Progetti destinati a cambiare, almeno in una piccola parte, la vita delle persone. Team composti da giovani, con i founder che non devono avere più di 35 anni. E un supporto offerto ai vincitori che va oltre il semplice sostegno economico: per tutta la durata dell’iniziativa, e anche oltre, i tutor sono a disposizione dei candidati per affinare le idee e trasformarle in business in grado di scalare. Questa è la ricetta di Lifebility Award, iniziativa giunta alla 14sima edizione e sostenuta dall’Associazione Lions (in particolare dal Multidistretto Italia 108) e che conta tra i suoi alumni anche casi di successo planetario come la bresciana Isinnova.
Anche quest’anno la giuria, composta da esperti e stakeholder provenienti da industria e accademia, ha selezionato tra le moltissime candidature (negli anni sono oltre 1.500 le proposte ricevute) tre idee vincitrici, che si sono portate a casa 5.000 euro cadauna. Tre progetti vincitori, tutti e tre molto diversi tra loro: accomunati però dalla possibilità di creare un cambiamento positivo nella vita dei potenziali utilizzatori, puntando a risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani. “Nella 14ª edizione del Lifebility Award, celebriamo l’innovazione e il potenziale straordinario dei giovani startupper italiani – ha spiegato in una nota Claudio Sabatini, Presidente del Consiglio dei Governatori di Lions Italia – Come Lions Multidistretto Italy 108, sentiamo il dovere di sostenere queste iniziative. Siamo fermamente convinti che i giovani possano effettivamente fare la differenza nel definire il nostro futuro”.
I vincitori dell’edizione 2024 sono stati ARGO, AI Vs Linfomi e RigeneraDermo: “esempi tangibili di come l’impegno giovanile possa portare a cambiamenti significativi e sostenibili nella nostra società” conclude Sabattini.
Che cosa fa ARGO
La chiave, in questo caso, è l’accessibilità: ARGO – nome di un dispositivo indossabile creato da Sara Labidi, Giuseppe Campanale, e Daniela Bigon dell’Università Iuav – è stato studiato per consentire anche a ciechi e ipovedenti di poter praticare nuoto in vasca senza la necessità di un accompagnatore. “L’obiettivo principale di Argo è aumentare l’autonomia e l’inclusione dei nuotatori non vedenti, consentendo loro di praticare il nuoto in modo sicuro e indipendente – dicono i tre ideatori del progetto – Inoltre, il progetto mira a rispondere alle esigenze di un ampio pubblico, inclusi coloro che utilizzano la piscina per riabilitazione o fisioterapia”.
ARGO si applica agli occhialini, accessorio irrinunciabile in piscina, e tramite una serie di vibrazioni è in grado di comunicare al nuotatore quando effettuare una virata o quando sta deviando dalla linea centrale della corsia. Il wearable, sviluppato grazie alla consulenza di una nuotatrice ipovedente, dialoga costantemente con due apparecchi remoti da collocare ai due capi della corsia occupata: questi ultimi contengono una serie di sensori a ultrasuoni, laser e fotocellule, per guidare l’impegno in vasca.
AI Vs Linfomi
Viviamo nell’epoca dell’abbondanza dei dati, ma non sempre la mole quasi infinita di informazioni può essere agilmente gestita semplicemente attraverso l’impegno dei ricercatori. Per questo Gaia Martire e Domenico Rizzato hanno sviluppato un’applicazione infusa di intelligenza artificiale in grado di passare in rassegna banche dati contenenti preziose informazioni raccolte in diversi studi di diversi campi scientifici, così da valutare con uno sguardo complessivo sugli effetti biologici di linfoma di Burkitt (BL) e linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), i tipi più comuni di linfoma non-Hodgkin (NHL) in età infantile.
Si tratta di forme piuttosto gravi di tumore, con percentuali di sopravvivenza ancora piuttosto basse in particolare in caso di recidiva, ma in cui alcuni studi recenti hanno posto in evidenza dei tratti comuni tra i pazienti che sono riusciti a superarle. “Faremo il sequenziamento dell’esoma (WES) e del trascrittoma (RNA-seq) per identificare le caratteristiche molecolari che influenzano la prognosi dei pazienti – spiegano i due ricercatori – Poi, un’analisi non supervisionata identificherà gruppi di pazienti con caratteristiche comuni basate sui dati multiomici (ndr, informazioni raccolte da diverse aree di studio biologico che analizzano l’insieme completo di componenti molecolari di un organismo)”. L’obiettivo finale è aumentare la comprensione di come si sviluppa la malattia, anche valutando l’efficacia (o gli effetti collaterali) dei trattamenti medici.
RigeneraDermo
Un progetto all’insegna dell’economia circolare, nato alle pendici delle colline del Prosecco e che per questo punta a sfruttare il prodotto di scarto della vinificazione. L’idea di Marco Ferrari, padre di RigeneraDermo, è dare vita a una filiera cosmetica basata sulle vinacce dell’uva, con un occhio particolare anche alla sostenibilità del packaging: niente flaconi di plastica, bensì confezioni ricaricabili in tetrapack.
Ferrari ha anche pensato a due diversi canali di vendita e distribuzione. Quello B2B con l’HoReCa: mettendo a disposizione di hotel e ristoranti prodotti di buona qualità per toilette e camere, in confezioni riutilizzabili e sostenibili, e garantendo forniture costanti. E poi, naturalmente, il B2C: in questo caso il circolo virtuoso che abbatte la plastica sarà reso più semplice da un meccanismo di ricarica garantito da un acquisto semplificato tramite appositi qr-code posti sulle confezioni, con i refill che arriveranno direttamente a casa del cliente finale.