Quali sfide attendono la società di domani? Quali sono i rischi e quali le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico? Per la rubrica “Futuro da sfogliare”, Patrizia Giorgio, Laura Guardini e Renata Villa dedicano ai lettori di StartupItalia un estratto del libro “Il volontariato aziendale – Profit e non profit insieme per il bene di comunità e territori” per presentare le opportunità di una pratica sempre più diffusa e da alcuni anni promossa anche in Italia.
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Sono sempre più frequenti le collaborazioni fra il mondo delle aziende e le Organizzazioni Non Profit (ONP), fra queste il volontariato d’impresa è una pratica in crescita e di successo. Gli esempi in questo ambito sono vari e diffusi su tutto il territorio nazionale e non riguardano solo grandi Gruppi e importanti ONG (Organizzazioni Non Governative). Anche aziende di taglia media o piccola e recentemente anche startup decidono di rendere concreto ed efficace il loro impegno nella responsabilità sociale, donando il proprio tempo a un’ONP durante l’orario di lavoro a beneficio della comunità in cui operano e lavorano.
Queste esperienze sono possibili attraverso una progettazione condivisa e una partecipazione attiva da ambo le parti che stringono nuovi legami e creano reti con il territorio locale.
In generale il beneficio più tangibile per le aziende è legato alla motivazione e al coinvolgimento dei dipendenti che hanno la possibilità di misurarsi al di fuori del loro consueto ambiente di lavoro.
Il volontariato d’impresa è quell’intervento nella Comunità che le imprese attuano grazie alle proprie persone in un rapporto di collaborazione e condivisione. I dipendenti partecipano ad attività di volontariato d’impresa non “PER” la propria impresa ma “CON” la propria impresa, è un impegno comune per la costruzione di comunità migliori1. Come avviene per qualsiasi attività di volontariato anche quello d’impresa può infatti essere uno strumento per costruire capitale sociale. I dipendenti hanno un ruolo determinante nel volontariato aziendale perché sono quei cittadini che svolgono il loro ruolo sociale e solidaristico nella comunità, diventando quindi il collegamento tra imprese e territorio.
I dipendenti che partecipano attivamente a iniziative di volontariato vivono esperienze dirette e tangibili, sono pertanto portatori di un punto di vista privilegiato. Possiamo vedere il dipendente come il fil rouge tra il dentro e il fuori dell’impresa: porta fuori risorse, energia, competenza, tempo e riporta sul luogo di lavoro nuove istanze, ma anche risorse nuove, nuova energia, nuove competenze.
Diventare volontario è un fattore di attivazione motivazionale e di valorizzazione dell’individuo, che incide positivamente sull’acquisizione e il rafforzamento di competenze trasversali, le cosiddette soft skills, ovvero tutte le abilità di una persona che rientrano nel campo cognitivo relazionale e comunicativo, attraverso percorsi di apprendimento non formali. Queste esperienze, quindi costituiscono un arricchimento professionale per tutti i dipendenti che vi aderiscono e permettono all’azienda di attuare una strategia di responsabilità sociale efficace.
Le diverse forme di coinvolgimento dei dipendenti attraverso il volontariato aziendale sono classificabili prevalentemente in termini di attività svolte dalle persone coinvolte.
Le tipologie più diffuse riguardano il volontariato d’opera e il volontariato di competenza. Entrambe le tipologie possono essere svolte individualmente o collettivamente.
Il volontariato d’opera si riferisce ad attività con uno scopo sociale o ambientale in cui i volontari svolgono qualcosa di diverso dal loro lavoro professionale. Si tratta di iniziative che richiedono la presenza delle persone che partecipano e si svolgono prevalentemente fuori dall’azienda presso le sedi delle organizzazioni non profit titolari del progetto o in altri luoghi preventivamente comunicati. I dipendenti delle aziende partecipano solitamente nei giorni infrasettimanali e durante l’orario previsto dal contratto di lavoro. L’azienda deve prevedere l’impegno di almeno un’intera giornata lavorativa in permesso retribuito dei propri dipendenti o come distacco presso altra sede diversa da quella di lavoro. Può essere necessaria una specifica formazione preliminare dei partecipanti in particolare per quanto riguarda le attività svolte durante le emergenze, un’esperienza che potrebbe richiamare, sotto una spinta emozionale, la più ampia partecipazione dei dipendenti, ma che deve essere inserita un più ampio coordinamento da parte degli organismi preposti alla gestione delle attività in loco.
Spesso le aziende utilizzano queste iniziative per organizzare Community Day (Giornate di Comunità) che diventano occasioni per promuovere attività di squadra (Team Building) e nuove dinamiche collaborative, per creare innovative modalità di interazione fra gli individui che fanno parte di uno stesso team e favorire l’incontro fra colleghi al di fuori del consueto ambiente di lavoro. Queste esperienze condivise, finalizzate a una buona causa, al di fuori delle routine quotidiane, possono essere un’eccellente strategia per consolidare legami ad ogni livello della gerarchia aziendale, sviluppare il coinvolgimento e il senso di appartenenza, sotto il punto di vista lavorativo ma anche umano.
Molte aziende scelgono l’opzione del volontariato di competenza, mettendo a disposizione delle organizzazioni non profit gli skill professionali e le conoscenze tecniche dei propri dipendenti per partecipare a progetti o programmi specifici durante l’orario di lavoro.
Questa tipologia di volontariato può essere indirizzata direttamente ai beneficiari finali delle organizzazioni o alle organizzazioni stesse.
Gli esempi più frequenti comprendono:
- attività di formazione a più livelli, sia in istituti scolastici di diverso ordine e grado, sia in corsi di abilitazione e qualificazione professionale;
- corsi di marketing e comunicazione, organizzazione eventi, expertise non sempre disponibili nell’ambito non profit;
- corsi basici di digitalizzazione che vanno dalla sperimentazione del coding nelle classi primarie, a lezioni in presenza o online per l’uso del computer agli anziani;
- formazione e supporto a giovani e adulti (come doposcuola, mentoring e tutoring one to one);
- distacco full time a breve o medio termine per partecipare a progetti sociali o di solidarietà delle organizzazioni non profit a favore di comunità, missioni, o altre strutture (ad esempio per la costruzione di infrastrutture come pozzi, ospedali, scuole o per attività specialistiche nel campo medico o anche attività professionali come installazione di pannelli fotovoltaici, ecc.).
Durante il lockdown per la pandemia di Covid 19, molte aziende, dopo aver strutturato lo smart working per i loro dipendenti per garantire la continuità delle attività ordinarie, non hanno smesso di sostenere il mondo non profit con iniziative di volontariato di competenza “digitali”, talvolta intervenendo anche in situazioni di “emergenza”. Nei primi mesi, ad esempio, grandi aziende e piccole imprese operanti nel settore digitale si sono rese disponibili per organizzare la didattica a “distanza” di istituti scolastici primari e secondari carenti di mezzi e competenze. Oggi il volontariato digitale è diventato anche un ponte per scambi internazionali e per l’incontro tra persone di diversi paesi. Partecipare a esperienze di volontariato “a distanza” è sempre più facile, grazie al moltiplicarsi di organizzazioni e piattaforme che offrono opportunità in diversi settori e ambiti.
In molti contesti territoriali da diverso tempo si sta affermando il “volontariato di prossimità”, un fenomeno caratterizzato da nuove forme di socialità e mutuo aiuto promosse soprattutto dai cittadini, che si organizzano in vere e proprie “reti di solidarietà”, utilizzando prevalentemente i canali social. L’offerta di volontariato aziendale anche da parte di piccole e medie realtà imprenditoriali come le startup, attive in questi ambiti territoriali, rappresenta una valida occasione per essere incluse a pieno titolo in queste reti. La natura diffusa e capillare del volontariato di prossimità può diventare una opportunità per un’azienda e per i suoi dipendenti di affermarsi come soggetto attivo nella propria comunità di riferimento.
Il volontariato d’impresa inoltre fornisce alle aziende agevolazioni di carattere fiscale, consentendo di dedurre una percentuale delle spese relative al costo dei dipendenti impegnati in attività a favore di “Enti del Terzo Settore (ETS)”, durante l’orario di lavoro.
Infine, le attività di volontariato d’impresa offrono un’opportunità concreta alle aziende per dimostrare il loro impegno nel sociale. Le ore delle attività dei dipendenti dedicate ad iniziative di volontariato promosse dall’azienda vengono sempre più spesso rendicontate nei Bilanci di Sostenibilità, valorizzando così il contributo e l’ingaggio delle proprie persone verso la creazione di valore per la comunità.