Uscito in origine ben 16 anni fa, atterra ora su Nintendo Switch e PlayStation 4
Tra i titoli videoludici più riusciti dedicati all’universo cinematografico di George Lucas spicca, senza dubbio, Star Wars Republic Commando. Pubblicato nel 2005, pensavamo di averlo ormai lasciato in una galassia lontana, lontana, ma ci fa piacere che i ragazzi della texana Aspyr abbiano deciso di riproporlo oggi, sulle console Nintendo e Sony.
Se a livello di sinossi Star Wars Republic Commando si concentra soprattutto, per i motivi di gameplay che vedremo a breve, sulla guerra dei cloni e mette in moto quegli eventi che porteranno a La Vendetta dei Sith (all’epoca fece entusiasmare milioni di fan poter vedere mezzi e personaggi che di lì a breve sarebbero apparsi al cinema, ma di fatto ancora del tutto inediti), a livello di gameplay si colloca invece dalle parti dell’FPS collaborativo. Una sorta di Rainbow Six intergalattico, meno tecnico e più caciarone.
L’universo di Star Wars, è noto, è tanto bello quanto letale e se non si maneggia una spada laser e non si hanno mirabolanti poteri da Jedi, è meglio non varcare la soglia soli soletti. Ecco perché, per il buon esito della missione (che include anche riportare la pellaccia a casa) sarà necessario fare affidamento sui nostri commilitoni: Scorch, Fixer e Sette (che sul campo di battaglia soprannomineremo Delta 62, Delta 40 e Delta 07).
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Ciascuno è bravo in un compito particolare (nemmeno a dirlo, Fixer è un ottimo hacker, Scorch è il bombarolo del gruppo, Sette un ammazza-sette…), che può essere attivato semplicemente avvicinandosi a elementi sensibili dello scenario. In più, in ogni momento, sarete nelle condizioni di impartire comandi agilmente tramite D-pad. Quattro semplici ordini cruciali quando la battaglia si fa dura: Liberare l’Area, Cercare e Distruggere, In Formazione e Annulla Manovra.
La conformazione dei tre livelli (si parte su Geonosis, quindi incursione sull’Incrociatore Acclamator e infine gli eventi precipitano in Kashyyyk) e l’alto numero di nemici inducono a non abbandonare mai il gruppo. Certo, da soli non si è mai esposti a pericoli mortali come nell’ottimo Left 4 Dead di Valve, colpa anche di una IA nemica meno raffinata, ma comunque l’equilibrio del gioco si mantiene esclusivamente cooperando. A livello grafico il gioco è invecchiato parecchio, dobbiamo ammetterlo, ma su Nintendo Switch, soprattutto in modalità portatile, fa comunque la sua figura. Anche la linearità del gameplay fa intuire che si tratta di un titolo con più di tre lustri sulle spalle, ma ancora oggi sa intrattenere per ore e ore. Insomma, ci ha divertito esattamente come nel 2005. Per questo speriamo che questo ottimo porting sia servito ad Aspyr esclusivamente per preparare il terreno a un nuovo capitolo…