Nel frattempo la Japan Fair Trade Commission ha dato via libera all’acquisizione di Activision da parte di Microsoft
Al momento sono 11 i membri del Congresso degli Stati Uniti che hanno inviato una richiesta formale alla Casa Bianca per chiedere al presidente Joe Biden di prendere posizione riguardo alle presunte attività anti-concorrenziali di Sony in Giappone, il paese dove ha sede la Big Tech del gaming (proprietaria del marchio PlayStation). Secondo i politici d’Oltreoceano, il mercato nipponico non rispetta le regole antitrust perché Sony limiterebbe la presenza di soggetti americani come Microsoft, che con Xbox è diretta competitor di Sony. La vicenda si lega inevitabilmente alla situazione che la casa di Redmond sta vivendo da oltre un anno, ovvero subito dopo l’annuncio dell’acquisizione della software house Activision per quasi 70 miliardi di dollari, criticata dai competitor, Sony in testa, perché minaccerebbe la concorrenza.
In questa battaglia legale ciascuno porta acqua al proprio mulino. Microsoft, ad esempio, ha già portato i numeri di altre multinazionali dei videogiochi per dimostrare che l’acquisizione di Activision non andrà a ridurre in alcun modo la concorrenza. In Giappone, peraltro, è notizia di queste ore la decisione in materia di antitrust della Japan Fair Trade Commission che ha dato disco verde all’operazione, facendo tirare un sospiro di sollievo a Microsoft (che ora deve attendere il parere di USA, Europa e Gran Bretagna).
L’accusa da parte del Congresso statunitense è bipartisan e trova dunque d’accordo Repubblicani e Democratici, preoccupati delle sorti del mercato videoludico nazionale e dei suoi attori. Secondo i membri, Sony controllerebbe il 98% del mercato giapponese delle console e questo costituirebbe un’evidente violazione della libera concorrenza. A far partire l’azione è stata la senatrice Maria Cantwell, che ha direttamente accusato Sony di aver organizzato un monopolio nella terra del Sol levante. Ha rincarato la dose David Cuddy, portavoce di Microsoft: «Le tattiche anti-concorrenziali di Sony meritano di essere discusse e siamo favorevoli a ulteriori indagini per garantire condizioni di parità nel settore dei videogiochi». Sony non ha rilasciato dichiarazioni in merito.