ITIR Università di Pavia, StartupItalia e Fondazione Sostenibilità Digitale lanciano una nuova edizione della ricerca sui CInO. Obiettivo: comprendere la diffusione di un ruolo chiave per le imprese. Negli anni molti passi avanti, ma appena il 9% dei profili è al femminile
Phillip Morris International nel 2021 ha dichiarato che entro dieci anni smetterà di vendere sigarette. ERG estraeva petrolio e gas naturale fino a pochi anni fa, oggi si occupa esclusivamente di energie rinnovabili. Moderna e Merck (con anche altri sulla buona strada) hanno avviato nello scorso luglio trials clinici sull’sull’uomo di vaccini personalizzati mRNA contro certi tipi di cancro: potremmo essere vicini ad una rivoluzione epocale, come poche nella storia, che impatterà pesantemente anche sui modelli di business e sugli eco-sistemi socio-sanitari (pensati per curare, più che per prevenire). Per non parlare del turbinio generato da ChatGPT e più in generale dall’intelligenza artificiale generativa. Stiamo davvero all’alba di una nuova era, dove le imprese hanno capito che devono hackerare il prioprio DNA – e farlo velocemente – se voglio prosperare. Un po’ di marketing e maquillage non bastano più: il bruco deve diventare farfalla. In questo quadro, già dal 2019 svolgiamo attività di ricerca sull’importanza di avere in azienda figure manageriali ad hoc – come il Chief Innovation Officer – e competenze mirate per gestire i processi di trasformazione e innovazione dirompente. Qualcuno potrebbe obiettare: ma non dovrebbe pensarci il CEO? In linea teorica, sì. Tuttavia, quanto più le aziende – startup e non solo – crescono, tanto più chi è al comando si ritrova l’agenda fitta di impegni e magagne d’ogni natura. La priorità assegnata all’innovazione e al gusto della scoperta vira verso finanza, operations, relazioni con gli investitori, vertenze sindacali, e così via. Il CEO, da solo, non può garantire un’adeguata propulsione all’innovazione per sempre e per tutti. Nell’accingerci ad avvire la nuova indagine 2023 sul ruolo dei leader dell’innovazione, ci siamo tuttavia accorti che – forse – stavamo puntando il cannocciale dalla parte sbagliata. Ma facciamo un passo alla volta.
Dove ci eravamo lasciati
Ogni due anni, presso ITIR Università di Pavia – assieme a StartupItalia e Fondazione Sostenibilità Digitale – conduciamo quella che ad oggi è la più vasta indagine su scala internazionale sul ruolo del “Chief Innovation Officer” (CInO). All’ultima rilevazione nel 2021 – dove hanno aderito ben 576 leader dell’innovazione – si stava faticosamente cercando di emergere dallo shock della pandemia Covid-19. Era chiara l’immagine di un “capo dell’innovazione in azienda” che da un lato rimetteva al centro scienza e tecnologia come principali driver di cambiamento, dall’altro si accorgeva che serviva re-immaginare i modelli di leadership e di interazione fra le persone, in contesti ibridi dove lo smart working diventava la nuova normalità e si facevano largo set valoriali differenti rispetto al passato. Un contesto che parlava di inclusione e diversità, dove però i soliti problemi erano ancora presenti: ad esempio, solo il 9% dei CInO era donna. Fra le diverse opzioni proposte ai rispondenti, al primo posto delle priorità dei leader dell’innovazione vi era proprio lavorare ogni giorno per cambiare la cultura aziendale. Il tutto in un contesto contraddittorio: se da un lato tutte le imprese affermano che innovare è essenziale, poche poi assegnavano risorse adeguate a chi se ne dovrebbe occupare. Ad esempio, alla rilevazione 2021 lo staff su cui poteva contare un CInO era in media composto da 3-5 persone. Un media aritmetica a dire il vero ingannevole, fra condizioni estreme: o si era in presenza di unità piuttosto grandi e ben attrezzate, o in alternativa abbiamo rilevato numerosi leader “soli”, a far leva per lo più sul proprio carisma e/o sulle proprie doti comunicative.
In questo contesto, emergeva un dato molto significativo: le imprese con a bordo un CInO crescevano circa il doppio (+4.7%) rispetto a quelle senza (+2.4%). Difficile dire se fosse nato “prima l’uovo o la gallina”: dotarsi di un CInO porta a maggior crescita, o chi cresce maggiormente è nella posizione ideale per dotarsi di un CInO? Tuttavia si tratta di una evidenza che – comunque la si veda – fa riflettere e sottolinea l’importanza di un confronto in tema di “governance dell’innovazione”, dell’approfondire sempre più questa tematica. Ed ora, nel 2023, a che punto siamo? Dopo aver conosciuto una fase di veloce diffusione per questa figura professionale (vedi grafico sotto), stiamo finalmente entrando in una fase di maturità del ruolo? Quali le nuove competenze e quali intrecci con le altre priorità del nostro tempo?
Cosa abbiamo scoperto
Dopo le edizioni del 2019 e del 2021, abbiamo da poco avviato l’indagine 2023. Un’edizione che va ben oltre la curiosità intellettuale di vedere cosa può essere cambiato. Come si è detto sopra, è davvero un mondo in profonda trasformazione dove comprendere ruolo e prospettive dei principali agenti di cambiamento è tanto vitale quanto affascinante. È un po’ come dare una “sbirciatina al futuro”. Una nuova indagine che prevede quest’anno una rilevante novità, ispirata da un’evidenza emersa nel corso della precedente rilevazione. In passato ci siamo focalizzati sul ruolo del “Chief Innovation Officer”, precisando che il destinatario dello studio era “chiunque fosse a capo dei processi di innovazione in azienda, a prescindere dall’effettivo job title”. Così che a rispondere sono state persone con svariati titoli, non solo CInO in senso stretto, ad esempio abbiamo accolto diversi “Direttore Innovazione”. La cosa che ha attirato molto la nostra curiosità è che nel corso dell’edizione 2021 ci siamo ritrovati a bordo numerosi manager che hanno aderito pur essendo più vicini ad altre due aree: la trasformazione digitale (come Chief Digital Innovation Officer) e la transizione sostenibile, ambientale e/o sociale (come Chief Innovation and Sustainability Officer).
Forse, in qualche misura, stavamo cercando il sole di notte: per comprendere a fondo l’innovazione e i profondi processi di trasformazione del nostro tempo, serviva coinvolgere pure chi in azienda guidava la transizione verso nuovi significati e verso obiettivi più alti – corporate purpose – , nonché interrogarci su “se” e “come” la rivoluzione digitale stesse uscendo dagli uffici IT, per diventare driver strategico e/o cultura del dato. Il messaggio latente era ora chiaro: dovevamo allargare lo studio coinvolgendo tre figure, non più una sola: il responsabile dell’innovazione, ma anche il referente per la transizione sostenibile, ambientale e sociale, e l’incaricato di guidare la trasformazione digitale. Infatti, oggi queste tre figure sviluppano sinergie fondamentali, interazioni alla base del segreto delle aziende più di successo, in un delicato equilibrio fra specializzazione e sovrapposizione dei tre ruoli sopra menzionati. Un’indagine sul solo CInO non aveva più senso.
Scarica il report
Come università pubblica e quali ricercatori appassionati, siamo fermamente convinti che comprendere a fondo queste dinamiche – basandosi su metodologie scientifiche e dati oggettivi – possa dare un contributo importante alla sviluppo del nostro Paese. Ci serve tuttavia l’aiuto di quanti più top manager e C-Level possibile, aperti a condividere la propria visione su queste tematiche. Come contribuire e perché? Semplicemente investendo circa 10 minuti nel compilare il nostro questionario online, che è assolutamente confidenziale – nessuno saprà mai “chi ha scritto cosa” – e consente di avere accesso, una volta pronto, al full report riservato con tutti i risultati della nuova indagine 2023 (mentre la versione pubblica conterrà solo una sintesi dei risultati).
A chi si rivolge lo studio? A manager che hanno il massimo livello di autorità decisionale nelle proprie organizzazioni in tema di innovazione, trasformazione digitale o sostenibilità, indipendentemente dall’effettivo “job title”. Ciò include , ad esempio, Chief Innovation Officer, Chief Digital Officer, Chief Sustainability Officer, o ruoli analoghi come Responsabile dell’Innovazione o della Trasformazione Digitale. In assenza di tali ruoli, può compilare il questionario il CEO e/o altri top manager con una chiara comprensione delle strategie della loro azienda. Qui ad ITIR, con StartupItalia, ci siamo: chi sale a bordo con noi?
Per partecipare: https://questionpro.eu/t/AB3uyY5ZB3vgPr
Ulteriori informazioni: https://www.itir.io/projects/leading-the-momentous-change/