Nata a Firenze nel 2016, la società si pone come punto di contatto tra le realtà innovative e i potenziali finanziatori. Protagonista di una campagna di raccolta fondi che ha superato i 240mila euro, StartupItalia ha intervistato Lorenzo Ferrara, cofondatore dell’azienda
La storia di Open Seed ha inizio a Firenze. Qui, nel 2016, da un ristretto gruppo di persone e colleghi provenienti dall’esperienza dell’associazione Business Angels.Network, nasce l’idea di creare una realtà capace di farsi da tramite tra il mondo della neoimprenditoria, dapprima locale e poi nazionale, e potenziali investitori. “Tutti i soci fondatori erano uniti nella volontà di creare un veicolo efficiente di accelerazione per le startup“, racconta Lorenzo Ferrara, cofondatore di Open Seed, a StartupItalia. A rendere unica nel suo genere la società, sottolinea Ferrara, “è anche la scelta della proprietà diffusa, dove i vari soci fondatori avevano le stesse quote e nessuno prevaleva in modo netto sugli altri”.
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Difatti, per entrare a far parte del gruppo, è sufficiente un contributo minimo di 500 euro. Naturalmente, maggiore è la quota di ingresso, più sarà possibile far ascoltare la propria posizione in merito ai progetti e alle startup da finanziare. E, allo stesso tempo, più alto sarà il ritorno economico. Una modalità che, nel corso del tempo, ha portato i suoi frutti. Oggi, Open Seed conta 100 soci, ha triplicato il valore del proprio portafoglio nell’arco di tre anni e ha supportato aziende in forte crescita come Treedom, che oggi presenta un fatturato da oltre 9 milioni di euro, CleanBnB e Birrificio 620 Paesi. Recentemente, la società ha intrapreso una campagna di crowdfunding, arrivato a raccogliere oltre 240mila euro.
Open Seed, un incubatore sui generis
La proprietà diffusa rappresenta la prima particolarità di Open Seed, ma di certo non l’unica. “La nostra realtà ha una differenza evidente rispetto agli altri incubatori”, dice Lorenzo Ferrara, “non nasce come un luogo fisico, con le startup al suo interno. Siamo a tutti gli effetti un incubatore virtuale“. Con un metodo, improntato sul lavoro da remoto, oggi sdoganato a seguito della pandemia, ma che Open Seed utilizzava ben prima del Covid. “Dopo un periodo iniziale, abbiamo costruito la nostra piattaforma in cloud, sulla quale carichiamo e coordiniamo tutto il materiale e i report relativi alle startup seguite”.
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Ci sono però anche altri aspetti che contraddistinguono la società toscana: quella, cioè, che Lorenzo Ferrara identifica come una sorta di filosofia nell’approccio alle realtà innovative. “Cerchiamo di porci in maniera diversa. Non ci interessa avere una grande opzione su un determinato progetto e, successivamente, riscattarla se il risultato è positivo. Preferiamo invece concentrarci molto sulla selezione delle startup da seguire, cosicché possiamo trovare insieme il modo migliore di supportarle nella loro crescita”. Lo scopo è riuscire a supportare le imprese innovative, proprio attraverso il processo di selezione e le potenzialità della piattaforma: “Dopotutto, Open Seed stessa nasce ed è a tutti gli effetti una startup innovativa. In altre parole, una startup che investe in startup“.
Un crowdfunding d’oro
Open Seed è oggi impegnata in una raccolta fondi, dalla quale ha ottenuto circa 240mila euro e che proseguirà fino al prossimo 25 maggio. L’obiettivo è trovare nuovi fondi e investitori che vogliano finanziare i progetti della società, in questo momento incentrati su sei startup selezionate, gran parte delle quali con sede in Toscana (si tratta, in particolare di Fakebusters, Genuino.Zero, Co-Robotics, Mio Meal, Tips Here e MyRa). Realtà specializzate su ambiti molto diversi: dall’informazione, la sostenibilità, al fintech, alla salute, fino all’immobiliare.
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“L’aspetto più interessante di questo crowdfunding”, osserva Ferrara, “sta nel modo in cui la sua evoluzione vada di pari passo alla crescita di Open Seed”. Uno dei risultati conseguiti attraverso la raccolta fondi, continua il cofondatore dell’azienda, è l’ampliamento dei progetti e degli investitori coinvolti su tutto il territorio nazionale. “Open Seed non sarà più un veicolo dedicato solo al gruppo di Business Angel.Network Firenze, ma sarà aperto a soci da tutta Italia”.
La soglia minima alla base del crowdfunding, afferma Ferrara, era di 100mila euro, una somma raggiunta in poco tempo. “Pertanto, ci siamo dati un secondo obiettivo, quello di 250mila euro, che ci permetterà di proseguire il nostro percorso senza dover ricorrere nel breve periodo a un ulteriore aumento di capitale. Infine, abbiamo fissato il tetto massimo di 500mila euro, una quota molto alta, alla quale cercheremo di avvicinarci il più possibile. Consapevoli e felici di quanto già raggiunto”. Intanto, l’8 maggio, Open Seed terrà il Portfolio Day, una giornata organizzata per conoscere meglio i progetti in cantiere e confrontarsi con alcuni grandi soggetti dell’innovazione in Italia.