Oggi, 4 luglio, è il giorno del voto in UK, dove è probabile la sconfitta dell’attuale Primo ministro Rishi Sunak e dei conservatori. Quante volte i programmi dei partiti menzionano le startup e qual è l’impegno che intendono prendersi per guidare un Paese che, nonostante Brexit, continua a essere centrale per il settore nel Vecchio continente?
UK al voto: quanto vale Londra nel panorama VC?
Nel 2023 Londra si è riconfermata come la prima capitale europea per capacità di attirare più investimenti in risorse VC per aziende innovative (2,7 miliardi di euro), seguita da Parigi (1,5 miliardi) e Berlino (1 miliardo).
I conservatori
Il Primo ministro Sunak si è più volte esposto sui temi dell’innovazione, convocando alla fine del 2023 a Londra un summit dedicato all’intelligenza artificiale, al quale ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ha detto che il Regno Unito deve diventare un Unicorn Kingdom e una superpotenza dal punto di vista tecnologico. Ciononostante nel programma dei conservatori, come ha evidenziato Sifted, la parola startup non viene menzionata nemmeno una volta.
Ci sono tuttavia annunci sparsi per sostenere founder e imprese innovative: si legge di un fondo da 250 milioni di sterline per l’imprenditoria femminile; verranno mantenuti gli incentivi fiscali per chi investe in società in fase early, così come gli sgravi; il programma dei conservatori cita poi l’intelligenza artificiale, da applicare in particolare al sistema sanitario per agevolare il lavoro di medici e infermieri.
I laburisti
Sempre Sifted ha passato in rassegna il programma dei laburisti, i favoriti al voto odierno in Gran Bretagna. Una prima differenza che vale la pena notare è che in questo caso viene citata la parola startup, anche se soltanto una volta. Nel caso di vittoria, non è atteso uno stravolgimento per quanto riguarda gli incentivi fiscali che da oltre 20 anni facilitano lo sviluppo di aziende innovative Oltremanica.
A preoccupare tuttavia gli investitori è l’intenzione dei progressisti di aumentare la tassazione sul carried interest, ovvero una quota di profitti per il gestore di un fondo di Venture Capital. Sul fronte investimenti pubblici si parla poi di un progetto da 7,3 miliardi di sterline per puntare su infrastrutture chiave come porti, gigafactory e stabilimenti per la produzione di idrogeno verde.
Gli altri partiti
Gli altri partiti che corrono alle elezioni di oggi in Gran Bretagna trattano a proprio modo il tema. I Libdem nel proprio manifesto citano una volta la parola startup, quando dicono che si impegnano a sostenere scienza, ricerca e innovazione in particolare in aziende tech, università e settore cleantech e healthcare.
Reform UK, il partito di Nigel Farage, uno dei volti di Brexit, ha intitolato il proprio manifesto “Our contract with you”, ma la parola startup non è presente. Viene citata invece la parola innovazione quando si parla di un incremento del budget per l’agricoltura a 3 miliardi di sterline per agevolare i piccoli agricoltori. I Verdi non citano mai la parola startup e quando parlano di innovazione nel loro programma puntano a favorire gli investimenti in quelle soluzioni che eliminerebbero il ricorso alle fonti fossili.