Sebbene le aziende italiane riconoscano il potenziale dell’intelligenza artificiale, allo stesso tempo hanno paura di non riuscire a stare al passo con le competenze richieste. Questo è quello che emerge dai dati presentati alla prima Annual Conference di ManpowerGroup Italia intitolata “The Exchange – Disegniamo insieme il futuro del lavoro”. Analizziamo i risultati comunicati durante il corso dell’evento più nel dettaglio.
Leggi anche: Startup e lavoro, quanti sono gli occupati nell’ecosistema? Tutti i dati
I risultati della ricerca sull’AI
Secondo i dati presentati, il 72% dei datori di lavoro ritiene che l’AI impatterà positivamente sul proprio business e il 55% ne ravvede benefici anche in termini occupazionali. Al contrario, sono le lavoratrici (51%) e il personale operativo (43%) a esprimere le maggiori preoccupazioni e perplessità sul suo impiego. Se la maggioranza dei datori di lavoro (81%), infatti, concorda sul fatto che i progressi dell’AI richiederanno nuovi talenti e nuovi modi di lavorare, il 78% teme, tuttavia, di non riuscire a formare i dipendenti abbastanza velocemente per stare al passo con gli sviluppi tecnologici nei prossimi tre anni. La rapidità con cui le innovazioni si affacciano sul mondo del lavoro rende, infatti, sempre più complesso per larga parte delle aziende (80%) pianificare il fabbisogno futuro di talenti.
Cosa chiedono i dirigenti
Quasi la totalità dei manager (il 92%), afferma di sentire il bisogno di una nuova organizzazione del lavoro che, attraverso l’introduzione di strategie flessibili, permetta alle aziende una maggiore adattabilità e una capacità migliore di risposta ai cambiamenti: dalla creazione di pool di talenti settoriali (91%) all’utilizzo di piattaforme di talenti online (89%) fino all’offerta di una maggiore flessibilità interna (88%) e all’assunzione di talenti dall’estero (88%). Il 79% dei manager intervistati afferma, inoltre, che assumere una quota di lavoratori già esperti e con competenze legate all’AI è un modo efficace per diffondere la conoscenza tra tutte le persone dell’azienda.
Il manifesto sul futuro del lavoro
Il primo manifesto sul futuro del lavoro al tempo dell’intelligenza artificiale, che metterà in luce le sfide e le opportunità del settore, offrendo una visione di lungo periodo, è adesso in definizione. A lavorarci sono Paola Pisano, professore associato di Business e Innovation Management, già Ministro dell’Innovazione e digitalizzazione, Cosimo Accoto, visiting scientist presso il Sociotechnical Systems Research Center del MIT di Boston, Tomas Chamorro-Premuzic, professore di Business Psychology alla University College London e alla Columbia University e Chief Innovation Officer di ManpowerGroup e Leandro Pecchia, professore di Ingegneria Biomedica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. L’obiettivo è quello di definire una serie di impegni tangibili a cui le aziende potranno aderire, per favorire una gestione e uno sviluppo virtuoso, etico e consapevole del mondo del lavoro del futuro.