L’ad Giorgio Tinacci: “L’imprenditorialità mette in conto anche prove e fallimenti. Le grandi aziende possono attraversare momenti difficili, cambiare e rafforzarsi. Oggi è uno di quei momenti”
“In Casavo abbiamo sempre celebrato i nostri successi, ma sappiamo che l’imprenditorialità mette in conto anche prove e fallimenti. Le grandi aziende possono attraversare momenti difficili, cambiare e rafforzarsi. Oggi è uno di quei momenti, perché purtroppo dobbiamo prendere alcune decisioni difficili che riteniamo essenziali per il successo a lungo termine di Casavo. Nel dettaglio, vi annuncio che dobbiamo ridurre il nostro team di circa il 30%”. Inizia così la lettera che l’Ad Giorgio Tinacci firma e invia ai suoi collaboratori.
Casavo, startup italiana, che lo scorso luglio aveva chiuso un maxi round da 400 milioni di euro (per la precisione, 100 milioni nel round di Exor, finanziamento di 300 milioni da parte di un gruppo di banche che include Intesa Sanpaolo, l’israeliana Viola Credit, Goldman Sachs e il gestore D.E. Shaw), raccogliendo dall’inizio dell’attività circa 850 milioni di euro dagli investitori, annuncia una ristrutturazione aziendale che porterà a un taglio sino al 30% della forza lavoro, complessivamente costituita da circa 450 dipendenti. Le politiche di licenziamento sono dovute una fase complessa per le difficoltà del mercato residenziale e dei capitali.
L’Amministratore Delegato di Casavo, Giorgio Tinacci, nella missiva indirizzata ai collaboratori afferma: “le dinamiche del mercato residenziale influenzano le nostre prestazioni aziendali e i mercati dei capitali azionari per le società tech influenzano la nostra capacità di accedere a finanziamenti esterni”. E continua: “Abbiamo sempre agito in modo trasparente, equo e con rispetto nei confronti delle nostre persone e continueremo a farlo anche in questo contesto”.
“Ci prenderemo cura di chi sarà impattato da questa decisione grazie a una serie di iniziative volte a garantire il ricollocamento”
Le motivazioni
Secondo Tinacci, i mercati residenziali “dovrebbero attraversare un ciclo al ribasso a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del più ampio contesto inflazionistico” e quindi Casavo non può “escludere la possibilità di volumi ridotti, cicli di vendita più lunghi e prezzi potenzialmente in calo”. Inoltre, i mercati dei capitali azionari per le società tech ad alta crescita sono in una fase di “reset”, con valutazioni drasticamente diminuite e investitori estremamente cauti. Di conseguenza, “sarebbe irresponsabile fare affidamento su ulteriori finanziamenti esterni a breve termine. Ciò implica la necessità di raggiungere l’auto sostenibilità finanziaria il prima possibile e fortunatamente siamo in una posizione solida grazie al nostro recente round di serie D”.
Tra le iniziative messe in campo, oltre ai licenziamenti, c’è il ridimensionamento del progetto iBuying, la focalizzazione sui mercati core (con la sospensione di mercati selezionati che sono ancora non redditizi o su scala ridotta) e il passaggio da un framework “growth” a un focus sulla “profitability». La strategia, nei prossimi anni, si concentrerà sul consolidamento del marketplace Casavo, saranno ulteriormente sviluppati i servizi del mondo casa come Casavo Mutui. Mentre l’acquisto immediato delle case da rivendere sul mercato, sarà oggetto di minori investimenti data la volatilità di mercato.
“Sebbene abbiamo sempre avuto una tempistica di breakeven chiara, l’ambiente di mercato ci costringe a intraprendere azioni più drastiche quando si tratta di gestione attiva dei costi”, ha concluso.
Le recenti operazioni di Casavo
Fondata a Milano nel 2017, Casavo è attiva nel mercato instant buying immobiliare. In pratica, offre supporto ai proprietari di casa che vogliono vendere o acquisire. La piattaforma mette inoltre in contatto gli operatori del settore immobiliare, tra cui agenzie immobiliari, banche e società di ristrutturazione. Un modello che a luglio 2022 ha consentito a Casavo di chiudere un round da 100 milioni, guidato da Exor, e di ottenere un finanziamento di 300 milioni da parte di un gruppo di banche che include Intesa Sanpaolo, l’israeliana Viola Credit, Goldman Sachs e il gestore D.E. Shaw. E all’acquisizione a ottobre 2022 della competitor francese Proprioo. Il totale della raccolta, dalla nascita nel 2017 a luglio 2022, considerando anche i finanziamenti, ammonta quindi a 843 milioni di euro.