Con Mario Kart 7 i go-kart del Regno dei Funghi avevano iniziato a spiccare il volo e a perlustrare le profondità oceaniche; con Mario Kart 8 avevano vinto persino la gravità e con Deluxe Nintendo ha confezionato il titolo più completo di sempre. Scontato chiedersi cosa potesse ancora darci la Casa di Kyoto col nuovo episodio per sorprenderci ancora, adesso che ogni traguardo pareva già raggiunto. La risposta è semplice: con Mario Kart World la nostra pista sarà… il mondo.
Mario Kart World ai nastri di partenza
Qualcuno probabilmente obietterà che Mario Kart World da solo non possa costituire un buon accompagnamento per il lancio della nuovissima Nintendo Switch 2, al suo debutto mondiale quest’oggi. Non statelo ad ascoltare.

Anche se a conti fatti può sembrare ‘il solito Mario Kart’, con un numero tutto sommato ristretto di modalità (Gran Premio, Sopravvivenza, Corsa libera e l’immancabile Battaglia Palloncini mentre a latere troviamo Corsa sfida, che permette di imbastire competizioni con regole personalizzate e Acchiappamonete che chiede di mettersi in tasca più oggetti luccicanti degli avversari, da mitragliare a suon di oggetti), Mario Kart World si declina lungo il suo vastissimo open world. La modalità ‘corsa libera’ non vi tragga in inganno: non vi chiede di migliorare i vostri tempi sui vari circuiti, ma vi permette di esplorare liberamente il mondo di gioco.

Allo stesso tra una gara e l’altra del Gran Premio non si viene teletrasportati come per magia alla prossima pista, ma subito dopo aver tagliato il traguardo il gioco prosegue proponendovi una tappa a partenza lanciata nella quale dovrete combattere ancora per agguantare la posizione migliore.
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Quando il mondo è la propria pista
In questo modo il Trofeo Fungo si apre tra i canyon del circuito di Mario Bros. e, dopo i canonici tre giri, ci si fa largo tra le transenne a bordo pista e, proseguendo su di una trafficatissima highway tipicamente statunitense, si arriva a Trofea, dove senza soluzione di continuità avrà luogo la prossima corsa.

Difficile immaginare quanto a lungo i grafici di Nintendo abbiano lavorato perché le folli piste di Mario Kart World non stonassero con l’ambiente circostante. E probabilmente non deve essere stato nemmeno facile creare un regno virtuale che contenesse corse laviche, altre su pendii ghiacciati, altre ancora su spiagge vergini senza che risultassero una appiccicata all’altra ma senza nemmeno che la distanza tra una e l’altra fosse eccessiva da rendere l’esplorazione noiosa.

Finora, tanto più su Switch che è una console portatile, Mario Kart è sempre stato un racing game “mordi e fuggi”, con questo capitolo ci si può letteralmente perdere tra le dune, le verdi colline o i grattacieli di una città mentre sullo sfondo il sole declina e lascia il posto alla notte e la luna viene nascosta da nubi temporalesche.
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Gli sviluppatori di questo racing fuori di testa spingono il giocatore a esplorare ogni anfratto avendo piazzato qua e là migliaia di collezionabili, tra monete da raccogliere, switch P che danno accesso a veloci sfide di abilità (sempre sufficientemente variegate e a tema con le ambientazioni), costumi da sbloccare (tutti a dir poco trash) nei punti di ristoro Yoshi’s, blocchi “?” da premere e gli immancabili trofei (qui proposti sottoforma di adesivi) da raccogliere raggiungendo determinati obiettivi (guida per tot chilometri, plana per tot metri, ecc…).

Mario Kart World, il mondo non basta?
Tutto perfetto? No, lo dobbiamo ammettere. La formula di gioco ha reso Mario Kart World così grande che ha evidentemente perso il proprio baricentro. Capita spesso che le corse tra una competizione e l’altra annoino soltanto, visto che è evidente lo stacco qualitativo tra i circuiti veri e propri e le strade che si limitano a essere un raccordo. Talvolta si avverte quasi il desiderio di “skipparli”, ma non sarà possibile. E questo perché a lungo andare paiono sequenze un po’ posticce e derivative, buttate là per allungare il brodo.

Attenzione, si sta volutamente esagerando: la qualità è alle stelle e questi difetti, benché innegabili, finiscono solo per offuscare leggermente gli astri raggiunti dagli sviluppatori Nintendo, mai tanto generosi nell’elargire mondi di gioco e coraggiosi nell’inseguire strade mai battute prima dalla serie.

Se le parti tra un torneo e l’altro sono sotto tono, la Corsa libera è ancora più noiosetta: vero, il mondo di Mario Kart World è zeppo di item da raccogliere, tuttavia le strade secondarie non sono sempre così divertenti da percorrere e molto spesso ci si ritrova a vagare senza una meta perché le indicazioni non sono chiarissime.
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Inoltre il rischio è che quando si trova una tavola calda Yoshi’s il giocatore inizi a cambiare forsennatamente il proprio personaggio, richiamando l’apposita opzione dal menu di gioco, per sbloccare i costumi extra di quell’ambientazione con tutti i piloti. Perché nessuno obiettivamente avrà voglia di setacciare chilometri e chilometri prima con un corridore, poi con l’altro fino a completare l’intera scuderia Nintendo.

Un altro difetto importante riguarda l’aver voluto alzare il numero di piloti per sfida a 24: troppi. In questo modo non solo spesso si è soverchiati dagli oggetti che ci vengono lanciati contro (che rispetto ai passati episodi rallentano un po’ di meno, permettendo di ritornare subito in pista), ma soprattutto sono stati anche rivisti i punteggi che vengono elargiti a fine gara.
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Col risultato che soprattutto i primi viaggiano costantemente assiepati e basti perciò una performance deludente per veder sfumare il trofeo d’oro fin dalle primissime competizioni. Questo in quanto, bisogna riconoscerlo, Mario Kart World è sfidante a 150cc, anche per chi, come noi, ha platinato Deluxe. In compenso la medesima novella dovrebbe rendere le competizioni online – che non abbiamo ancora avuto modo di provare – aperte e incerte fino all’ultimo.
Trofeo bagnato, trofeo fortunato?

Se poi volessimo proseguire con la pignoleria, potremmo dire che mentre ci ha convinto pienamente la nuova galleggiabilità dei go-kart (non vanno più a fondo, ma surfano delicatamente sulle onde), avremmo preferito una fisica più aderente al compianto Wave Race sempre di Nintendo, con i mezzi acquatici intenti a scodare e imbarcarsi in curva, anziché continuare ad avere una aderenza sorprendente.

In compenso ci hanno davvero sorpreso le increspature, le onde tempestose – per tacer dei piccoli tsunami – che potrebbero essere causate in tempo reale da un improvviso mutamento del clima o da Bob-ombe e Gusci blu che esplodono attorno a noi mentre la competizione infuria come sulla terra ferma.

Mario Kart World verso l’Olimpo dei videogame
Tornando ai difetti sopra elencati, occorre sottolineare ancora che si tratta di minuzie. Perché potremmo allenarci a spaccare il capello – anzi, il baffo – in quattro e questo non scalfirebbe minimamente la portata di un gioco che, uscito quest’oggi, è già diretto verso l’Olimpo dei videogames.
Certo, aver esteso a tal punto la formula di gioco ha divelto troppi paletti (anche nelle sciocchezze: non sapete il numero di volte che siamo saltati sulla sedia vedendo arrivare da dietro la Pianta Piranha salvo poi accorgerci che si trattasse del pilota e non del power-up, che non esiste nemmeno più), rendendo meno agevole mantenere tutto in equilibrio.

La sensazione è di aver raccontato pochissimo del gioco, perché Mario Kart World è vastissimo e zeppo di sorprese, ma come è nostra consuetudine vogliamo recensire il titolo senza rovinarvi il piacere di vivere in prima persona ciò che vi attende.
Inutile soffermarci sul comparto tecnico: non c’è un distacco vero e proprio da Mario Kart 8 Deluxe, ma tutto ciò corre a 60fps, scusate se è poco. Lato sonoro il titolo poi rischia di essere ancora più enciclopedico, con musiche, brani, motivetti tratti a forza dagli spartiti di episodi per NES, SNES, Game Boy, Nintendo 64, GameCube e riarrangiati in modo superbo.

Insomma, siamo ormai al traguardo, senza più benzina e con lo stomaco che brontola. In fondo è giusto che anche questa recensione di Mario Kart World proprio come il gioco nipponico dopo i canonici “3 lap” si fermi ai box di uno Yoshi’s che offre delizioso street-food, con la consapevolezza che sul gradino più alto del podio anche questa volta ci finirà il baffutissimo racing Nintendo. Applausi a scena aperta.