Il progetto “Programma il Futuro” del Miur ha coinvolto 290 mila studenti nei primi 4 mesi. Ma Internet troppo lento e il materiale in inglese ostacolano i docenti
Il coding si fa strada nella scuola italiana. In attesa di conoscere i dettagli della riforma della scuola, sono stati pubblicati i numeri del progetto del Miur per portare la programmazione nell’orario scolastico. Tra le attività previste da “La buona scuola”, infatti, c’è “Programma il futuro”, avviato lo scorso settembre e presentato ufficialmente a dicembre dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Da un primo monitoraggio, che ha analizzato il periodo dall’avvio del progetto a gennaio 2015, emergono numeri positivi. Programma il futuro ha raccolto adesioni da quasi 2 mila scuole italiane, coinvolgendo 290 mila studenti. Oltre la metà degli istituti aderenti sono scuole elementari.
Il progetto è stato realizzato dal Miur in collaborazione con il Cini (il Consorzio Interuniversitario nazionale per l’informatica) per implementare l’informatica a scuola. Il Cini ha anche partecipato alla realizzazione del monitoraggio dei primi mesi del progetto. Ma veniamo ai numeri.
A portare il coding tra i banchi sono state in primo luogo le scuole primarie con il 55% delle adesioni, seguite dalle medie (28%) e dalle superiori (15%). Le regioni con più partecipanti sono state la Lombardia, la Puglia e l’Emilia Romagna: tuttavia, essendo queste regioni molto popolose, è utile guardare agli indici che indicano il rapporto tra la percentuale di partecipazione e la percentuale di popolazione per capire quali sono le regioni che hanno aderito più attivamente. Ebbene, in queste statistiche è il centro a risultare più attento ad organizzare le ore di informatica, con l’Umbria in prima fila, seguita dalla Basilicata e dal Molise.
Programma il futuro ha una durata triennale e proseguirà per tutto l’anno scolastico con la possibilità per gli istituti di iscriversi ancora; nel periodo di avvio hanno svolto attività di formazione culturale all’informatica 1.911 scuole, 14.948 classi e 290.516 studenti.
Molti partecipanti (il 72%) hanno usato il servizio di supporto offerto dal progetto, che prevede una rete di volontari qualificati inviati dal ministero in ausilio a quelle classi con esigenze particolari, ritenendolo per lo più adeguato. L’11,7% dei docenti intervistati ha ammesso di aver riscontrato delle difficoltà nel portare avanti le ore dedicate all’informatica. Per un terzo di loro le difficoltà sono ascrivibili a una cattiva connessione a Internet nella scuola, per un 17% alla scarsa strumentazione, il 16% ha avuto problemi con la lingua inglese e il 12% con la comprensione dell’organizzazione del materiale didattico.