Dove sta andando il giornalismo? Senz’altra viaggia sempre di più sui podcast. «Ai media tradizionali manca la capacità di mettersi in discussione»
Una startup ha acquisito una startup. Chora Media è tra le podcast company più note del panorama italiano, con prodotti editoriali di successo come Il dito di Dio di Pablo Trincia e Stories di Cecilia Sala; Will è una pagina Instagram con oltre 1,3 milioni di follower, che realizza contenuti giornalistici per informare. Come abbiamo scritto anche noi su StartupItalia, Chora ha annunciato l’acquisizione del 100% di Will, con un’operazione che segna un passaggio importante del panorama informativo nazionale, in crisi per quanto riguarda le tirature dei giornali e i modelli di sostenibilità economica, ma che in alcuni casi sta sperimentando nuove strade. StartupItalia ha raggiunto i due protagonisti di questa operazione: Mario Calabresi, già direttore de La Repubblica e La Stampa, e oggi direttore di Chora Media, e Alessandro Tommasi, Ceo e cofounder di Will. L’operazione, come riportato anche da Askanews, è del valore di 5,2 milioni di euro.
Intervista a Mario Calabresi
«Di Will mi ha colpito la capacità che hanno avuto Imen e Alessandro, fin dal giorno uno, di utilizzare il tono e il linguaggio giusti per parlare a una generazione che pigramente si diceva fosse totalmente disinteressata all’informazione – ci ha spiegato Mario Calabresi -. Loro l’hanno smentito, mostrando che saper utilizzare linguaggi nuovi, diversi, è una gran cosa». Quali saranno ora le sinergie tra Chora e Will? «Alessandro entra nel cda di Chora e io in quello di Will – ha risposto – ma dal punto di vista editoriale Will mantiene un’indipendenza totale. Qualunque intervento esterno rischierebbe di rovinarlo. Ci saranno sì sinergie, coordinamento, scambio e confronto su strategie branded, per esempio».
Direttore per dieci anni di testate nazionali, Calabresi oggi è a capo di una startup del giornalismo, che punta sui podcast e su un mercato in continua crescita di pubblico. Proprio in ragione di questo, gli abbiamo chiesto qual è la cosa che più manca ai media tradizionali. «La capacità di mettersi in discussione e la voglia di rischiare. Il problema è che, siccome hanno l’urgenza continua di tenere in piedi strutture molto grandi, sono focalizzati su taglio e controllo dei costi. E questo leva lucidità sugli investimenti».
Intervista ad Alessandro Tommasi (Will)
Oltre a Mario Calabresi, abbiamo anche sentito il Ceo di Will, per commentare l’operazione. «Nel mondo media la fragilità di una startup è ancora più accentuata – ci ha spiegato Alessandro Tommasi -. La necessità di consolidarsi, in altre parole, è ancora più forte. L’opzione era o mondo tradizionale oppure guardare a nuovi attori. Mario Calabresi ha fatto tantissimo nel giornalismo e dentro Chora ha un approccio da startup, per fare le cose in modo diverso». Oltre ai video e alla sua galleria Instagram con spiegoni su varie tematiche, Will ha anche prodotto diverse serie podcast con autori e autrici. Tra queste ricordiamo l’appuntamento quotidiano con The Essential di Mia Ceran.
In un contesto social sempre più competitivo, con tante pagine che svolgono la funzione informativa in modo competente e autorevole, abbiamo chiesto a Tommasi che cosa, secondo lui, distingue Will rispetto ai competitor. «Quando siamo partiti StartupItalia è stata tra i primi a intercettarci. Siamo nati per fare divulgazione in maniera diversa, senza inseguire l’agenda politica. È un modo di parlare che si porta dietro il prodotto. Così si crea molto spazio anche per i brand. Teniamo molto al tema della community per avere un impatto sul futuro».
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L’occasione dell’acquisizione di Will da parte di Chora Media ci ha inoltre permesso di affrontare un falso mito, secondo il quale Instagram, e in generale i social, rientrerebbero soltanto nella dieta informativa dei giovani. «Vogliamo essere una cerniera generazionale – ha chiarito Tommasi -. Il 20% della nostra community ha più di 35 anni. Se non uniamo la spinta delle nuove generazioni con chi ha i cordoni della borsa allora quel cambiamento tarderà a venire». Di Will ci eravamo infine occupati per la vicenda riguardante Imen Jane, che avevamo affrontato a cominciare dalle polemiche scaturite in merito al percorso di studi della cofondatrice. «Siamo partiti insieme, io e Imen, e abbiamo fatto tanto – ha concluso Tommasi -. A un certo punto le strade si sono divise, ma è innegabile che lei abbia avuto un impatto sul progetto e sulla divulgazione di questi temi sui social. Spero che i rapporti possano migliorare in futuro».