inevitabilmente legati da un destino comune. Il primo, uno schiavo dahnano come tanti, non ha memoria e non può percepire il dolore fisico. Lo chiamano maschera di ferro proprio perché nessuno ne ha mai visto il volto. Lo incontriamo in una miniera, mentre salva un bambino schiavo. Non ha ancora un obiettivo, ma dentro di lui brilla un intenso desiderio di giustizia, che cresce giorno dopo giorno su un pianeta in cui i lord si comportano come i nuovi Faraoni.
Shionne, invece, è una nobildonna di Rena, il pianeta dei conquistatori a cui tutti stanno dando la caccia. La sua sconcertante caratteristica è quella di infliggere dolore a chiunque provi a sfiorarla. Ermetica e di poche parole, nasconde dentro di sè uno o più segreti che non ha alcuna voglia di condividere. Tuttavia la sorte l’ha condotta al fianco di Alphen, il suo nuovo compagno di viaggio. Tales of Arise parte con una coppia di eroi, alla quale si aggiungono presto altri compagni di un piccolo, ma temibile nucleo della resistenza contro i lord.
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Principali e secondarie: un titolo da spremere
L’epica si tocca con mano in un videogioco come Tales of Arise, dove concetti profondi come la lotta all’ingiustizia, al razzismo e qualsiasi forma di sopruso animano la corsa dei protagonisti. La lotta del bene contro il male, come vogliono le migliori storie, è poi servita con la pregevole colonna sonora di Motoi Sakuraba. Disponibile con sottotitoli in italiano, l’ultimo arrivato di Bandai Namco è un viaggio lungo e sorprendente, che si svela soprattutto con la pazienza del gamer: oltre a completare le missioni principali è infatti importante concedere spazio agli NPC che ci daranno nuovi compiti da portare a termine. In queste occasioni, con brevi dialoghi e confronti (Tales of Arise dà qualche possibilità di scelta nelle chiacchierate), si nasconde tutto quelle che serve per conoscere la lore.
Gameplay: il combat system
Passiamo ora alla fase più divertente di Tales of Arise. Gli sviluppatori di Bandai Namco hanno fatto un ottimo lavoro pure sul fronte del combat system, dando la possibilità di scontrarsi con mostri di ogni tipo dentro arene chiuse nelle quali c’è comunque abbastanza spazio per adottare strategie e contromisure a seconda dell’avversario. La lotta non è a turni, ma in tempo reale e questo aumenta in maniera vertiginosa la dinamicità: partendo da zero, con una spada arrugginita, sappiate che non tutti gli avversari sono facili da sconfiggere. La curva di apprendimento è davvero ripida e bisogna comunque livellare i personaggi (non saremo più da soli, ma insieme alla nostra resistenza).
Tales of Arise non è un open world, ma un gioco che si sviluppa su tante mappe con lunghi corridoi e strettoie da attraversare per raggiungere il punto obiettivo. In questi luoghi il giocatore può già intravedere gli sprite dei nemici a cui può andare incontro, ma per dare il via alle danze bisogna proprio andarci addosso, aprendo le porte dell’arena. Il libero arbitrio – e il buon senso – vi siano dunque d’aiuto nel capire quando è buona cosa sguainare la spada e quando, invece, lo è il tagliare la corda.
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L’aspetto grafico di Tales of Arise, per chiuderne la nostra recensione, ci ha lasciato senza parole sia nell’esecuzione, sia nella varietà. Ci spieghiamo: le animazioni che raccontano la storia possono essere anime, oppure addirittura strisce di manga nelle quali Bandai Namco ha voluto custodire le riflessioni più profonde e intime dei protagonisti. La critica ha già battezzato il videogioco come uno dei migliori (se non il migliore in assoluto) giochi di ruolo dell’anno. Chi ha l’abbonamento al Game Pass – purtroppo – non ritroverà (per ora) Tales of Arise in libreria. Ma le opzioni sono due: aspettare che arrivi, oppure iniziare a giocarci fin da subito.