Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari StartupItalia Open Summit. È la volta di Uala, il software che ha cambiato il lavoro di parrucchieri e saloni di bellezza, finalista dell’edizione 2019
Gli italiani fanno il software gestionale e gli inglesi il marketplace. Assieme, collaborando, conquistano l’Europa. Uala è la prova esistente che il software italiano può essere il migliore ed essere persino adottato da colossi britannici. L’azienda è nata a Reggio Emilia nel 2015 da un’idea di Alessandro Bruzzi, Enzo Li Volti e Luca Mattivi. All’epoca Uala era un network che raccoglieva saloni di parrucchieri, centri di bellezza ed estetica su sito e app. In quell’anno la startup ha ricevuto un finanziamento da 5 milioni di euro da parte di Immobiliare.it.
La crescita
Fin da subito Uala è cresciuta a livello internazionale, per acquisizioni: “Nel maggio 2017 abbiamo comprato la maggioranza di Bucmi, nostra omologa in Spagna e Portogallo, per poi, a settembre, acquisire il dominio web Vaniday.it, lanciato in Italia nell’aprile 2015. Sempre nel 2017 abbiamo investito in Funkmartini.gr, piattaforma leader in Grecia per prenotare appuntamenti online in saloni di bellezza e spa. Nel 2019, dopo aver chiuso un nuovo round di finanziamenti guidato sempre da Immobiliare.it di 15 milioni di euro, abbiamo acquisito Balinea.com, il principale servizio di prenotazione di bellezza online in Francia”, racconta a StartupItalia Alessandro Bruzzi.
“Durante l’emergenza Covid abbiamo lavorato sul prodotto per permettere ai saloni di essere sul pezzo rispetto a quello che stava succedendo”
“L’anno si è concluso con il rafforzamento della nostra presenza nel Sud Europa con l’acquisizione del portale italiano Salonist e della maggioranza della greca Funkmartini”. La startup Made in Italy è stata pioniera per il Sud Europa nella digitalizzazione di un settore che era ancora completamente “analogico”: “Oggi crescono gli utenti che prenotano online servizi legati al beauty – aggiunge il founder – ma certamente resta un settore ad alto tasso di loyalty, quindi bisognava puntare anche su altro. Quello che serviva ai saloni era uno strumento gestionale semplice e avanzato”.
La partecipazione a SIOS 2019
Non a caso nell’edizione 2019, Sios l’ha scelta tra le dieci finaliste: “L’innovazione è sempre stata parte del nostro Dna – commenta il fondatore -. Da quando per la prima volta abbiamo pensato a Uala, immaginando un servizio che potesse rispondere a un bisogno che fino ad allora rimaneva insoddisfatto, ad oggi, in cui abbiamo un team dedicato che lavora per garantire a utenti e saloni la tecnologia e le soluzioni migliori per prenotare e gestire il proprio salone, aggiungendo sempre nuove feature e migliorando quelle esistenti. Poter salire sul palco per l’eccellenza dedicato all’innovazione – a fianco di altri giovani come noi che in ambiti diversi stavano emergendo – è stato quindi per noi motivo di grande orgoglio: non solo ci ha permesso di dimostrare che anche il mondo della bellezza può dire la sua in campo tecnologia al servizio delle persone, ma anzi ha rappresentato uno stimolo a crescere sempre di più, previsione che possiamo dire oggi essersi pienamente avverata”.
“Poter salire sul palco per l’eccellenza dedicato all’innovazione è stato per noi motivo di grande orgoglio”
È proprio da quel momento in poi che la startup ha cambiato passo. L’anno seguente, con la pandemia, in un momento in cui saloni di bellezza e parrucchieri sono stati fortemente colpiti dalle chiusure, Uala ha paradossalmente rafforzato il suo business. Come? Puntando sul software. “Durante l’emergenza Covid abbiamo lavorato sul prodotto per permettere ai saloni di essere sul pezzo rispetto a quello che stava succedendo – spiega Bruzzi – li abbiamo aiutati ad avere la tecnologia per abilitare i consumatori all’acquisto di gift cart e abbonamenti prima e di prodotti, poi. Per farlo abbiamo lavorato sulla tecnologia, che abbiamo dovuto raffinare e adattare anche ad altre esigenze, come per esempio la gestione dei tempi di sanificazione, che prima non esisteva”.
Uala ha creato una funzionalità per cui con 4 click è possibile abilitare gli shop sulla pagina Uala del salone. “È Uala ad occuparsi di tutti gli aspetti dell’acquisto online, a caricare foto e descrizione di ogni prodotto e a garantire una transazione veloce e sicura, mentre il cliente non deve far altro che scegliere il proprio prodotto preferito e decidere se riceverlo a casa con corriere o ritirarlo in negozio, sostenendo così il proprio professionista di fiducia da un lato e dall’altro ricevendo, insieme al prodotto, la stessa consulenza che riceverebbe in salone”, raccontava l’azienda durante il lockdown.
L’accordo Uala – Treatwell
È proprio la forza del software ad aver aperto a Uala – con un centinaio di dipendenti – le porte della collaborazione con l’inglese Treatwell, il principale player del settore in Europa, con più di 500 dipendenti e centinaia di migliaia di euro di investimenti raccolti: “Noi abbiamo sempre dato più importanza al software – continua il fondatore di Uala – e la pandemia ha messo tutti davanti all’estrema importanza della tecnologia. Il software è il punto focale perché non significa connettere solo le attività commerciali agli utenti, ma a tutta la filiera”.
“Abbiamo sempre dato più importanza al software e la pandemia ha messo tutti davanti all’estrema importanza della tecnologia”
La collaborazione tra le due aziende, partita nel 2020, ha lo scopo di unire le forze per creare la migliore esperienza sia per gli utenti che per i saloni: “Uala, infatti, è stata sempre molto focalizzata sulla creazione di un’agenda che potesse rispondere alle esigenze di gestione agile e digitale dei saloni, mentre Treatwell è un marketplace che negli anni ha acquisito importanza e riconoscibilità a livello europeo – aggiunge il ceo di Uala -. Oggi chi usa Uala Business può essere prenotabile su Treatwell e chi usa Treatwell ma vuole un software più avanzato può usare quello di Uala”. Grazie a questa collaborazione, insieme, le due aziende sono presenti in 13 Paesi in Europa con un team che supera i 750 dipendenti e sono pronte, insieme, a conquistare altri mercati.