La multinazionale americana ha commissionato a due scultori versiliesi, Balderi e Buratti, le realizzazione delle due sirene all’interno della roastery milanese
Starbucks ha preferito l’arte locale toscana per la creazione delle sculture delle sirene all’interno della sua nuova reserve roastery milanese. Una sorpresa inaspettata dalla multinazionale del caffè, che vanta ben 29.000 coffee shops in 77 paesi.
In particolare, Starbucks si è rivolto a EXA srl, azienda di Arezzo specializzata nel commercio al dettaglio del lusso, che ha collaborato al progetto in qualità di general contractor. Ma non solo. La lavorazione e la progettazione delle due sculture marine, una in marmo di Carrara e l’altra in bronzo, sono state affidate a due noti maestri d’arte versiliesi: Giovanni Balderi e Giancarlo Buratti.
L’arte versiliese
Oltre alla bellezza paesaggistica che offre l’affascinante panorama versiliese, quella piccola parte di costa tirrenica vanta anche altre bellezze, non troppo nascoste, come l’amore e la passione per l’arte. Pietrasanta, chiamata anche “La piccola Atene”, è la patria, per eccellenza, dei grandi maestri artigiani, anche se tutti i comuni versiliesi – alcuni più e altri meno – girano intorno a pittori, scultori ed artisti che diffondono le proprie opere su tutte il territorio.
Così, da Viareggio a Forte dei Marmi e Stazzema si possono ammirare variegate esposizioni, mostre e performance, al chiuso o all’aperto, sia nei mesi più freddi che durante la stagione balneare.
I due artisti incaricati da Starbucks provengono da Seravezza, piccolo paese racchiuso tra le prime colline della Versilia (Giovanni Balderi) e da Pietrasanta (Giancarlo Buratti). Entrambi vantano esperienza trentennale ed internazionale nel campo dell’arte, anche se, prima d’ora non avevano mai collaborato con Starbucks.
La realizzazione in tempo record
“L’incarico che la multinazionale ci ha affidato è stato realizzato in tempo record – spiega il maestro Buratti – ed ha coinvolto non soltanto me ed il mio valido collaboratore, Tommaso Milazzo, che è stato determinante nell’ottimizzazione dei tempi, ma anche la fonderia artistica Mariani di Pietrasanta e lo scultore Massimo Galleni, che ha fatto da tramite tra me e Balderi”. Un lavoro portato a termine in due mesi e mezzo.
Un record, considerando che, normalmente, dal momento della commissione alla fine dei lavori, di mesi ne trascorrono tra i quattro e i cinque. “Il bozzetto è stato approvato in un giorno. Abbiamo, poi, terminato la scultura in creta in due settimane e, a metà agosto, è stata completata la patinatura sull’opera finita in bronzo”, spiega Buratti, che ha realizzato, appunto, l’opera in bronzo. Di quella in marmo se ne è occupato, invece, Balderi. “Avevo già esposto una scultura simile a palazzo Tornabuoni, a Firenze, anche se questa ricalcava la mia linea artistica, moderna – spiega il maestro – le mie sculture, infatti, hanno la particolarità di essere senza testa. Simile fu il primo modello che proposi a Starbucks, ma è stata preferita una scelta più figurativa”. Balderi, il quale ha realizzato l’opera d’arte nello studio Angeli, dove lavora, ha un rapporto stretto e di lunga data con il marmo. “Ci dialogo, sono in connessione con quel blocco. In questa relazione c’è tutto quello che, con la mia arte, riesco a tirare fuori”, spiega l’artista che ha avuto più successo all’estero che nel locale.
La sirena di Starbucks
In tanti si saranno chiesti che cosa c’entri una sirena con una grande azienda di caffè. Ebbene, ripercorrendo le radici della nascita del logo, risaliamo al lontano 1971, quando la sirena a due code (che in realtà è una melusina) venne modellata su un’incisione nordica del XV secolo.
Nella mitologia greca, la seducente figura femminile era simbolo di fascino e disgrazia. Tutti i marinai che si fermavano, colpiti dal canto e dalla bellezza del pesce-donna, spesso, ingannati, morivano in tragiche circostanze.
Il logo di Starbucks, inizialmente, presentava uno schema di colore marrone, come il caffè, attorno all’anello che conteneva il testo “Starbucks – Coffee – Tea – Spices”. La sirena non vuole, di certo, rappresentare la scomparsa dei clienti dopo aver sorseggiato la bevanda, ma identificarsi con l’avvolgente seduzione del caffè stesso. Nel corso degli anni, il logo ha subito diversi cambiamenti grafici, ma il tema è sempre rimasto lo stesso: la famosa sirena a due code.