Intraprenditorialità: segnatevi questa parola, se non l’avete mai sentita, perché vi servirà. Indica la capacità di agire secondo un mindset imprenditoriale, basato su alcune specifiche soft skills, in primis la proattività, da applicare non solo se si sta avviando un’attività in proprio, ma anche se si è dipendenti. Una caratteristica che è, e sarà, sempre più richiesta ai lavoratori da parte delle aziende di ogni dimensione, segno di un profondo cambiamento culturale in corso.
Così è nata l’idea di Start-Me Up
Si ispira a queste premesse Start-Me Up, Passione e Innovazione a Confronto, progetto ideato da Joule, la scuola di Eni per l’impresa, con lo scopo di rilanciare il territorio siciliano partendo dai giovani: 70 di loro, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, avranno l’occasione di formarsi su tematiche di valore per entrare nel mondo del lavoro, supportati da una squadra di esperti, capitanati dall’incubatore online Startup Geeks. Totalmente gratuita, l’iniziativa costituisce una sperimentazione pilota in Italia: avrà una durata complessiva di circa 4 mesi e si concluderà nel 2024.
“L’intenzione è quella di supportare i NEET (Not in Education, Employment or Training, ndr), ovvero i giovani usciti dal sistema scolastico ma ancora inoccupati, offrendo loro nuove opportunità professionali e imprenditoriali nella regione in cui abitano, spiega Simona Marcantonio, Responsabile Programmi Intrapreneurship di Joule e Coach di Eni , che ha alle spalle una formazione in psicologia e una carriera dedicata alle risorse umane.
“Oggi il mercato mondiale ha un ritmo evolutivo così elevato che, accanto alle hard skills tradizionali, diventa fondamentale possedere anche altre caratteristiche e capacità: flessibilità cognitivo-comportamentale, determinazione, visione, creatività, pensiero laterale, problem solving”.
200 candidature e 70 giovani selezionati
Capacità che in molti casi sono innate, oppure vengono interiorizzate durante l’infanzia, ma si possono anche apprendere nel corso della vita, a scuola, idealmente, e in altri contesti formativi. Così sarà per i partecipanti di Start-Me Up, che inizieranno la loro avventura a settembre, dopo aver superato questi primi mesi di selezione. “Abbiamo ricevuto circa 200 candidature, segno di un’esigenza fortemente sentita sul territorio”, prosegue Marcantonio. “Tra i criteri di valutazione seguiti, oltre all’età e alla provenienza geografica, ovvero la Sicilia, sono stati presi in considerazione aspetti come competenze, motivazioni ed aspettative”.
Tre i percorsi previsti nell’ambito di Start-Me Up
Il programma si svilupperà da settembre 2023 a gennaio 2024 in modalità distance, così da facilitare al massimo la partecipazione, articolandosi su tre percorsi specifici, da scegliere in base alla propria aspirazione.
“Innovation expert” approfondisce, attraverso la presentazione di casi concreti, le principali tematiche legate al mondo dell’innovazione e dell’open innovation: come gestirla e come implementarla in azienda?
“Digital expert” si rivolge invece a chi vuole acquisire tecniche di digital marketing da applicare al mondo delle aziende, offrendo la possibilità di metterle in pratica attraverso i project work.
Infine, “Diventa uno startupper” è il programma formativo per tutti quei partecipanti
che hanno un’idea di startup e vogliono provare a realizzarla: grazie ad un percorso di incubazione ci sarà la possibilità di scoprire se e come poterlo fare.
Coinvolto l’intero ecosistema imprenditoriale siciliano
Fondamentale per garantire un efficace impatto del progetto sarà il coinvolgimento del territorio siciliano: player dell’ecosistema imprenditoriale, startup, hub tecnici, incubatori di imprese e anche sistema scolastico, in sinergia con le iniziative di Eni Corporate University ed Eniscuola, per garantire una continuità nell’azione di Eni finalizzata al contrasto all’abbandono scolastico.
“È importante per i giovani poter entrare in contatto diretto con imprenditori locali, che possano essere di esempio con il racconto della loro storia e della loro esperienza”, spiega ancora Simona Marcantonio, sottolineando “l’efficacia del modello di apprendimento imitativo, soprattutto in giovane età, teorizzato dallo psicologo dello sviluppo Albert Bandura”.
L’importanza del capitale umano
Start-Me Up offrirà così un percorso di qualificazione innovativo, ma allo stesso tempo risponderà anche a canoni formali di certificazione, per esempio rilasciando la certificazione blockchain, in modo da favorire il futuro inserimento in azienda. “Oggi sia le grandi imprese che le PMI richiedono le competenze tipiche dell’intraprenditorialità, come confermano numerosi studi”.
Secondo il report ‘Il Capitale Umano 2022’, elaborato da COTEC – Fondazione per l’innovazione, con il contributo del Centro Studi Tagliacarne, gli investimenti nel capitale umano, soprattutto formazione manageriale e quindi soft skill, aumentano la resilienza della forza lavoro e sono ormai fattore di crescita ed elemento di snodo per sostenere la competitività delle imprese: la variazione della produttività 2017-2019 per le imprese che hanno investito in tecnologie 4.0 e in formazione è stata pari a +4,4%, mentre quella delle imprese che hanno investito in tecnologie 4.0, ma non nella formazione si è attestata a un livello decisamente inferiore (+1,8%). La crescente influenza di robot e algoritmi, inoltre, aumenta ulteriormente la necessità di competenze come l’empatia e l’adattamento ai cambiamenti ambientali complessi, ovvero esperienze che sono unicamente “umane”.
“L’innovazione non è più solo tecnica”, conclude Simona Marcantonio. “In ogni processo esiste l’esigenza di avere team creativi eterogenei, in cui si possano confrontare linguaggi ed angoli di visuale diversi. Start-Me Up cerca di rispondere a queste richieste, aiutando i giovani ad acquisire nuove competenze e la giusta consapevolezza degli ingredienti richiesti dal mondo del lavoro”.