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All’ADI Design Museum di Milano durante l’evento sponsorizzato da L’Oréal Italia e organizzato da StartupItalia si è parlato con esperti di settore di AI, open innovation, realtà aumentata e non solo. Dal main stage al bootstrap per le startup fino alle sessioni 1 to 1 con gli studenti per ottimizzare i loro CV: i punti essenziali della giornata
«La bellezza sta diventando sempre più personalizzabile, inclusiva ed efficace grazie al tech, verso la creazione di prodotti migliori e sempre più all’avanguardia per il consumatore». Così Emmanuel Goulin, Presidente e Amministratore delegato di L’Oréal Italia ha introdotto il main stage del Beauty Tech Day moderato dalla giornalista RAI, Maria Soave, e ha aggiunto: «L’Oréal crede molto nella ricerca e investe più di un miliardo di euro all’anno per creare i migliori prodotti nel mondo in termini di sicurezza, trasparenza ed efficacia, calibrati sulle esigenze del consumatore».
Anche il board per l’innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano, rappresentato da Layla Pavone, punta sulla personalizzazione e l’inclusione in materia di pubblica amministrazione: «C’è coerenza tra quello che porta avanti il Gruppo L’Oréal con i progetti del board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano che guardano sempre di più alla personalizzazione dei servizi al cittadino, alla sostenibilità e alla targetizzazione, per consegnare alle generazioni future un pianeta migliore». E per guidare startup e studenti, nelle sessioni di bootstrap, mentor ed esperti hanno fornito preziosi consigli alle aziende mentre i più giovani hanno potuto approfittare dell’occasione per presentare e migliorare il proprio CV al team Talent Acquisition di L’Oréal Italia.
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Personalizzazione, bellezza e tecnologia
Bellezza e tecnologia: un binomio che oggi è realtà. «Riusciamo a generare nuove bellezze grazie alla tecnologia. Innovazione e inclusività sono oggi la sfida più grande perché L’Oréal vuole una bellezza per tutti che è sempre più personalizzata – ha commentato Guive Balooch, Global Managing Director, Augmented Beauty and Open Innovation di L’Oréal – Questo lo si può fare incrociando i dati a nostra disposizione. Pensiamo al fatto che, ad esempio, secondo i sondaggi, una donna su due non riesce a trovare la nuance giusta di fondotinta. Proprio in casi come questo, la tecnologia arriva in soccorso aiutando ad analizzare la cute e a trovare il prodotto più adatto per raggiungere più velocemente il risultato desiderato. È una sfida che per noi è diventata responsabilità. L’inclusività e la personalizzazione passano attraverso la comprensione dell’individuo e il nostro obiettivo è rendere il cliente sempre più consapevole delle proprie necessità. Questo lo si può fare con l’analisi e lo studio del volto. Sulla base dei risultati ottenuti svilupperemo, in conseguenza, i prodotti».
AI, realtà aumentata ed Extended beauty
Paola Scarpa, Managing Director & Partner Boston Consulting Group ha presentato i risultati di una serie di ricerche condotte da BCG che svelano la nostra maturità digitale e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre vite. Alcuni di questi dati ve li avevamo già anticipati durante l’intervista condotta con la manager, la quale ha commentato: «Non si usa l’AI perché è cool, ma perché porta profittabilità alle aziende, e il 70% delle capacità è in mano alle persone che fanno sì che l’intelligenza artificiale sia pervasiva». Di extended beauty ha parlato Susana Rodriguez Escudero, Chief Marketing & Digital Officer di L’Oréal Italia, che ha posto l’accento sul concetto di fidelizzazione, attenzione al cliente e tecnologia: «Il Covid ha implicato una forte accelerazione in termini tecnologici che è, poi, divenuta realtà. La barriera di entrata all’AI è completamente sparita: prima ci faceva paura perché non sapevamo utilizzare questi strumenti. Oggi questa paura non c’è più e, anzi, ci attrae Pensiamo, ad esempio, a ChatGPT che è alla portata di tutti: con la tecnologia miglioriamo l’expertise attraverso i dati. Proprio questi saranno il futuro». Di realtà aumentata e tecnologia si occupa anche Emanuele Callioni, coordinatore iniziative digitali della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, con esperienze di realtà immersiva. «L’idea è quella di immergere i visitatori che arrivano in Duomo a 360 gradi alla cava di Candoglia, dove venne estratto il marmo per costruire la cattedrale – spiega Emanuele – Grazie ai visori, i turisti sono trasportati virtualmente nel mondo 3D in un’esperienza multilingua».
Economia dell’attenzione
“Economia dell’attenzione” è un concetto che non è nuovo ai più esperti di Marketing e Comunicazione. Durante Beauty Tech Day si è approfondito l’argomento con Giovanni Pola, founder e CEO di Great Pixel che studia i dati delle emozioni delle persone: «”Economia dell’attenzione” significa dedicare tempo e budget a qualcosa da cui ci aspettiamo una ricompensa. Gli studi ci dicono che tempo e budget che investiamo sono diminuiti molto negli ultimi 10 anni». Nell’era dei social e di Internet, infatti, il tempo necessario a catturare la nostra attenzione su un certo elemento è sempre meno. «Il neuromarketing è la scienza che studia questi fenomeni ed è una disciplina che è passata dalla teoria alla pratica con tecnologie affidabili negli ultimi 10 anni – spiega Giovanni – In particolar modo, indaga ciò che il nostro cervello traduce in emozioni. Tutto può essere misurato con tecniche diverse, e ci permette di capire se la comunicazione attuata è efficace. In tutto questo persiste il problema della privacy perché forniamo dati del nostro comportamento e anche di aspetti emotivi sulla base dei quali si studiano tecniche di marketing». La regola ferrea resta, dunque, quella di chiedere il consenso all’utilizzo dei dati.
Non solo talk, spazio alle startup e agli studenti
Prima del main stage, nelle sessioni di bootstrap, una quindicina di startup hanno avuto modo di confrontarsi con mentor ed esperti, provenienti in questo caso dalle fila dell’azienda leader nel settore del beauty, per ottenere preziosi consigli su come far crescere la propria impresa. E i più giovani hanno approfittato dell’occasione per presentare e migliorare il proprio CV con il team Talent Acquisition di L’Oréal Italia che ha messo a disposizione delle sessioni di consulenza individuale per rivedere insieme i CV in vista dei primi colloqui, fare un bilancio del proprio percorso di crescita professionale, capire quali opportunità il mercato offra oggi a chi ha voglia di mettersi alla prova in un settore competitivo come quello della cura della bellezza.