Paolo Salvato, Senior Vice-President Strategic Innovative Projects del gruppo, ci racconta la storia di Difly, realtà innovativa che ha partecipato alla scorsa call ed è stata ingaggiata in Germania. Obiettivo: scovare bombe inesplose
«Vogliamo accompagnare il cambiamento culturale del team di Leonardo per contribuire a gestire al meglio il mondo dell’open innovation, conferendo alla struttura quell’agilità necessaria per rispondere con maggiore competitività ai veloci mutamenti di mercato del settore dell’Aerospazio Difesa e Sicurezza». Con queste parole Paolo Salvato, Senior Vice President Strategic Innovative Projects di Leonardo, introduce la seconda call di Business Innovation Factory, l’acceleratore di startup di Leonardo realizzato in partnership con LVenture Group, che si rivolge ai team impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative per ampliare l’offerta dei servizi digitali dell’azienda. Dopo la prima call, che ha accelerato 10 realtà operanti nel settore “Servitization e autonomous systems”, adesso al vaglio dei selettori ci sono 156 candidature finalizzate (su 244 ricevute rispetto alle 170 ricevute nella prima edizione) per la seconda call che punta a selezionare, nel 2023, fino a dieci startup.
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BIF in numeri e obiettivi
Il 61% delle candidature alla seconda call provengono dall’estero (95) rispetto al 40% della prima edizione. A livello geografico, dopo l’Italia (61 candidature finalizzate), sono Israele (30) UK (12) e Stati Uniti (10) i Paesi dai quali sono giunte il maggior numero di proposte. «I numeri registrati testimoniano il consolidamento della BIF di Leonardo come l’acceleratore di startup di riferimento del settore Aerospazio Difesa & Sicurezza – spiega Paolo Salvato – È aumentata la consapevolezza da parte dei founders del valore di un corporate accelerator che consenta sia di imprimere alle startup una accelerazione al quadrato grazie alle competenze, conoscenze e asset del gruppo, sia di poter ottenere accordi commerciali e tecnologici oltre ad accedere agli investimenti», sottolinea Salvato.
Con la prima edizione della BIF 2022, Leonardo ha investito nel capitale di due delle dieci startup che hanno partecipato all’accelerazione, e continua a supportare le altre otto nella realizzazione di accordi di partnership con il Gruppo e con i partner di Leonardo. «Gli obiettivi strategici della BIF sono tre: puntare sulle startup per contribuire all’innovazione di Leonardo (questo è il motivo per il quale abbiamo puntato sull’acceleratore, che ci permette di fare scouting tra startup di interesse) – afferma Salvato a StartupItalia – Contribuire al cambiamento culturale dell’azienda e avvicinare sempre più i dipendenti a lavorare con il mondo delle startup per imparare cosa vuol dire lavorare in modo agile e veloce. Infine, l’open innovation, che può essere una leva per la strategia di sviluppo internazionale del gruppo Leonardo con l’obiettivo di realizzare partnership strutturali con ecosistemi di innovazione nei paesi strategici di Leonardo».
L’acceleratore che guarda oltreconfine
«Leonardo cerca startup internazionali capaci di portare un vantaggio competitivo in termini di business e tecnologie in grado di realizzare il proof of concept con le divisioni dell’acceleratore», dichiara Salvato a StartupItalia. Con questo intento l’acceleratore si è spinto oltre confine, in un roadshow che ha fatto tappa a Napoli, Milano, Londra, Monaco e Tel Aviv: ecosistemi di innovazione di eccellenza per i temi della Simulation & Gamification, Networking & Cybersecurity. Proprio dai cinque appuntamenti del roadshow provengono circa 80 candidature (il 50% del totale) con 30 application ricevute durante l’ultima tappa di Tel Aviv. «Il roadshow ci ha permesso di attirare startup di qualità e ci ha dato la possibilità di raccontare Leonardo e di connetterci con i player dell’innovazione locali, per far capire il valore di un corporate accelerator – spiega il senior vice presidente – Ci siamo resi conto del valore della conoscenza e delle competenze che Leonardo può mettere a disposizione delle startup consentendogli un’accelerazione al quadrato oltre ad un potenziale go to market».
Adesso i team di Leonardo e LVenture Group sono al lavoro per selezionare 20 startup che saranno invitate al Selection Day, durante il quale ne saranno selezionate dieci. Queste saranno ammesse al programma di accelerazione con partenza a fine maggio e chiusura a novembre con un Demo Day aperto anche agli investitori. Leonardo ha potenziato il programma di mentorship con il supporto di LVenture Group. I mentor agiranno come “cinghia di trasmissione” tra il valore industriale di Leonardo e il valore di innovazione dalle startup, supportandole, durante l’accelerazione, nella fase di validazione di business e tecnologica, e nellinvestimento e partnership del post- accelerazione.
Difly, da Reggio Emilia in Germania
Tra i best case di startup che hanno partecipato alla precedente edizione del programma di accelerazione c’è Difly, startup di Reggio Emilia guidata da Marco Pesci che sviluppa soluzioni per l’analisi dei dati acquisiti da droni (RGB, termici, multispettrali, lidar, elettromagnetici) e satelliti utilizzando algoritmi e software proprietari basati su diversi processi di AI.
Il potenziale innovativo del team è riuscito ad attrarre non solo la città di Firenze, per la quale sta realizzando un gemello digitale della camera bianca dove Leonardo produce le ottiche per l’applicazione nei settori dello Spazio e della Difesa, ma anche Berlino. «Con la nostra partecipata tedesca Hensoldt abbiamo identificato un bisogno dei pompieri di Berlino, i quali sono in difficoltà a estinguere gli incendi nelle foreste vicino alla capitale tedesca, dove c’è stata un’enorme attività di bombardamento durante la seconda guerra mondiale – spiega Salvato – Adesso sono al lavoro per capire se Difly potrebbe aiutarli a mappare gli ordigni inesplosi sotto terra, così da poter operare in maggiore sicurezza. A giugno, inoltre, Difly svilupperà un test con gli stessi pompieri su un terreno con ordigni non ancora esplosi». Un grande risultato per questa realtà che arriva al termine di un intenso lavoro effettuato anche dallo stesso tema di Leonardo. «La startup, che ha partecipato alla prima edizione della BIF, era già operativa ma anche molto acerba. Abbiamo fatto un grande lavoro insieme al nostro partner LVenture per strutturarla, comunicarla all’esterno e promuovere un portafoglio di servizi che abbiamo scoperto essere molto più ricco di quello che credevamo – conclude Salvato – Anche se non abbiamo deciso di investire nell’equity di Difly, abbiamo aperto a diverse opportunità di partnership: alcune si sono già concretizzate. E’ chiaro il potenziale che questo servizio può avere con la rete di Leonardo e i bisogni richiesti dal mondo nei vari continenti oltre alla prossima, speriamo, bonifica dell’Ucraina».