La startup ha sviluppato un sistema di mobilità sostenibile all in one. E ‘ stata protagonista dell’evento di Assolombarda e Nuvolab nel 2016. Con il co-founder Giovanni Alli ripercorriamo l’anno dello spin-off, con un occhio al futuro della mobilità
Zehus è uno spin-off del Politecnico di Milano la cui mission è innovare il settore della mobilità urbana sviluppando soluzioni eco-sostenibili. Nel team Giovanni Alli, 32 anni di Legnano, è co-founder e marketing manager, Marcello Segato è ad, Paolo Lisanti è cto e co-founder, mentre Daniele Berretta si occupa del software. A maggio 2016 la startup ha chiuso un round di 1.5 milioni di euro con Invitalia Ventures e Vittoria Industries. Pochi mesi prima ha partecipato a MCE 4×4: l’appuntamento di Assolombarda e Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con Nuvolab, dedicato all’innovazione nella mobilità con l’obiettivo di analizzare il futuro del settore rispetto al trasporto di persone, merci e informazioni. A poche settimane dalla seconda edizione (venerdì si apre la call per startup QUI) abbiamo fatto il punto con Giovanni Alli. Ecco cosa ci ha detto.
Ciao Giovanni, cosa fa Zehus?
«Zehus nasce come una startup. La nostra mission è sviluppare smart wheel, ovvero ruote intelligenti che aiutino i veicoli a trazione umana ed elettrica. Rientrano in questa categoria la bicicletta, il monopattino, la sedia a rotelle. Questa mission trova compimento nel primo prodotto che abbiamo presentato nel 2014: un all in one per la pedalata assisistita, un sistema che racchiude al suo interno sistemi che di solito sono distribuiti sul veicolo (parliamo del pacco batterie, del motore, dei sensori). E’ un prodotto innovativo che abbiamo presentato per primi sul mercato. Connessi al prodotto uno smartphone (con un cruscotto virtualizzato) e la possibilità di collegarsi alla nostra cloud e scambiare dati».
Zehus è in vendita?
«Zehus è in vendita dal 2014 sul mercato B2B. Nel 2016 abbiamo acquisito un brand americano, grazie al quale vendiamo anche prodotti al dettaglio».
L’anno scorso avete partecipato a MCE 4×4 2016. Cos’è cambiato per voi in questo anno? Ci sono stati avvenimenti importanti che volete raccontare?
«Sì abbiamo partecipato all’edizione 2016».
Sulla base di quello che vedete tutti i giorni quali saranno i trend di questo 2017 rispetto al vostro settore? In che direzione andrà la mobilità nei prossimi anni secondo voi?
«Secondo noi il trend (che viene dal Nord Europa) è quello che mira ad eliminare l’uso dell’auto all’interno delle città. Le auto avrebbero così degli spazi all’esterno delle città, dove si utilizzerebbero invece le biciclette. Con un aumento e un sovraffollamento però delle biciclette nelle stazioni di interscambio. La chiave passa per la multimodalità, lo sharing del veicolo personale. Una sfida per il futuro su cui anche noi stiamo lavorando. Abbiamo vinto in questo senso anche un bando Horizon 2020».
Anche quest’anno riparte MCE 4×4, evento di punta di Assolombarda riguardante il settore della mobilità, voi che avete partecipato l’anno scorso cosa avete portato a casa da questo evento? E’ stato utile?
«Come ti dicevo abbiamo partecipato all’edizione 2016 di MCE 4×4 ed è stato molto utile per entrare in contatto con realtà più grandi che prima non ci conoscevano e a cui abbiamo proposto l’acquisto dei nostri prodotti».
E il round di maggio 2016?
«E’ stato un investimento che abbiamo preparato prima di MCE 4×4».
Dà un consiglio alle startup che parteciperanno a MCE e ad eventi simili a questo: qual è l’approccio giusto?
«Osate ma non strafate. In giro e anche a MCE ci sono interlocutori di livello che capiscono quando la stai sparando grossa».
Quali azioni è utile attuare per massimizzare la presenza a queste manifestazioni? Come facilitare l’avvicinamento tra startup e aziende storiche strutturate?
«Eventi come MCE sono importantissimi. E’ altrettanto importante che ci sia nelle istituzioni il riconoscimento categorico di diversi tipi di startup».