Dagli occhiali prismatici all’apparecchio per la deambulazione che aiuta i malati di Parkinson. La nostra rubrica sulla silver economy giunge al termine con un focus sulle soluzioni health-tech per gli over65. Un settore che vale 250 miliardi di euro
La nostra rubrica dedicata alle Silver startup volge al termine e abbiamo pensato di dedicare l’ultima puntata a un paio di settori su cui l’Italia punta tanto così tanto da essere ai primi posti nei campi di investimento su cui c’è più attenzione: il biotech e il medtech. Dai dati emersi dal nostro report presentato in occasione di SIOS23 Summer a Roma, come lo scorso anno, anche nel primo semestre del 2023 a correre è soprattutto il biotech: su 83 deal, 13 riguardano startup che operano nel comparto della biotecnologia (15,6% circa); secondo posto per il medtech al 6%. L’ecosistema delle Life Science, secondo quanto affermato durante “Pact for Innovation Summit“, è rappresentato nel nostro Paese da oltre 5.600 imprese, attive nei settori farmaceutico, medical device e biotecnologie. Queste realtà costituiscono una filiera altamente innovativa con un valore della produzione a pari a 250 miliardi di euro (+6,9% rispetto al 2020). Segnali di un sistema che si è reso conto dell’enorme potenziale che questi due settori possono apportare non solo nel Welfare sociale ma anche nella cura dei pazienti, con un occhio costantemente rivolto alla medicina di prevenzione e alla personalizzazione.
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Telemedicina e impatto sul Welfare
Nella nostra prima puntata di Silver startup abbiamo voluto fare un quadro delle potenzialità che questo settore ha – e avrà – in Italia. É il caso di riprendere un paio di dati per capire l’importanza di nuove soluzioni tech per quella fascia di età che nel 2050 arriverà a rappresentare il 35% dell’intera popolazione: il fenomeno dell’invecchiamento oggi vede il rapporto tra over 65 e giovani di 4 a 10 ma tra meno di trent’anni crescerà del 34%, arrivando a 7 a 10. La classe dei “Settantennials”, contando su un’aspettativa di vita più lunga e in buona salute, è oggi fuori dal servizio pubblico e assicurativo tradizionale ma rappresenterà non solo un segmento da proteggere ma anche un’importante opportunità di sviluppo. «Si tratta di un target che ha dei bisogni – aveva detto Antonio Serrapica, associate partner responsabile del mercato assicurativo di Kearney Italia, a StartupItalia – In primis, secondo la ricerca effettuata da Kearney, emerge che gli over 65 hanno a cuore la salute, la sostenibilità economica, le prospettive di una vita attiva inseguendo le proprie passioni con sbocchi di socialità importanti». E in base ai dati diffusi da Kearney, la longevità attiva rappresenta un campione importante della popolazione italiana, considerando che l’80% degli oltre 14 milioni di anziani in Italia è autosufficiente e richiede servizi più trasversali e legati al nuovo stile di vita. Alla luce di questo scenario è forse adesso più chiaro che la direzione da intraprendere è quella della prevenzione, della telemedicina, delle cure sempre più personalizzate e della medicina di precisione. E i dati sugli investimenti presentati in occasione di SIOS23 Summer ce lo confermano.
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L’acceleratore Next Age
Ad accelerare non solo startup che si occupano di soluzioni tech per gli over65 ma tutte quelle che si rivolgono a questa fascia di età c’è Next Age, il programma dedicato alla Silver Economy della rete nazionale degli acceleratori di CDP. Abbiamo intercettato Matteo Bina, general manager di AC75 Startup Accelerator Spa per farci spiegare più nel dettaglio che tipo di percorsi sono previsti per le startup e quale è la mission. «AC75SA sviluppa programmi di accelerazione per startup, verticali su settori industriali di interesse strategico nazionale. Le attività prevedono il coinvolgimento di partner internazionali di successo, investitori, imprese e corporate aperte ad attività di open-innovation e centri di ricerca specializzati in settori affini alle startup da accelerare. Next Age Acceleration Program è il primo programma in Europa che investe nelle startup della Silver Economy».
In Next Age convivono diverse realtà che si occupano di silver economy in maniera trasversale: dal monitoraggio della persona con l’intelligenza artificiale ai programmi alimentari; dall’healthcare alla domotica; dalla formazione continua a prodotti e servizi assicurativi e finanziari, fino alla pet therapy. «Tra il 30 e il 40% delle startup che acceleriamo provengono dall’estero – afferma il general manager – Come acceleratore con sede nelle Marche, ad Ancona, le finanziamo con il vincolo di aprire una sede in loco dando loro tutto il supporto di cui hanno bisogno per entrare nel vivo del business italiano». E proprio da Ancona è nata l’idea di mettere in piedi il primo acceleratore europeo dedicato alla silver economy.
«Fondazione Marche, il socio da cui nasce l’acceleratore AC75, da 20 anni gestisce e- Capital un programma a supporto di nuove idee, e nel 2018, durante un evento sulla silver economy, portava proprio ad Ancona le maggiori competenze a livello mondiale sul tema dell’invecchiamento – spiega Matteo Bina – A cavallo tra il 2020 e il 2021, CDP Venture Capital stava lanciando una serie di acceleratori tematici. Così è nata l’idea di proporre un acceleratore focalizzato sulla silver economy. All’epoca ne esisteva solo uno, a Washington. A CDP Venture Capital è piaciuta l’idea e, nel 2021, è nato Next Age. Il programma, quest’anno giunto alla sua seconda edizione, segue lo sviluppo e l’accelerazione con più di 260 application, per il 40% da startup italiane, per il 30% europee e per il restante 30% dal resto del mondo come USA, Asia, Medio Oriente, Africa, America Latina. Oltre a un investimento iniziale da 120mila euro su ogni startup selezionata, Next Age prevede l’accesso a due successivi round di follow-on post accelerazione fino a 1,8 milioni di euro complessivi e 4,25 milioni di euro per le startup più meritevoli. Il 12 luglio si terrà il Next Age Demo Day 2023 nel quale le startup che hanno completato la seconda edizione del programma si presenteranno alla comunità degli investitori e alle corporate». Di realtà attente alle necessità degli over65 in Italia ce ne sono diverse. Ve ne proponiamo alcune che ci sono sembrate particolarmente interessanti.
Neurogoggles, gli occhiali che potenziano il cervello
Neuroteam è una startup nata come spin-off dell’Università degli Studi di Palermo che sviluppa dispositivi biomedicali indossabili. Ha realizzato un paio di occhiali in grado di potenziare le prestazioni del cervello, dall’attenzione alla memoria. E sono utili per tutti. Si tratta di lenti prismatiche speciali che, una volta indossate, richiedono alla persona di svolgere una serie di attività su un tablet per migliorare le proprie competenze cognitive.
«Siamo specializzati nella neurologia da post ictus e nelle demenze come l’Alzheimer, la malattia di Parkinson, e le epilessie, nella riabilitazione di alcuni funzionamenti neurologici legati alla memoria, al linguaggio e alla vista – spiega Antonello Guarco, Sales & Market Access Director di Restorative Neurotechnologies – Siamo nati nel 2019, all’interno dell’Università di Palermo, da un’idea del neurologo Massimiliano Olivieri. Il nostro è un dispositivo medico, attualmente in uso presso ospedali e cliniche, che si basa sull’utilizzo di lenti prismatiche abbinato a funzioni di puntamento, in particolare il paziente deve toccare una serie di puntini neri su un tablet. In quel momento, il cervello mette in atto un’azione correttiva della vista. Tramite la neurostimolazione si riaccende quell’emisfero sfregiato dall’ictus e il cervello è in grado di ricreare una nuova rete neuronale. Questa terapia è molto utile anche per curare la dislessia e la demenza senile».
QuicklyPro, un ausilio per il Parkinson
Dalla malattia di Parkinson, attualmente, non si può guarire. Ma l’avanzamento del processo neurodegenerativo, in tanti casi, si può rallentare. Pensato per aiutare le persone affette da questa patologia nella vita quotidiana, Q-Walk è un nuovo apparecchio che supporta i pazienti nella mobilità anche da remoto. Lo hanno realizzato 3 giovani fisioterapisti, che hanno dato vita alla startup bergamasca QuicklyPro. L’idea è nata da Niccolò Sala, Manuel Rocco e Francesco Rusnati, che in questi anni hanno messo a punto non solo il dispositivo per la riabilitazione e il mantenimento del cammino del paziente affetto da Parkinson, ma anche un’app che sarà lanciata nei prossimi mesi. Q-Walk, inserito all’interno di una ginocchiera, con la proiezione a terra di un cerchio di luce, guida la persona nell’andatura.
Dopo il training, l’apparecchio effettua il backup dei dati e lo invia allo specialista che, grazie all’app, da remoto può monitorare l’attività della persona. «Ci stiamo lanciando sulla telemedicina e sulla teleriabilitazione – afferma il co-founder Niccolò Sala – Terminato lo sviluppo della prima versione dell’app, oltre al dispositivo hardware abbiamo sviluppato la parte software che restituisce un feedback regolato e customizzato da parte del singolo paziente. Stiamo anche portando avanti un progetto pilota sull’ictus».
Di soluzioni come queste in Italia ce ne sono diverse ma non sono ancora abbastanza. Quello che abbiamo voluto provare a fare in questa rubrica è focalizzare l’attenzione su un settore troppo spesso dimenticato. Speriamo di esserci riusciti.