Dal “Tango” al “Jabulani”, l’evoluzione del pallone nella storia dei Mondiali di calcio, alla ricerca della traiettoria perfetta: Adidas e il difficile compito di combinare estetica ed efficacia, strizzando l’occhio al digitale
Telstar, proprio come nel 1970. È questo il nome scelto da Adidas per il pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, quasi ad indicare la chiusura di un cerchio, il ritorno alla semplicità del calcio di una volta: b&w, nessuna trama particolare. La sintesi perfetta tra tradizione ed innovazione.
Telstar come i primi satelliti in orbita terrestre a permettere la trasmissione del segnale televisivo: non a caso, le gesta di Pelé ed il 4-3 più famoso della storia furono per la prima volta trasmessi in mondovisione, sancendo l’inizio del calcio moderno.
Da quel momento in poi, la storia della Coppa del Mondo è perfettamente scandibile attraverso i suoi palloni da gioco, ogni quattro anni più ricchi e complessi, alla stregua dell’evoluzione e del cambiamento del calcio stesso.
Il design di Telstar
Se con il “satellite” del 1970 viene abbandonato il cuoio marrone a favore dei famosi pentagoni bianchi e neri (per facilitarne l’individuazione in TV), bisogna attendere sino a Francia ’98 per veder comparire trame a colori, che si fanno quasi estreme nel 2002, con la rappresentazione dei dragoni nippo-coreani su sfondo dorato.
Una ricerca estetica che ha spesso penalizzato il lato puramente tecnico del gioco: alzi la mano chi non ricorda Jabulani e le sue traiettorie al limite delle leggi della fisica, che ai Mondiali sudafricani complicarono il compito dei portieri ancor di più delle famigerate vuvuzela. Ecco perché Adidas per l’edizione russa ha deciso di compiere un vero e proprio ritorno al futuro, riportando in auge il modello “classico”, riadattandolo alle richieste del calcio moderno.
Il design di Telstar 18 assume un forte valore simbolico, con i classici poligoni neri che quasi si dissolvono in pixel: un richiamo al digitale che diviene evidente scoprendo la più grande innovazione mai introdotta in un pallone da calcio sino ad ora: un microchip.
Le traiettoie della NASA
I possessori di Telstar 18, oltre a replicare le azioni dei propri idoli, potranno infatti accedere a contenuti esclusivi semplicemente posizionando il proprio smartphone accanto al pallone: una tecnologia che accresce l’esperienza del consumatore permettendo di interagire in tempo reale durante tutta la durata della competizione; quanto alle traiettorie, Adidas ha voluto evitare qualsiasi inconveniente rivolgendosi alla NASA per poter effettuare i propri test “balistici”.
Corsi e ricorsi storici che ci riportano al mito dello spazio come simbolo dell’innovazione scientifica: un’idea che sopravvive in un mondo che cambia, come sopravvivono i Mondiali accompagnandoci nella nostra vita.