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Perché ChatGPT e le AI hanno bisogno dei giornalisti. Anche loro sbagliano, come dimostra il caso CNET

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Perché ChatGPT e le AI hanno bisogno dei giornalisti. Anche loro sbagliano, come dimostra il caso CNET

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La testata tech americana ha pubblicato 77 articoli scritti dall’intelligenza artificiale. In 41 comparivano errori

La testata tech americana ha pubblicato 77 articoli scritti dall’intelligenza artificiale. In 41 comparivano errori

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Alessandro Di Stefano
26 gen 2023

A fare esplodere il caso è stato Futurism a inizio gennaio. In un articolo il magazine documentava che CNET, sito verticale sulla tecnologia con oltre 20 anni di storia, aveva pubblicato decine di articoli scritti dall’intelligenza artificiale senza che i lettori lo sapessero. In un periodo in cui si discute molto sulle opportunità e rischi dell’AI a seguito del successo globale di ChatGPT, la trasparenza è uno dei temi cardine per evitare crisi simili. Sempre Futurism è poi tornato sulla vicenda, spiegando che buona parte di quegli articoli contenevano errori, corretti poi in un secondo momento. Connie Guglielmo, direttrice di CNET, ha pubblicato un editoriale spiegando la posizione della testata.

Riferendosi all’intelligenza artificiale impiegata per scrivere articoli, Guglielmo ha commentato: «Questi strumenti possono aiutare le aziende del settore dei media come la nostra a creare storie utili che offrano ai lettori i consigli degli esperti di cui hanno bisogno, a fornire contenuti più personalizzati e a dare a scrittori e redattori più tempo per testare, valutare, ricercare e riferire nelle loro aree di competenza». Dall’autunno 2022 CNET ha impiegato un software di AI – non ChatGPT, ha precisato la direttrice – per supportare la redazione.

Leggi anche: Chi è Sam Altman, il Ceo di OpenAI e il papà di ChatGPT (insieme a Elon Musk)

«Abbiamo iniziato con poco e abbiamo pubblicato 77 contenuti utilizzando questo strumento, circa l’1% del totale dei contenuti pubblicati sul nostro sito nello stesso periodo». Di questi 77 articoli, come ha spiegato The Verge, 41 contenevano errori di vario genere, poi corretti manualmente. Segno che, in un modo o nell’altro, prima di pubblicare non c’è stata un’adeguata revisione della bozza da parte dei giornalisti. Il fatto che vengano utilizzati strumenti simili per aiutare il lavoro della stampa non deve stupire e non si tratta del primo episodio in cui software di AI operino all’interno delle testate.

Con l’intelligenza artificiale a scrivere articoli, l’obiettivo di CNET era sì alleggerire il lavoro dei giornalisti, ma anche sfruttare le potenzialità della tecnologia per produrre contenuti SEO oriented, ovvero che motori di ricerca come Google avrebbero ben indicizzato premiandoli con visualizzazioni. Nell’articolo la direttrice di CNET Guglielmo non si è esposta rispetto alla mancata trasparenza nei confronti dei lettori, preferendo esprimere considerazioni sulle lezioni apprese in questo periodo.

Tags: #AI #CHATGPT #CNET #GIORNALISMO #INTELLIGENZA-ARTIFICIALE
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