Classe ’84, pugliese di nascita ma milanese d’adozione, il giornalista ha stilato una guida dei migliori posti dove poter lavorare in tranquillità a Milano, Roma, Napoli e Torino
«Nel 2019, conclusa un’esperienza di nove anni come giornalista in Vanity Fair, sono diventato freelance. A Milano conoscevo tanti bar e ho iniziato a frequentarli per lavorare. Con il passare del tempo ho pensato di raccogliere quelli dove mi sono trovato più a mio agio in una mappa». Così Francesco Oggiano, classe ’84, pugliese di nascita ma milanese d’adozione ha avuto l’idea di catalogare in una guida i migliori coworking che non solo veri e propri spazi di lavoro in condivisione ma anche posti non proprio conosciuti dove poter lavorare in tranquillità. Francesco non è un nativo digitale, ha imparato a conoscere il mondo dello smartworking, come la maggior parte di noi, durante la pandemia. Da quel momento ha saputo trarne tutti i vantaggi che il “lavoro agile” offre, e partendo proprio dai posti a lui più cari è stato in grado di costruirsi un network che gli ha offerto anche opportunità di lavoro.
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Una mappa per lavorare sereni
Quella guida che fino a poco tempo fa era solo nella sua mente è diventata una mappa oggi utile a freelance e liberi professionisti ma anche imprenditori, turisti, startupper o semplicemente a chi si trova a passare da quelle parti e ha bisogno di uno spazio dove poter raccogliere pensieri e idee. E non solo su Milano (disponibile a questo link). «Grazie a un lavoro che ho intrapreso attraverso una community di persone che via via mi seguivano sui social sono nate queste mappe che ad oggi raccolgono spazi tranquilli dove poter lavorare nel capoluogo lombardo, a Napoli, Roma e Torino – racconta Francesco – Fondamentale è stato l’aiuto della collega Giorgia Verna ma anche di alcuni startupper che ci hanno segnalato luoghi e coworking tranquilli in altre zone d’Italia».
La mappa, in continua evoluzione, sta diventando un riferimento per coloro che si trovano a dover viaggiare o spostarsi spesso ma anche per chi, vivendo nelle grandi città, non è a conoscenza di tanti luoghi che spesso passano inosservati. «Personalmente trovo che la scelta di lavorare in luoghi come quelli segnalati nella mappa sia molto stimolante – racconta Francesco – Sia perché alla fine sei comunque in compagnia e non isolato tra le mura domestiche come, invece, siamo stati costretti a fare durante la pandemia, sia perché sono luoghi rilassanti e di confronto. Qui ho conosciuto altri freelance, imprenditori e sono nate belle opportunità di lavoro come quella con 21 House of Stories».
Il mondo che cambia
La storia di Francesco racconta di un mondo in continua evoluzione che, piano piano, sta diventando sempre più smart, alla ricerca di nuovi modi e spazi di lavoro. «Credo che dopo la pandemia il concetto stesso di “luogo di lavoro” sia cambiato tantissimo ma che non fossimo pronti ad accettarlo come, invece, lo siamo oggi – spiega Francesco – Le sedi e le postazioni dove fare coworking sono aumentate e molti locali, banalmente anche bar, hanno predisposto delle zone adatte al lavoro agile, diventando anche più accoglienti. Una volta, quando mi sedevo da solo a lavorare al PC, dopo un po’ i camerieri e gli ospiti mi guardavano storto. Oggi non è più così. Gli stessi gestori hanno capito che lo smartworking spesso genera valore, che non è soltanto economico».
Francesco conclude con un consiglio: «Andate alla ricerca del posto dove vi sentite più a vostro agio: non tutti i posti sono uguali e ognuno di noi ha le sue inclinazioni. Trovate, quindi il vostro “posto perfetto” che diventerà il vostro secondo ufficio. Non ve ne pentirete».