Ecco i due progetti candidati a rimpiazzare la Scala del calcio
Il 19 settembre 1926 quattro righe (contate) sul Corriere della Sera ricordavano ai milanesi che quel giorno si sarebbe inaugurato il nuovo stadio calcistico di San Siro con un “incontro di calcio tra il Milan e l’Internazionale”. È passato quasi un secolo da allora e adesso la Scala del calcio potrebbe esser demolita per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, l’ennesimo gioiello da inserire nella skyline milanese. Eppure poche ore dopo l’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026 al duo Milano-Cortina, il sindaco Beppe Sala aveva detto che la cerimonia di apertura dei Giochi si sarebbe tenuta sul prato del Meazza. Se le cose vanno secondo i piani, nel 2023 di San Siro non resteranno che ricordi di gol, lacrime e scudetti.
Il nuovo San Siro
Oggi sono stati presentati ufficialmente i progetti e i rendering dei due progetti del nuovo San Siro di Milano. Inter e Milan vogliono sbarazzarsi del vecchio prato di famiglia per seguire un trend diffuso in Europa: lo stadio di proprietà. Le partite si giocheranno negli “Anelli di Milano” proposto dal consorzio italoamericano Manica-Cmr Sportium, oppure nella “Cattedrale” disegnata dagli americani di Populous? Lo decideranno insieme le due milanesi che hanno già presentato un piano di investimenti complessivo, tra stadio e quartiere, da 1,2 miliardi di euro.
Il progetto “Anelli di Milano” non vuole scontentare (del tutto) i più nostalgici. Chi ha pianto e esultato guardando quel prato, un domani, potrebbe addirittura calpestarlo ogni giorno visto che il progetto di Manica-Cmr Sportium prevede di farne un nuovo parco milanese. Lo stadio, poco distante, avrebbe due anelli che abbracciano la struttura a simboleggiare le due squadre coinquiline.
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Il progetto “Cattedrale” celebra invece le guglie del Duomo di Milano e propone uno stadio con pareti vetrate che cambiano colore in base alla luce. In entrambi i progetti, a far compagnia alla nuova casa di Inter e Milan ci saranno edifici, un grattacielo e aree verdi sempre più centrali in una Milano che punta a piantare milioni di alberi entro i prossimi anni.
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Finisce dunque così la storia d’amore tra la città e il suo stadio? Pare di sì: due diversi sondaggi condotti online, uno da Jim Messina (il guru che fece vincere Barack Obama) e l’altro dallo studio Echelon Insights, darebbero in crescita i milanesi a favore del nuovo stadio. La maggioranza assoluta di entrambe le ricerche dice sì alla “sostituzione” con buona pace del primo cittadino che fino all’ultimo non si è arreso all’idea della ristrutturazione.
Saranno più tecnologici, più verdi, più belli, ma è difficile che uno dei due stadi candidati a rimpiazzarlo batta i tempi di costruzione di San Siro. Il cantiere del Meazza aprì il primo agosto del 1925 e chiuse poco più di un anno dopo con il primo derby giocato sul magico prato milanese. Insomma, un battito di ciglia se paragonato a quanto si impiega oggi a costruire. Ancora prima degli ampliamenti del dopoguerra gli spalti dello stadio potevano accogliere più di 35mila persone, non poche se si pensa che l’Allianz Stadium della Juventus ne contiene poco più di 40mila. Nel nuovo San Siro gli spettatori saranno 60mila.