In tutto 216 progetti di ricerca qualificata analizzati negli ultimi anni. Grazie a una rete composta da 10 atenei italiani Extend gode di una presenza territoriale fondamentale per rimanere vicino e in ascolto dei team e dei laboratori in cui potenzialmente investire. Da nord a sud. Stiamo parlando del Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico lanciato dal Fondo di Technology Transfer di CDP Venture Capital. Nel corso della MIND Innovation Week, a Milano, sono stati presentati oggi i numeri di questa iniziativa che monitora uno dei settori più rilevanti quando si parla di innovazione, ovvero il biotech.

Extend, tutti i numeri del Polo di tech transfer in ambito biotech
Come è stato spiegato nel corso dell’evento a cui hanno partecipato anche Claudia Pingue, Senior Partner Technology Transfer Fund di CDP Venture Capital e Davide Santi, Senior Investment Manager Technology Transfer Fund di CDP Venture Capital, allo stato attuale le tecnologie capaci di avere un impatto dirompente sul mercato sono science based e gemmano nei centri di ricerca. «Il ricercatore è parte dell’ecosistema», ha detto Anna Mondino, Group Leader del San Raffaele Institute, al tavolo di lavoro organizzato al MIND durante l’evento odierno.
Parliamo di opportunità per fondi VC nel biotech. Degli oltre 200 progetti qualificati valutati negli ultimi anni Extend ha proceduto con l’investimento in 16 startup. In due casi le biotech hanno raggiunto milestone. Complessivamente sono più di 30 i milioni di euro di capitale di investimento a disposizione. Sono due i partner e co-investitori del Polo con sede al MIND: Evotec, società tedesca leader per servizi di integrated drug discovery, e Angelini Ventures, la società del Gruppo Angelini Industries.

Il motivo per cui sono stati lanciati Poli di Trasferimento Tecnologico come Extend (cinque in tutto quelli attivati da CDP Venture Capital) è che in questi ambienti possono crescere i prossimi campioni. Negli ultimi 30 anni buona parte delle innovazioni in ambito farmaceutico – l’ultima è stata quella dei vaccini mRNA – proviene dalla ricerca qualificata. C’è però molto da fare per quanto riguarda l’ecosistema italiano in termini di apertura verso l’esterno. Giovanni Amabile, Ceo di Aptadir e Entrepreneur in Residence Extend, ha precisato: «Non è facile attirare capitale dall’estero nel biotech. Forse sono meno di 10 le startup italiane che ci sono riuscite».
Quando si parla di risultati in ambito biotech non ci si possono poi attendere le tempistiche rapide imposte ad altre tipologie di startup. Come spiegato nel corso dei panel odierni, spesso il go to market supera il periodo di vita di un fondo di investimento. Ecco perché si parla della necessità di un capitale “paziente”. Negli ultimi due anni per tutti i cinque Poli di Trasferimento Tecnologico sono stati investiti quasi 200 milioni di euro. Oltre a biotech spiccano verticali come aerospace e robotica.
Da non dimenticare poi che non si parla soltanto di ricerca, di farmaci e di nuove cure. Sono infatti le persone il punto di partenza. Lo ha riassunto così Federica Draghi, Founder & Managing Partner di XGEN Venture: «Io investo soprattutto nelle persone. Il founder scientifico è importante. Deve essere brillante: è l’anima e il motore della ricerca».