Ogyre è la prima piattaforma italiana che sviluppa un modello circolare per recuperare la plastica dal mare attraverso l’attivazione e il coinvolgimento di un network di pescherecci (regolarmente remunerati). Obiettivo minimo 250mila euro
Ogyre, la startup italiana a vocazione sociale che tramite il suo modello di “fishing for litter” vuole ripulire gli oceani dalla plastica, annuncia la partenza della sua prima campagna su Mamacrowd. Obiettivo della campagna di equity crowdfunding, una raccolta minima di 250.000 euro.
Ogyre, che si ispira al modello di “fishing for litter” nato e sperimentato con successo in Nord Europa, è la prima piattaforma globale che punta a ripulire i mari dalla plastica grazie all’aiuto dei pescatori, che – regolarmente remunerati e sollevati dagli oneri di conferimento dei rifiuti – “pescano” i rifiuti dal mare e li portano a riva, dove, con il contributo di alcune ONG, vengono stoccati per essere smaltiti correttamente, con l’obiettivo di trasformare il rifiuto in risorsa e dargli nuova vita.
La plastica negli oceani è uno dei più grandi problemi ambientali dei nostri tempi
Obiettivo della campagna di crowdfunding su Mamacrowd, una raccolta minima di 250.000 euro, che ha l’obiettivo di fornire alla startup, già attiva in Italia, Brasile e Indonesia, le risorse per scalare globalmente, raggiungere i 5.000 pescatori coinvolti nel network e raccogliere 4 milioni di kg di rifiuti entro il 2025. L’investimento in Ogyre si colloca nel filone dell’impact investing, ovvero un approccio agli investimenti che privilegia i progetti che hanno l’obiettivo dichiarato, definito ex ante e parte del modello di attività e del piano industriale, di creare un impatto misurabile sulla società e sull’ambiente. Un mercato in crescita, quello della finanza sostenibile, che ha raggiunto nel 2020: 109 milioni di investimenti solo in Italia, con una crescita del 137% nel triennio 2017-2020.
“La plastica negli oceani è uno dei più grandi problemi ambientali dei nostri tempi, basti pensare che ogni anno finiscono in mare 11 milioni di tonnellate di plastica, che mettono a rischio la vita di 1,4 milioni di specie che vivono sott’acqua. Una quantità di rifiuti che impatta, oltre che sull’ambiente, anche economicamente sul settore “pesca” per oltre 61 milioni di euro all’anno. Chi, meglio dei pescatori, può aiutarci a risolvere il problema? – spiegano Antonio Augeri e Andrea Faldella, co-fondatori di OGYRE – La missione di Ogyre è salvaguardare il mare con un modello sostenibile, che permetta a ciascuno di agire: la nostra piattaforma si rivolge sia alle aziende, che possono compensare il consumo di plastica esattamente con lo stesso principio della compensazione della CO2, che ai privati, che possono dare il loro contributo acquistando prodotti, come i nostri costumi o i piumini, realizzati con filato ricavato dalla plastica raccolta. Oltre ad aggiungere nuovi prodotti, abbiamo in pipeline un’app per tracciare la filiera di raccolta e lo sviluppo di NFT da associare alla raccolta dei rifiuti”.
Ad oggi Ogyre opera in Italia, Brasile e Indonesia con circa 80 pescatori attivi e una raccolta media stimata, tra i tre paesi, in 20.000 kg ogni mese. In Italia, il progetto vede già coinvolti i porti di Cesenatico, Santa Margherita Ligure, Goro e Porto Garibaldi (Ferrara) con 20 pescherecci partner attivi, e diverse collaborazioni con brand di scala globale.