Quanti nuovi siti sono nati negli ultimi 2 anni? I dati di Registro .it, ospitato dall’Istituto Informatica e Telematica (Iit) del Cnr di Pisa
Gli italiani in questi due anni di pandemia non solo si sono affidati al web, ma hanno avuto un ruolo attivo nell’offerta online. Lo testimoniano i numeri riportati dal Registro .it, l’anagrafe dei domini .it, ospitato all’interno dell’Istituto di Informatica e Telematica (Iit) del Cnr di Pisa.
“Nel 2020 c’è stato un vero e proprio boom, con la registrazione di quasi 600.000 nuovi domini. In termini percentuali, +13,2% rispetto al 2019”, spiega Anna Vaccarelli, dirigente tecnologo all’ Iit e responsabile delle relazioni esterne, media, comunicazione e marketing del Registro .it.
Nel 2020 un boom di nuovi domini: +13,2%
Per l’esattezza, sono stati 592.821 i siti aperti con il .it finale nel primo anno di pandemia, che hanno portato i .it presenti in Rete a 3.374.790 al 31 dicembre 2020.
Una curiosità: sono stati ben 6.615 domini .it registrati in tutto il 2020 a tema coronavirus. Il primo, vaccinocoronavirus.it, è datato addirittura 28 gennaio 2020, quasi un mese prima della scoperta del paziente zero in Italia. “Molti di questi domini non sono poi stati rinnovati nel 2021 – dice Vaccarelli –. Altri erano legati alla diffusione di dati a livello locale o circoscritti a alcune aree geografiche”.
Nel 2021 il trend complessivo di crescita dei domini .it è proseguito, sebbene con numeri più bassi. Nell’anno appena concluso, infatti, la Rete nostrana è cresciuta complessivamente del 2,24%, con 550.257 nuovi domini per un totale, al 31 dicembre 2021, di 3.450.337 nomi targati .it. Si tratta del risultato migliore degli ultimi 13 anni, escludendo il 2020 che è considerato – anche dal Registro .it – un anno eccezionale.
Il picco mensile di registrazioni del 2021 (+60.537) si è registrato a marzo, in concomitanza alla terza ondata di coronavirus in Italia e alle conseguenti restrizioni.
Liberi professionisti, imprese e persone fisiche
Spulciando i dati del 2020, si vede come quasi la metà (il 49%) dei domini registrati tra gennaio e ottobre appartenga a persone fisiche, mentre il 41% alle imprese. Si tratta di un dato in controtendenza se confrontato con l’intera anagrafica dei domini italiani, dove le imprese costituiscono oltre il 50% della tipologia, contro appena il 32% delle persone fisiche.
L’aspetto più significativo ha riguardato però i liberi professionisti: con quasi 30.000 nuovi domini registrati, la presenza digitale di questa categoria è cresciuta del 35% in un solo anno: guardando solo ad aprile 2020, si parla di un +113% rispetto allo stesso mese del 2019.
Nel 2021, per contro, la crescita più importante è stata registrata dalle persone fisiche, con un +12,3% rispetto al 2020 e che hanno costituito più della metà (il 53,7%) delle nuove registrazioni.
In calo invece i liberi professionisti (-18,7% rispetto all’anno precedente) e le imprese (-6,3%).
il Registro .it fornisce solo analisi quantitative e non qualitative: non si conoscono quindi i dettagli di questi nuovi siti, ma soltanto il loro numero, la categoria di registrazione e l’area geografica di appartenenza. “Per quanto riguarda i dati di quest’anno, possiamo ipotizzare che l’ utilizzo forzato della Rete abbia convinto alcune persone dell’utilità di avere un proprio dominio per far conoscere propri hobby e interessi”, commenta Vaccarelli, per spigare l’alto numero di persone fisiche registrato nel 2021.
Nuovi domini: la distribuzione geografica
Lo studio dell’Iit-Cnr prende in esame l’intera anagrafica del Registro .it e calcola l’indice della diffusione di Internet in Italia sulla base del tasso di penetrazione per ogni regione e provincia, ovvero quanti domini .it ogni 10.000 abitanti maggiorenni.
Complessivamente, nel 2021 al Nord sono stati registrati 381,49 domini per 10.000 abitanti, al Centro 376,42 e al Sud e nelle isole 229,56. Attualmente, al Nord sono registrati il 53,73% dei domini .it, al Centro il 22,79% e al Sud il 23,47%.
Guardando al periodo che va da gennaio a ottobre 2021, è il Trentino Alto Adige la Regione con il tasso di penetrazione più alto in Italia, davanti a Lombardia, Valle d’Aosta, Toscana, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Più giù invece le regioni del Meridione, con Basilicata, Sicilia e Calabria nelle ultime tre posizioni.
Sul fronte delle province, Milano conquista il primato per tasso di penetrazione, con quasi 555 domini (554,8) ogni 10.000 abitanti maggiorenni, seguita da Bolzano (493,8), Firenze (466,7) e Rimini (452,7). Ultime in classifica, anche qui, le province del Sud e delle isole, che occupano le ultime dieci posizioni, con in coda Crotone (164,3), Caltanissetta (149,9) ed Enna (145,7).
La mappa ricalca in modo pressoché identico quella dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le tipologie di dominio, vediamo che nel 2021 si piazzano ai primi posti per quanto riguarda le imprese la provincia di Milano, quella di Lecco e quella di Trieste. Fanalini di coda Crotone, Foggia e Nuoro.
Per quanto riguarda le Regioni, vediamo ai primi posti Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Nella categoria liberi professionisti primeggiano Milano, Firenze e Bologna tra le province, mentre le Regioni con il maggior numero di registrazioni sono state Lombardia, Veneto e Lazio, che guadagna due posizioni rispetto al 2020.
Per le persone fisiche, infine, vediamo sul podio le province di Milano, Roma e Rimini e, per quanto riguarda le Regioni, Lazio, Trentino Alto Adige e Toscana.
“Questi dati riflettono un divario economico purtroppo atavico – commenta Vaccarelli –: le Regioni del Nord hanno una maggiore facilità a utilizzare digitale. Da considerare anche l’infrastruttura di Rete, che generalmente è più disponibile al Nord, e infine la componente culturale, che però è più difficile da misurare”.