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Nuova cartolina dal futuro, che in realtà per lui è il presente: ce la manda ancora una volta Fabio Lalli per informarci che nel 2100 l’umanità non ha del tutto ha smesso di lavorare. Ha solo smesso di farlo per vivere. Tra settantacinque anni il tempo non è più merce di scambio. È materia prima. E il lavoro diventa un modo per avere voce, non per avere valore

Chiara D’Adamo, 29 anni, molisana di nascita e torinese di adozione, dopo un’esperienza all’Agenzia Internazionale per l’Energia a Parigi ha cofondato Carpe Carbon, prima realtà italiana a sviluppare un impianto per la rimozione diretta della CO₂ dall’atmosfera. È una tecnologia innovativa. «Non consumiamo energia elettrica, ma sfruttiamo aria e sole per rimuovere la CO2». La sua storia per Venti di Futuro

Per il nostro speciale sull’evoluzione dei centri media e delle agenzie di comunicazione, l’intervista a Francesca Grilli, managing director della tech & media company Cognitive: «L’Intelligenza artificiale continuerà ad avere un potente impatto sulla nostra vita e sulle aziende. Serve un approccio propositivo. Le skills tecniche perdono il predominio e si entra in un’era in cui l’unico mindset possibile è quello dell’imprenditore»

Oggi possiamo scaricare un modello AI sul nostro pc e fargli scrivere codice, testi, perfino deepfake incredibili e non servono quasi più sviluppatori con anni di formazione alle spalle. È sempre colpa della tecnologia? O forse è colpa nostra se stiamo disimparando a fare fatica e non vogliamo nemmeno più accorgercene? L’analisi di Matteo Flora nella nuova puntata della rubrica Tech Policy

Il nostro approfondimento con le agenzie di comunicazione e i centri media alle prese con le innovazioni digitali tocca anche l’education. Marco Rosci, Chief Marketing & Sales Officer di Epicode: «Il nostro sogno è creare una learning experience in cui ogni studente sente che il sistema lo conosce, lo ascolta e lo aiuta ad arrivare dove vuole. In fondo, è questa la vera rivoluzione»

Per secoli, la domanda «perché?» ha costruito il mondo. L’hanno pronunciata i bambini sotto le coperte, gli scienziati nei laboratori, i filosofi nelle piazze. Era il motore invisibile della conoscenza. Poi è successo qualcosa. Perché la voce algoritmica rispondeva. Ma nel 2100 non c’è più bisogno di chiedere. Perché l’AI completa il pensiero