Altro che alta velocità, anche i Frecciarossa di Trenitalia fanno ritardo nel 31% dei casi. A rivelarlo è un’indagine di Altroconsumo che ha analizzato come tempi di percorrenza dei treni veloci siano più lunghi rispetto al passato. Ecco che cosa è emerso dall’indagine realizzata per 43 giorni consecutivi.
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Lo studio sull’alta velocità
Mentre gli Intercity fanno ritardo nel 41% delle tratte analizzate, lo studio di Altroconsumo rivela che nessun tipo di treno nell’indagine è esente da ritardi, ma la pagella peggiore spetta al servizio Intercity. L’analisi ha considerato i principali treni, ad esclusione dei servizi regionali, quindi: Alta velocità (Frecciarossa o Italo) e Intercity nei collegamenti diretti lungo le tratte diurne (tra le 6 e le 23.45) che collegano le principali città italiane.
La ricerca sui treni veloci di Trenitalia ha riguardato 45 tratte, da nord a sud del Paese. Sulle rotte principali, le più gettonate e quindi le più frequenti, come Milano – Roma, Napoli – Roma e Milano – Bologna, il servizio Frecciarossa è in forte crisi: in media, per le tratte analizzate, il 31% dei bolidi rossi arriva oltre l’orario previsto. Situazione critica lungo le tratte che coinvolgono la direttrice adriatica, dove si registrano ritardi in ben oltre il 50% dei treni rilevati. Il caso più critico è la tratta Bari Centrale – Milano Centrale, con oltre il 70% dei treni in ritardo. Un’altra tratta con ritardi critica è la Salerno – Torino Porta Nuova: il 53% dei convogli sfora l’orario di arrivo. Rispetto alla tratta più significativa, cioè la Milano Centrale – Roma Termini e viceversa, i treni rilevati in ritardo sono rispettivamente il 18% e il 25%.
Per il concorrente Italo, su 25 tratte prese in esame in media nel 20% dei casi i convogli di Italo sforano l’orario. Nel complesso, dunque, è più puntuale dei Frecciarossa quanto meno sulle 25 tratte rilevate in cui viaggiano entrambi gli operatori. La tratta particolarmente critica è il collegamento tra Napoli Centrale – Venezia Mestre, con ritardi rilevati nel 40% dei casi. Anche la tratta Reggio Calabria Centrale – Roma Termini zoppica: qui i treni con ritardo sono il 38%. Anche sulla tratta fondamentale, cioè la Milano Centrale – Roma Termini, ci sono ritardi (nel 15% dei casi), ancora di più sulla Roma – Milano (circa per il 19% dei treni). Mettendo a confronto i due concorrenti ferroviari sulle tratte principali, per le quali abbiamo le rilevazioni di entrambi gli operatori, Italo risulta quasi sempre in vantaggio su Trenitalia. In media i treni di Italo in ritardo sono il 20% delle tratte monitorate, contro il 26% dei Frecciarossa. La stessa dinamica si presenta sulla tratta maestra Milano Centrale – Roma Termini e viceversa, dove Trenitalia è più ritardataria.
Il sistema ferroviario non è fatto solo di treni ad alta velocità. Nell’analisi è stata verificata anche la puntualità di altri servizi, come quello degli Intercity. In media, gli Intercity sono i treni più ritardatari. Nelle 24 tratte analizzate, hanno avuto ritardo nel 41% dei casi, in particolare nel collegamento tra Reggio Calabria Centrale e Salerno, con ritardi rilevati per oltre l’80% dei casi. Anche la tratta adriatica Lecce – Bologna Centrale e il collegamento Roma Termini – Taranto conoscono poco la puntualità: qui i ritardi si registrano in circa il 60% dei treni rilevati.
Attualmente per i treni AV Trenitalia e Italo rimborsano parte del biglietto solo per ritardi superiori a 30 minuti. Si tratta di soglie molto alte, considerando che parliamo di bolidi veloci e che l’AV è per definizione un servizio rapido e puntuale. Con le regole attuali, solo una piccola parte dei treni in ritardo può godere di un ristoro. Per la maggioranza dei treni fuori orario, che stanno sotto la soglia dei 30 minuti, non è previsto nulla. Considerando tutte le tratte rilevate, i treni Frecciarossa con ritardo di almeno 15 minuti sono in media il 13%, mentre quelli che superano di oltre 30 minuti l’orario sono il 5,7% ed è solo questa minoranza ad essere rimborsata. Quelli di Italo con ritardo maggiore o uguale a 15 minuti sono in media il 7,8% del totale, mentre quelli con un ritardo di almeno 30 minuti sono il 3,6%.
La petizione di Altroconsumo
Con l’idea di allargare la platea dei rimborsi, Altroconsumo ha chiesto alle autorità italiane e europee di innalzare le percentuali di indennizzo e abbassare la soglia di ritardo per la quale può scattare il diritto al rimborso del viaggio con una petizione. In particolare, si chiede che:
- l’indennizzo sia fissato per tutti i tipi di treno e che scatti già dopo 30 minuti di ritardo (dopo 15 minuti per quelli ad Alta velocità). In questi casi l’indennizzo sia pari al 30% del costo del biglietto, mentre oggi non è previsto alcun tipo di indennizzo;
- sia riconosciuto un indennizzo del valore del 50% del costo del biglietto in caso di ritardo superiore a 60 minuti (dopo 30 minuti per l’AV);
- ci sia il rimborso integrale del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti. Ad oggi il rimborso del biglietto è previsto per un massimo del 50% e solo per ritardi superiori alle due ore;
- i rimborsi siano accreditati in modo automatico (come di recente è stato stabilito per i ritardi dei treni regionali) e che il passeggero possa scegliere di avere il risarcimento in denaro o in forma di voucher. Firma la petizione, insieme possiamo fare la differenza.